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Un 2024 fragile sulle prospettive occupazionali e sociali globali
Il mondo del lavoro si è rivelato incredibilmente resiliente, ma il nuovo anno porterà due milioni di disoccupati in più e un aggravarsi della giustizia sociale. Oil: “Puntare sulla cooperazione internazionale”. 17/1/24
Nonostante il deterioramento delle condizioni economiche, il mondo del lavoro sta dimostrando una inaspettata resilienza. Lo dichiara il Rapporto “World employment and social outlook: Trends 2024” dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), rilasciato il 10 gennaio, che analizza i trend occupazionali del 2024. Le continue tensioni geopolitiche e la persistente inflazione hanno deteriorato il contesto macroeconomico nel corso del 2023. Le grandi economie emergenti come Cina, Turchia e Brasile hanno rallentato, provocando un impatto negativo sull’attività industriale, sugli investimenti e sul commercio globale.
Fig.1 Andamento del tasso di disoccupazione
Un 2023 tra fragilità e resilienza alla crisi
Nonostante il rallentamento, sottolinea il Rapporto, la crescita globale nel 2023 è stata leggermente superiore del previsto e sia il tasso di disoccupazione che il divario occupazionale sono scesi al di sotto dei valori pre-pandemia. I tassi di partecipazione al mercato del lavoro hanno registrato una ripresa, seppur disomogenea e con benefici diversi. La partecipazione femminile, ad esempio, ha visto una rapida ripresa, anche se il divario di genere rimane ampio, soprattutto nei Paesi con economie emergenti e nei Paesi in via di sviluppo. La disoccupazione giovanile continua a rappresentare una sfida. Il tasso dei Neet, persone che non seguono percorsi d’istruzione o corsi di formazione e che non lavorano, rimane elevato, in particolare per le giovani donne. Molti settori faticano ad attrarre persone, soprattutto quelli dell’assistenza, dei trasporti e nel lavoro al dettaglio. Carenze persistenti si registrano anche nel settore manifatturiero ed edile.
Fig. 2 L’andamento dell’inflazione
Nonostante il calo della disoccupazione registrata nel 2023, sottolinea il Rapporto, i salari sono diminuiti nella maggior parte dei Paesi del G20 e, dove ci sono stati degli aumenti, questi non sono riusciti a tenere il passo con l’inflazione. Inoltre, nel 2023, il numero di lavoratori che vivono in condizioni di estrema povertà, guadagnando meno di 2,15 dollari al giorno, è cresciuto di circa 1 milione.
Dopo un breve impulso durante la ripresa post-pandemia, la crescita della produttività del lavoro ha rallentato. Un rallentamento, secondo il Rapporto, legato ai significativi investimenti indirizzati verso i servizi a bassa produttività come l’edilizia, alla carenza di competenze e al mancato adattamento tecnologico.
Fig.3 Andamento del lavoro informale
Le prospettive occupazionali del 2024
Secondo il Rapporto, le prospettive del mercato del lavoro peggioreranno nel corso dell’anno, spingendo il tasso di disoccupazione globale al 5,2%, con più di due milioni di disoccupati in più. Un aumento dovuto principalmente alla crescente disoccupazione nelle economie avanzate. È improbabile, continua il Rapporto, che la diminuzione dei salari e del tenore di vita dovuta agli elevati tassi di inflazione e all’aumento dei costi degli alloggi venga compensata rapidamente. Nel 2024, poi, circa il 58% dell’occupazione globale sarà informale/in nero ed è probabile che la povertà lavorativa persista.
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Le sfide più importanti, conclude il Rapporto, devono essere affrontate rapidamente per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. L’attuale contesto di tensioni geopolitiche non è di buon auspicio per un coordinamento internazionale rapido ed efficace per affrontare le principali sfide economiche, ecologiche e sociali. I governi devono rafforzare la propria economia interna attraverso iniziative mirate ad aumentare la crescita della produttività e il tenore di vita. Per questo, i governi e le parti sociali potrebbero utilizzare gli strumenti di cooperazione internazionale esistenti per promuovere iniziative di produttività regionale, ad esempio rafforzando i partenariati per le competenze globali. Molti governi, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, non riusciranno a superare le difficoltà perché hanno esaurito le loro risorse. L’invito ai Paesi del G20 è di lavorare per promuovere la cooperazione internazionale, al fine di utilizzare meglio i fondi multilaterali per lo sviluppo, sostenendo le economie più fragili.
di Tommaso Tautonico