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Ong: la Legge di Bilancio allontana ulteriormente l’Italia dall’obiettivo 0,70%
Le reti cooperative commentano la politica del governo nel settore dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Gli investimenti calano, gli impegni presi a Parigi non vengono rispettati, l’Agenzia italiana per la Cooperazione va rafforzata. 23/12/19
“Mai come ora lo stato della cooperazione italiana allo sviluppo può definirsi comatoso”. Ad affermarlo in una nota congiunta una rappresentanza delle reti di Organizzazioni non governative italiane, formata dall’Associazione Ong italiane (Aoi), il Coordinamento italiano Ngo internazionali (Cini), e la Cooperazione in rete (Link 2007). “A cinque anni dall’approvazione della Legge 125 del 2014, che si impegnava a rilanciare la cooperazione allo sviluppo italiana con un sistema moderno, al passo con i tempi e con le tante sfide presenti e future, tanti impegni restano ancora sulla carta”.
La Legge di Bilancio, approvata il 16 dicembre al Senato e il 22 alla Camera, influisce negativamente su questo settore, mostrando lacune in molti campi, a cominciare dagli investimenti. “Il peso quantitativo della cooperazione allo sviluppo del nostro Paese è scarso” dichiarano le Ong, “tra il 2017 e il 2018 si è passati da 5,19 a 4,15 miliardi di euro, e dal Disegno di Legge (Ddl) di Bilancio 2020-2022 non arriva nessun segnale di ripresa”.
Ma questo calo degli investimenti, oltre a limitare la capacità d’azione delle Ong stesse, influisce anche sugli impegni presi con gli Accordi di Parigi. Proseguendo su questa strada, infatti, “il rapporto fra Aiuto pubblico allo sviluppo e ricchezza nazionale si terrà con ogni probabilità sotto la soglia dello 0,25%, anni luce di distanza dall'obiettivo dello 0,70% da raggiungere entro il 2030”.
Aoi, Cini e Link2007, a rappresentanza di tutte le Ong italiane, si sono impegnate in questi mesi affinché questo Ddl di Bilancio contenesse risorse e misure volte a rilanciare lo stato della cooperazione allo sviluppo italiano, consapevoli delle voragini che si sono aperte nel passato. In particolare, l’attenzione delle Ong si è concentrata sull'adeguamento degli stanziamenti per le Associazioni di promozione sociale (Aps), che includono associazioni, movimenti e altre aggregazioni costituite per attività di utilità sociale a favore di affiliati o terzi, senza finalità di lucro (non profit).
Le Ong si sono inoltre adoperate per il trasferimento dei fondi non impegnati nell'accoglienza dei migranti dal ministero degli Interni al ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Infine, hanno richiesto a gran voce il completamento effettivo dell’organico dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (organo pubblico che si occupa di promozione dello sviluppo internazionale e di fondi per le emergenze umanitarie) al fine di garantirne una piena operatività.
“Con il voto di fiducia dell’Aula del Senato, si prende atto con amarezza e sconcerto di un nulla di fatto” dichiara l’Agenzia in occasione del primo passaggio del Ddl. “Di fronte a un quadro sconfortante, le centinaia di organizzazioni aderenti ad Aoi, Cini e Link2007 chiedono al Governo e alle forze politiche rappresentate in Parlamento impegni seri per rilanciare il ruolo dell’Italia come attore solidale e di sviluppo”.
di Flavio Natale