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Gli europei vivono più a lungo, ma c’è allerta sugli stili di vita
Secondo il rapporto europeo rilasciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, in Europa l’aspettativa di vita è aumentata, ma fumo, alcol, sovrappeso e scarsa copertura vaccinale mettono in pericolo la salute. 21/9/2018
L’aspettativa di vita, secondo l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità continua a crescere e alcuni Paesi dell’area godono del più alto senso di “soddisfazione di vita” del mondo, ma la variazione tra Paesi è molto pronunciata e gli stili di vita danneggiano la salute. È quanto affermato nello European Health Report 2018, che è stato la base di lavoro del 68° Comitato regionale dell’Oms Europa, svoltosi a Roma dal 17 al 20 settembre. L’aspettativa di vita degli europei è aumentata e le persone vivono in media un anno in più rispetto a cinque anni fa, però c’è oltre un decennio di differenza (11,5) tra Paesi con l’aspettativa più alta e più bassa. L’Europa sta riducendo i decessi prematuri causati dalle malattie principali non trasmissibili - malattie cardiovascolari, cancro, diabete mellito e malattie respiratorie croniche - ma lo stile di vita degli europei influenza i tassi di mortalità prematura. Le percentuali di consumo di tabacco sono le più alte al mondo, con una persona su tre che ne fa uso, di età compresa tra i 15 anni e oltre. Il consumo di alcol, in generale, è in calo, ma l’uso negli adulti è ancora il più alto al mondo. Inoltre, più della metà della popolazione è in sovrappeso e il fenomeno dell’obesità è in aumento. I tassi di vaccinazione infantile stanno migliorando, ma recenti epidemie di morbillo e rosolia in alcuni Paesi mettono a repentaglio la capacità della regione europea di debellare del tutto queste malattie.
L’adozione dell’Health 2020 nel 2012 da parte degli Stati membri ha migliorato le condizioni sanitarie dell’Europa e la maggior parte dei Paesi sta dimostrando un reale interesse verso il miglioramento della salute dei propri cittadini, anche se gli obiettivi non sono stati ancora raggiunti. Alcuni Stati, tra cui la Germania, l’Italia, il Regno Unito, la Spagna e la Francia sono in allerta per gli alti livelli di biossido di azoto nell’aria. Come ricorda il Rapporto, l’inquinamento atmosferico in Europa uccide circa 500 mila persone l’anno, di cui 48 mila soltanto in Francia, da dieci anni nel mirino di Bruxelles per questo motivo. L’Italia è un Paese “in cammino”: ha un’aspettativa di vita seconda solo alla Spagna, ma la copertura vaccinale è sotto la soglia richiesta dall’Oms (il 95%) e il consumo di alcol e tabacco tra i giovani è eccessivo.
Viola Brancatella