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Commissione europea: il green deal rappresenta la nuova strategia di crescita
Il prossimo semestre europeo, così come quelli futuri, sarà incentrato sugli SDGs. A dichiararlo è la Commissione che elabora quattro linee guida di sviluppo. Ma servono maggiori investimenti.19/12/19
“La crescita non è fine a sé stessa. Un'economia deve funzionare per le persone così come per il pianeta, e le preoccupazioni climatiche, i progressi tecnologici, i cambiamenti demografici sono destinati a trasformare le nostre società”. La linea guida espressa dalla Commissione europea nel documento Annual Sustainable Growth 2020, pubblicato il 17 dicembre, è chiara. Il testo delinea, infatti, la strategia che verrà applicata nel prossimo semestre europeo, così come negli anni a venire, per lo sviluppo sostenibile dell’Ue, descrivendo la struttura attorno alla quale l’Unione costruirà le proprie politiche.
L'entrata in carica di una nuova Commissione, assieme all’ambizioso green deal europeo, costituisce un’occasione importante per un nuovo inizio. Il nuovo modello di crescita sarà improntato al rispetto degli SDGs e si svilupperà su una doppia transizione, digitale e climatica. “Il green deal europeo è la nostra nuova strategia di crescita” dichiara la Commissione europea. L’Annual sustainable growth, prendendo proprio spunto dal deal, pone sostenibilità e benessere dei cittadini al centro dello sviluppo, delineando quattro campi d’azione comuni a tutti i Paesi membri: ambiente, produttività, stabilità ed equità.
In primo luogo, “gli sforzi dovrebbero concentrarsi sul condurre la transizione verso un’Europa più rispettosa della natura entro il 2050, garantendo al contempo che tutti possano trarre vantaggio dalle opportunità di questo processo, sviluppando nuove tecnologie e soluzioni sostenibili”. L’obiettivo dell’Ue è anche quello di essere all’avanguardia nella futura crescita economica, diventando leader globale in un mondo sempre più digitalizzato, specialmente in settori chiave per la sovranità tecnologica, come la sicurezza informatica e l'intelligenza artificiale (le tecnologie digitali sono uno strumento fondamentale anche per il green deal europeo). La stabilità dell’Ue deriverà, invece, in gran parte dal completamento dell’unione economica e monetaria, garanzia di sicurezza in caso di shock economici negativi. “Il ruolo internazionale dell'euro deve essere rafforzato” afferma a proposito la Commissione. Infine, la nuova agenda economica deve garantire una transizione equa e inclusiva, mettendo al primo posto le persone e prestando particolare attenzione allo sviluppo sostenibile radicato a livello nazionale, regionale e locale.
“Grazie a una maggiore attenzione alle politiche climatiche, il semestre europeo rafforza anche il suo ruolo come strumento di crescita per la politica economica e occupazionale”. Le opportunità di guadagno derivanti dalla sostenibilità sono molto ampie e il semestre può fornire orientamenti specifici agli Stati su riforme strutturali per una maggiore competitività. Per arrivare in tempo agli Obiettivi al 2030, però, servono maggiori investimenti diretti verso beni a impatto zero. La Commissione calcola che, solo in materia di clima ed energia, occorreranno 260 miliardi di euro annuali di investimenti aggiuntivi nel periodo 2021-2030. Una notevole quantità dei fondi sarà profusa nel miglioramento dell'efficienza energetica dei settori residenziale e terziario. Il rapido lancio delle infrastrutture per i carburanti alternativi entro i prossimi due anni sarà inoltre un passo fondamentale per ridurre il livello di emissioni. In questo contesto, sono necessarie modifiche ai sistemi fiscali e di sovvenzione, per garantire la diffusione degli incentivi e non oltrepassare le soglie di emissione.
L'aumento delle entrate provenienti dallo scambio di quote di emissioni europee (Ets) costituisce un'ulteriore fonte di finanziamento dell'azione per il clima e della modernizzazione dell'economia. Nel 2018, i ricavi delle aste Ets sono ammontati a circa 14 miliardi di euro. Nel 2019, “le entrate sono state ancora più elevate, e nei prossimi anni rimarranno considerevoli”. Questi fondi dovrebbero essere utilizzati per sostenere il raggiungimento degli Obiettivi per il 2030, investendo in particolare nella transizione verso la neutralità climatica.
“Maggiore produttività e innovazione non possono però essere raggiunte senza un investimento di vasta portata nell'istruzione e nello sviluppo delle competenze” ricorda la Commissione. Sono necessarie riforme dell'istruzione, in modo da invertire la tendenza di una quota crescente di alunni con scarsi risultati - ora superiore al 20% in letteratura, matematica e scienze. Allo stesso tempo, però, “è fondamentale sostenere i lavoratori adulti, in particolare i 60 milioni di europei scarsamente qualificati, per sviluppare competenze approfondite e di livello superiore”.
di Flavio Natale