Notizie
Iea: senza investimenti nella ricerca, le emissioni zero non saranno raggiunte
Trasporto marittimo, autotrasporto, aviazione, industrie pesanti: questi i settori dove l’innovazione energetica scarseggia. Ma la questione è più complessa: molte delle tecnologie necessarie per la conversione non sono ancora disponibili sul mercato. 13/7/20
“Senza una forte accelerazione nell'innovazione dell'energia pulita, i Paesi e le aziende di tutto il mondo non saranno in grado di adempiere ai propri impegni, e portare le emissioni di carbonio a zero nei prossimi decenni”. L’agenzia internazionale per l’energia (Iea), all’interno del rapporto “Clean energy innovation” diffuso il 2 luglio, valuta le vie da percorrere per accelerare l'innovazione energetica (attraverso la valutazione di oltre 400 tecnologie diverse), elaborando al contempo gli strumenti per migliorare la sicurezza energetica.
"Oggi esiste una netta disconnessione tra gli obiettivi climatici che i governi e le aziende si sono prefissati e lo stato delle tecnologie in grado di raggiungere questi obiettivi", ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell'Iea. "Questo rapporto esamina la rapidità con cui l'innovazione energetica dovrebbe andare avanti per portare tutte le parti dell'economia - compresi settori difficili come i trasporti a lunga distanza e l'industria pesante - a emissioni zero entro il 2050, senza cambiamenti drastici nel modo in cui viviamo la nostra vita”.
Il nodo principale della questione è che le tecnologie che dovrebbero permettere il raggiungimento di questo obiettivo non sono ancora disponibili sul mercato di oggi. “Il messaggio è molto chiaro” aggiunge Fatih Birol. “In assenza di un'innovazione nell'energia pulita molto più rapida, raggiungere le net zero emissions nel 2050 sarà quasi impossibile”.
Una parte significativa della sfida proviene dai settori in cui l’innovazione energetica attualmente scarseggia, come il trasporto marittimo, l'autotrasporto, l'aviazione, o le industrie pesanti – acciaio, cemento e prodotti chimici. La decarbonizzazione di questi settori richiederà infatti lo sviluppo di nuove tecnologie, che non sono attualmente in uso commerciale, anche perché il processo di innovazione che porta un prodotto dal laboratorio di ricerca al mercato può essere lungo, e il successo non è garantito. “Ci sono voluti decenni perché i pannelli solari e le batterie raggiungessero il livello in cui si trovano adesso. Oggi il tempo che abbiamo è ancora più breve”.
In particolare, il Rapporto sottolinea l'importanza di assicurarsi che le soluzioni cruciali per l'energia pulita siano pronte in tempo per l'avvio di cicli di investimento pluridecennali nelle industrie chiave. Se entro il 2030 saranno infatti disponibili tecnologie di questo tipo si potrebbero evitare quasi 60 Gt (gigatonnellate) di emissioni di carbonio.
Un altro problema è che molte delle tecnologie di energia pulita disponibili - come turbine eoliche offshore, veicoli elettrici e alcuni strumenti di cattura e stoccaggio del carbonio - necessitano di una spinta continua all'innovazione, per ridurre i costi e accelerarne l’utilizzo. “Ad esempio” si legge nel Rapporto, “sarebbe necessario implementare rapidi progressi nella progettazione di nuove batterie, ancora prototipi, per spostare il trasporto a lunga distanza dai combustibili fossili all'elettricità”.
Un recente sondaggio dell'Iea ha inoltre rivelato che le aziende che stanno sviluppando tecnologie pulite ritengono probabile che i loro budget per la ricerca e lo sviluppo (R&S) saranno ridotti, chiaro segno del danno che la crisi dovuta al Covid-19 arrecherà all'innovazione energetica.
L’Agenzia offre ai policy makers cinque principi chiave, per promuovere un’innovazione strutturata in grado di fornire, allo stesso tempo, emissioni nette zero e sicurezza energetica:
- Dare la priorità, tracciare, regolare, vuol dire rivedere i processi di selezione pubblici dei portafogli tecnologici per assicurarsi che siano rigorosi, collettivi, flessibili e allineati ai vantaggi locali.
- Aumentare la R&S pubblica e l'innovazione privata. Utilizzare una gamma di strumenti - dalla ricerca e sviluppo pubblico agli incentivi di mercato - per espandere i finanziamenti in base alle diverse tecnologie.
- Osservare il quadro generale, per garantire che tutti i componenti delle catene chiave di produzione stiano avanzando uniformemente, e stiano portando avanti processi di rinnovamento sostenibile.
- Mobilitare la finanza privata per condividere i rischi degli investimenti sostenibili, su scala mondiale.
- Lavorare a livello globale per il successo regionale, cooperando per condividere le pratiche e le soluzioni migliori per implementare lo sviluppo.
Insieme allo “Special report on Sustainable Recovery”, questo rapporto sull'innovazione ha fornito le basi per il vertice dell'Iea sulle energie pulite, il Clean energy transitions summit, tenutosi il 9 luglio. Il vertice è l'evento annuale più importante sulle questioni energetiche e climatiche del 2020, che riunisce oltre 40 ministri del governo, amministratori delegati del settore e altri leader energetici di Paesi che rappresentano l'80% del consumo e delle emissioni globali di energia.
Durante il summit, António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto ai ministri presenti di interrompere il finanziamento di progetti energetici a carbone, in modo da favorire la transizione sostenibile. “Il carbone non ha spazio nei piani di recupero dal Covid-19” ha affermato.
Il Clean energy transitions summit ha inoltre fornito strategie di breve e lungo termine per la ripresa del settore e il raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici. Durante l’incontro sono stati valutati tre obiettivi stilati all’interno di un piano triennale: il raggiungimento di una crescita economica annuale a livello globale dell’1,1%; la creazione di nove milioni di posti di lavoro all’anno; la riduzione delle emissioni globali di gas serra legate al settore energetico per un totale di 4,5 miliardi di tonnellate in tre anni. Ma la strada da percorrere è ancora lunga. “Quest’anno la domanda globale di energia è diminuita drasticamente, così come le emissioni” afferma il direttore esecutivo dell’Iea. “Ma non sappiamo se questa tendenza continuerà. I ministri devono compiere delle scelte attraverso le politiche che metteranno in atto”.
di Flavio Natale