Rubrica: Europa e Agenda 2030
Parlamento europeo: riarmo, difesa, pace giusta
Settimana 10-16 marzo. Il Parlamento accoglie Rearm Europe, conferma il sostegno all’Ucraina, rigetta le posizioni assunte dagli Stati Uniti. Risoluzioni su semestre europeo e politiche sociali. Vertice Ue-Sudafrica.
Difesa europea e sostegno all’Ucraina
Il Parlamento europeo si è riunito la scorsa settimana in sessione plenaria dal 10 al 13 marzo. Particolarmente acceso è stato il dibattito nel merito delle nuove determinazioni sulla difesa europea già assunte dal Consiglio europeo nella sessione straordinaria del 6 marzo sulla proposta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen di adottare una nuova iniziativa denominata Rearm Europe (vedi ultimo paragrafo della rubrica Europa dell’11 marzo) anticipando la presentazione del libro bianco sula difesa programmato per questa settimana.
In particolare il 12 marzo il Parlamento europeo ha adottato a maggioranza due risoluzioni relative al libro bianco sul futuro della difesa europea e alla conferma del sostegno dell’Ue all’Ucraina. Seppur non vincolanti, queste risoluzioni offrono chiari indirizzi sullo sviluppo delle politiche europee per il riarmo, la difesa e il sostegno all’Ucraina per una pace giusta.
Adottata con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, con la risoluzione relativa al libro bianco sul futuro della difesa europea il Parlamento europeo accoglie con favore il piano "Rearm Europe" in cinque punti, proposto il 4 marzo dalla presidente della Commissione, e i risultati del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo 2025.
Il Parlamento considera che la Russia, sostenuta dai suoi alleati, tra cui la Bielorussia, la Cina, la Corea del Nord e l'Iran, rappresenti la minaccia diretta e indiretta più significativa per l'Ue e la sua sicurezza, nonché per la sicurezza dei Paesi candidati e dei partner dell’Ue. Deplora anche le posizioni assunte dal governo statunitense in allineamento con quelle del governo russo, espresse in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle risoluzioni relative al terzo anniversario della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Nel contesto esprime la propria ferma condanna alle minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia.
Nel contempo, affermando che l’Ue è progetto di pace e che la diplomazia deve rimanere una pietra angolare della sua politica estera, ritiene che sia giunto il momento di agire con una rinnovata ambizione politica volta a trasformare l'Ue in garante della sicurezza a pieno titolo, aumentando la sua preparazione alla difesa e costruendo un'autentica Unione europea della difesa.
La risoluzione offre indicazioni per un piano d'azione e richiede espressamente piani di investimento nel settore della difesa a breve e lungo termine, incitando il Consiglio e gli Stati membri ad essere ambiziosi nell’affrontare le profonde sfide strutturali del panorama industriale europeo della difesa e nella cooperazione a livello dell'Ue tra le forze armate degli Stati membri, definendo un approccio generale verso l'integrazione della difesa nell’Ue.
Il Parlamento chiede misure nel breve termine per difendere l'Ucraina da una minaccia esistenziale per la sicurezza dell’Europa avvertendo che, se l'Ue dovesse venir meno al suo sostegno e se l’Ucraina dovesse essere costretta ad arrendersi, la Russia si muoverebbe contro altri Paesi, compresi eventualmente Stati membri dell’Ue. Sollecita dunque gli Stati membri a fornire più armi e munizioni all'Ucraina prima della fine dei negoziati, invitando anche i partner internazionali e gli alleati della Nato a revocare tutte le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'Ucraina contro obiettivi militari nel territorio russo.
Chiede poi un nuovo approccio a lungo termine per essere “Pronti per le evenienze militari più estreme”, richiamando le raccomandazioni della relazione sulla preparazione alle emergenze di Sauli Niinistö, auspicando che l’annunciata strategia dell'Unione in materia di preparazione instradi l'Ue verso una preparazione completa, includendo i principi della "preparazione fin dalla progettazione”, il conferimento del potere ai cittadini per far funzionare la resilienza della società ispirato al concetto finlandese di difesa totale, il potenziamento delle capacità informatiche congiunte per la difesa.
Nel frattempo, invita l'Ue e gli Stati membri a istituire e condurre regolarmente un esercizio di preparazione globale dell’Ue per testare in modo orizzontale sia il processo decisionale ad alto livello che il coordinamento operativo, così da creare forti legami tra i vari attori e settori, puntando alla piena capacità operativa nel 2025 per essere potenziata successivamente.
La risoluzione offre indicazioni per la coerenza e la sovranità nel perseguire gli obiettivi di difesa, inclusa l’istituzione di un regime di sicurezza, chiedendo di concentrarsi, ove possibile, su tecnologie europee rapidamente disponibili e collaudate che riducano gradualmente le nostre dipendenze e migliorino la nostra sicurezza. Nelle indicazioni di governance chiede di istituire un Consiglio dei ministri della difesa e di passare dal voto all’unanimità a quello a maggioranza qualificata per le decisioni prese in seno al Consiglio europeo, al Consiglio dei ministri e alle agenzie dell'Ue come l'Agenzia europea per la difesa, a eccezione delle decisioni che riguardano le operazioni militari con mandato esecutivo.
Sugli aspetti relativi ai finanziamenti e investimenti enuncia che il costo della mancata preparazione alle evenienze militari più estreme sarebbe nettamente superiore al costo di una preparazione decisiva dell’Ue. Invita dunque l'Ue e i suoi Stati membri a definire e concordare modalità e mezzi concreti per giungere a un sostanziale aumento a breve, medio e lungo termine degli investimenti pubblici e privati nei settori della difesa e della sicurezza, avvertendo che i bisogni più urgenti non possono attendere il prossimo Quadro finanziario pluriennale. Nel contesto indica anche opportuno modificare i piani nazionali per la ripresa e la resilienza per lasciare spazio a nuovi finanziamenti per la difesa e chiede che gli investimenti in questione rispondano sia alle vulnerabilità della capacità militare che a quelle del tessuto sociale, consentendoci di combattere tutte le minacce ai nostri valori, al nostro modello sociale, alla nostra sicurezza e alla nostra difesa.
Nella risoluzione sul mantenimento del fermo sostegno dell'Ue all'Ucraina dopo tre anni di guerra di aggressione della Russia approvata lo stesso giorno con 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astensioni, il Parlamento esprime disapprovazione alle negoziazioni per la pace avviate dalla presidenza di Donald Trump: ritiene che gli attuali tentativi dell'amministrazione statunitense di negoziare un cessate il fuoco e un accordo di pace con la Russia escludendo l'Ucraina e gli altri Stati europei, in base ai quali questi ultimi sono messi di fronte al risultato senza una loro significativa partecipazione, siano controproducenti e pericolosi, in quanto finiscono con l'incoraggiare lo Stato belligerante, dimostrando così che una politica aggressiva non è punita ma ricompensata.
E conclude che, tenendo conto dei trascorsi della Russia in materia di violazione di precedenti accordi e dei principi fondamentali del diritto internazionale, tale pace può essere raggiunta solo attraverso la forza, comprese efficaci garanzie di sicurezza.
Esprime ancora sgomento per quanto riguarda la politica dell'amministrazione statunitense di rappacificarsi con la Russia e di prendere di mira i propri alleati; mette in guardia sul fatto che tale politica mina la fiducia dei tradizionali alleati statunitensi in tutto il mondo e può avere conseguenze devastanti per il legame transatlantico, nonché per la pace e la stabilità in Europa e nel resto del mondo.
Il Parlamento chiede poi che tutti i responsabili dei crimini di guerra perpetrati in Ucraina siano chiamati a risponderne, evidenziando che nessuna pace sarà sostenibile senza giustizia e ribadendo la propria ferma convinzione che la Russia deve pagare per gli ingenti danni causati in Ucraina, chiedendo dunque la confisca dei beni statali russi congelati nell'ambito delle sanzioni dell'Ue allo scopo di sostenere la difesa e la ricostruzione dell’Ucraina.
Nel contesto esprime condanna nei confronti del governo ungherese per aver minacciato di bloccare il rinnovo del quadro di sanzioni dell'Ue e di limitare un'adeguata risposta dell'Ue commisurata alla gravità della situazione. Invita dunque gli Stati membri a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per evitare ulteriori blocchi da parte del governo ungherese, e chiede alla Commissione di valutare l’impatto delle sanzioni indagando sulle forme di aggiramento ed elusione alle stesse.
Sugli aspetti finanziari, il Parlamento puntualizza che il sostegno finanziario fornito all'Ucraina dall'Ue e dai suoi Stati membri supera quello di qualsiasi altro Paese, e che il ruolo dell'Ue in qualsiasi negoziato che incida sulla sicurezza dell'Europa deve essere commisurato al suo peso politico ed economico.
Il Parlamento pone anche l’attenzione sull’importanza fondamentale di prevenire le ingerenze russe nei processi politici, elettorali e in altri processi democratici in Ucraina e in Europa, chiedendo all'Ue e agli Stati membri di combattere la disinformazione russa sulla guerra, rafforzando l'alfabetizzazione digitale, promuovendo narrazioni basate sui fatti e chiamando le piattaforme dei social media a rispondere della diffusione di contenuti dannosi applicando rigorosamente il regolamento sui servizi digitali.
Semestre europeo e aspetti sociali
Nella stessa sessione plenaria, il Parlamento ha adottato risoluzioni di particolare interesse in relazione al semestre europeo per il coordinamento delle politiche macro-economiche 2025 e sulle collegate priorità sociali e in materia di occupazione per il 2025. Viene chiesto un rafforzamento delle capacità degli Stati membri attraverso i nuovi regolamenti di coordinamento macro-economico nell’affrontare le sfide dell’equità sociale e intergenerazionale con visione a lungo termine, osservando che le disparità nella capacità di bilancio tra gli Stati membri ostacolano ancora investimenti equi nelle priorità strategiche e indeboliscono la coesione all'interno del mercato unico.
Il Parlamento ritiene che la Commissione e gli Stati membri debbano provvedere affinché le politiche di bilancio nell'ambito del semestre europeo sostengano gli investimenti in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali, in particolare in settori quali gli alloggi dignitosi e a prezzi accessibili, l'assistenza sanitaria di qualità, l'istruzione e i sistemi di protezione sociale, in quanto fondamentali per la coesione sociale e la sostenibilità economica a lungo termine.
Compiacendosi dell'integrazione di un'analisi sul contributo positivo degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) e delle strategie europee per l'uguaglianza nella relazione comune sull'occupazione 2025, invita la Commissione a provvedere affinché la relazione comune sull'occupazione 2026 contempli sia una sezione di analisi sui progressi compiuti verso il conseguimento degli SDGs relativi all'occupazione e alla politica sociale, sia una sezione sui progressi compiuti verso l'eliminazione della discriminazione sociale e lavorativa.
Vertice Unione Europea - Sudafrica
Il 13 marzo si è tenuto il vertice dell’Unione europea con il Sudafrica. I leader hanno assunto una dichiarazione in cui esprimono preoccupazione per la crescita dei conflitti, dell’instabilità geopolitica che mina l’efficacia del multilateralismo, con l’effetto di distrarre l’attenzione dal perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, riaffermando in risposta i propri impegni comuni nell’implementare gli SDGs e le azioni del Patto per il futuro.
Tra gli argomenti trattati nella dichiarazione, sono confermati gli impegni per la riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu e dell’architettura finanziaria globale, il perseguimento degli obiettivi climatici di Parigi mantenendo il contenimento dell’aumento della temperatura terrestre a 1,5° raggiungibile. I leader definiscono nella dichiarazione anche prospettive di collaborazioni bilaterali tra cui lo sfruttamento dei minerali essenziali in un’ottica di crescita inclusiva e di uno sviluppo sostenibile verso l'industrializzazione pulita, annunciando la predisposizione di un memorandum d’Intesa. Avendo il Sudafrica quest’anno la guida del G20, i leader concordano di sviluppare in tale ambito una stretta collaborazione su questi stessi obiettivi.
Novità dalla Commissione europea
Tra le altre novità si segnalano le prime risposte della Commissione all’imposizione dei dazi su alluminio e acciaio imposti alle esportazioni dall’Ue verso gli Stati Uniti, e l’adozione da parte della Commissione di una proposta di regolamento per un sistema comune finalizzato al rimpatrio degli immigrati irregolari.
di Luigi Di Marco
Consulta la rassegna dal 10 al 16 marzo
Copertina: Luigi Di Marco