Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
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The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Rubrica: Europa e Agenda 2030

I leader dei 27 Stati Ue: cambiamenti climatici minaccia esistenziale per l’umanità

Settimana 20-26/10. Consiglio e Parlamento europeo: obiettivi ambiziosi per la Cop 30 sul clima in linea con l’obiettivo 1,5°. Consiglio europeo: Gaza, Ucraina, transizione verde competitiva e transizione digitale sovrana.

Consulta la rassegna dal 20 al 26 ottobre

martedì 28 ottobre 2025
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Particolarmente vivace è stata l’attività delle istituzione europee della scorsa settimana, coincidendo negli stessi giorni la riunione del Consiglio europeo, la sessione plenaria del Parlamento, la plenaria del Comitato economico e sociale europeo che ha eletto come nuovo presidente l’irlandese Séamus Boland, il vertice sociale trilaterale partecipato dalle istituzioni Ue con i rappresentati della parti sociali.

Diverse novità hanno riguardato la politica estera e il ruolo dell’Unione nel multilateralismo, includendo anche l’adozione delle posizioni del Consiglio e del Parlamento in vista della Cop 30 sul clima che si terrà a Belém in Brasile dal 10 al 21 novembre 2025, il consolidamento di accordi bilaterali Ue-Egitto, Ue-Uzbekistan, la cooperazione dell’Ue con i Paesi del mar nero, il sud del Caucaso e dell’Asia centrale, la cooperazione con l’Iraq. Il Consiglio ha adottato anche conclusioni sulla Strategia indo-pacifica e l’agenda strategica Ue-India. Il 24 ottobre, in occasione dell’80esimo anniversario delle Nazioni Unite, è stata anche assunta una dichiarazione congiunta dell’Ue con i 77 Paesi dell’Oacps (che riunisce i Paesi africani, dei Caraibi e del Pacifico), rilanciando gli impegni a collaborare nel quadro del rispetto della Carta Onu, al perseguimento della pace, dell’Agenda 2030, dell’accordo di Parigi sul clima, del Patto per il futuro.  Il 26 ottobre è intervenuto  il presidente del Consiglio europeo António Costa a Kuala Lumpur, in Malesia, in occasione del vertice dei Paesi dell’Asean (che riunisce i Paesi del sud-est asiatico), rimarcando: le nostre regioni condividono l'impegno per il multilateralismo, per l'ordine internazionale basato sulle regole e per i principi della Carta delle Nazioni Unite. Questi principi sono il fondamento della nostra sicurezza e prosperità. L’alternativa è un mondo caotico e violento.

La Commissione europea ha anche adottato atti importanti quali il programma di lavoro per l’anno 2026, intitolato “È ora che l'Europa si renda indipendente”, e la nuova iniziativa strategia per il rinnovo generazionale in agricoltura.

Le posizioni del Consiglio e del Parlamento europeo in vista della Cop 30 di Belém

Il Consiglio dell’Ue ha adottato il 21 ottobre le sue conclusioni sulla “Preparazione della 30ª conferenza delle parti (Cop 30) della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici”, rimarcando la necessità di intervenire con urgenza per limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C e per intensificare gli sforzi di adattamento e rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici, definendo in principio gli stessi cambiamenti climatici minaccia esistenziale per l'umanità, gli ecosistemi e la biodiversità, nonché per la pace e la sicurezza, che non risparmia alcun paese, territorio o regione.

Il Consiglio chiede espressamente che gli Stati presentino contributi determinati a livello nazionale (Ndc) allineati alle traiettorie verso il valore di 1,5 ºC, definiti sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili, esortando i principali responsabili delle emissioni ad aggiornare urgentemente i loro Ndc affinché rispecchino livelli di ambizione più elevati. Nelle conclusioni il Consiglio sottolinea la necessità di un risultato specifico in sede di Cop 30, al fine di affrontare il livello collettivo di ambizione e attuazione.

A tal fine, il Consiglio, ha nuovamente rimarcato l'importanza che il settore dell'energia sia prevalentemente privo di combustibili fossili ben prima del 2050 e l'importanza di puntare a realizzare un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030, senza lasciare spazio a nuova energia da carbone, precisando che in tale settore sono già ampiamente disponibili misure a zero emissioni efficaci sotto il profilo dei costi, che offrono molteplici benefici, tra l'altro, per lo sviluppo sostenibile, la salute umana e la qualità dell’aria, la creazione di posti di lavoro e la sicurezza energetica. Riconoscendo che il costo dell’inazione supera notevolmente il costo di un'azione per il clima tempestiva ed efficace, il Consiglio ha sottolineato  come l'azione per il clima rappresenti la condizione per una migliore sicurezza idrica, per sistemi alimentari sostenibili, per un energia a prezzi accessibili, per la protezione del patrimonio culturale materiale e immateriale, e come le stesse azioni in generale rappresentano uno stimolo e un forte motore per l’innovazione e per la competitività economica, chiedendo l’operatività di percorsi di transizione giusta nel rispetto dei limiti planetari e incentrati sulle persone, senza lasciare indietro nessuno

Il Consiglio invita a una visione di sistema e a un approccio più integrato delle azioni di protezione della natura nel quadro della triplice crisi planetaria, ribadendo l'importanza cruciale di conservare, proteggere e ripristinare la natura, compresi gli ecosistemi marini, montani, di acqua dolce, costieri e terrestri, nell'ottica di conseguire l'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura a 1,5 °C, e chiedendo di rafforzare le misure d’adattamento attraverso la gestione sostenibile del suolo, degli oceani e delle risorse idriche, comprese le soluzioni basate sulla natura.

Il Consiglio accoglie con favore il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia in merito ai cambiamenti climatici e richiama espressamente  l'obbligo per tutti gli Stati di cooperare per rispondere alle minacce dei cambiamenti climatici e di agire, sia individualmente che collettivamente, facendo tutto il possibile per prevenire cambiamenti climatici pericolosi; come pure il ruolo centrale svolto dall'accordo di Parigi nel fornire una serie chiara di obiettivi e un forum serio per tale cooperazione.

Al fine di aumentare i finanziamenti per il clima, il Consiglio richiama il nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) in materia di finanziamenti per il clima adottato in occasione della Cop 29 di Baku sottolineando la necessità di individuare azioni e misure che contribuiscano ad aumentare i finanziamenti per il clima e a sbloccare 1.300 miliardi di dollari entro il 2035 per sostenere i paesi in via di sviluppo nei loro sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione degli stessi, evidenziando nel contempo l'importanza di azioni sistemiche per rendere i flussi finanziari coerenti con gli obiettivi di mitigazione e adattamento  come previsto dallo stesso accordo di Parigi, unitamente all'invito a tutti gli attori a collaborare per raggiungere tale obiettivo.

In coerenza con la stessa posizione del Consiglio si è espresso anche il Parlamento europeo con la risoluzione sulla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2025 a Belém, adottata due giorni dopo il 23 ottobre, articolando le sue posizioni in un atto più complesso e ricco d’informazioni rispetto a quello del Consiglio, ricordando tra le premesse la sua risoluzione del 28 novembre 2019 di dichiarazione dell'emergenza climatica e ambientale. Il Parlamento rimprovera il Consiglio per non essere stato in grado di raggiungere un accordo per la definizione di un obbiettivo di taglio delle emissioni al 2035 e lo esorta a concordarlo quanto prima, chiedendo come livello d’ambizione il limite superiore dell'intervallo indicato dalle raccomandazioni del comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici, prendendo atto della proposta della Commissione relativa a un obiettivo climatico per il 2040 di taglio delle emissioni del 90% accompagnato da politiche abilitanti.

Pur citando la proposta della Commissione europea al 2040 assunta il 2 luglio scorso, è lo stesso Parlamento (oltre al Consiglio) a non aver espresso ancora una propria formale posizione in merito. Come proposta provvisoria di obiettivo intermedio al 2035 di taglio delle emissioni in coerenza con l’Accordo di Parigi, il Consiglio nella dichiarazione d’intenti del 18 settembre 2025 ha identificato un obiettivo indicativo per il 2035 situato in un intervallo compreso tra il 66,25% e il 72,5% di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990 (vedi rubrica Europa del 23 settembre 2025). Il perfezionamento di questa proposta, con la fissazione di un target preciso in vista della Cop30, non è però ancora avvenuta.

Nel frattempo, la Commissione europea ha adottato il 16 ottobre la comunicazione “visione globale dell’Ue per il clima e l’energia” sempre in vista della prossima Cop 30 di Belem concentrandosi in particolare sul rafforzamento del multilateralismo e i partenariati per il conseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi. La presidente Ursula von der Leyen ha partecipato il 21 ottobre a un vertice sul clima tenutosi a Bucarest, rassicurando in un video-messaggio  che l’Unione è sulla buona strada per conseguire i risultati programmati al 2030 e per la neutralità climatica al 2050, e che continua a mantenere un ruolo di leadership sul pianeta portando come risultato un taglio di emissioni già quantificato a circa il 40% rispetto al 1990.

Riunione del Consiglio europeo del 23 ottobre

Anche il Consiglio europeo rappresentato dai capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri, come emerge dalla conclusioni, definisce espressamente i cambiamenti climatici minaccia esistenziale.

Tra i diversi argomenti trattati, una sezione specifica è dedicata alla competitività e duplice transizione: transizione verde competitiva e transizione digitale sovrana.

Per la transizione verde competitiva, il Consiglio evidenzia come l’accordo di Parigi stimola la determinazione dell'Unione a sfruttare appieno il potenziale del rinnovamento industriale e della trasformazione delle sue economie, che sono necessari per creare le tecnologie pulite, i mercati, le industrie e i posti di lavoro di alta qualità del futuro, specificando inoltre che  il potenziamento della competitività dell'Unione, il rafforzamento della sua resilienza e la promozione della transizione verde sono obiettivi che si rafforzano reciprocamente e che devono essere perseguiti insieme. Mettendo in evidenza il fatto che la transizione per poter avere successo deve essere equa e giusta il Consiglio chiede di intensificare urgentemente gli sforzi per garantire l'approvvigionamento di energia a prezzi accessibili e pulita e per realizzare un’autentica Unione dell'energia prima del 2030, anche avvalendosi della nuova task force per l'Unione dell'energia.

Per la transizione digitale sovrana, il Consiglio mantiene la rotta dell’Ue nel promuovere soluzioni tecnologiche antropocentriche che proteggano le persone e i loro dati e salvaguardino la responsabilità digitale, la trasparenza e la resilienza della società. In particolare, il Consiglio europeo rileva l'importanza di tutelare i minori, anche attraverso una maggiore età digitale per l'accesso ai social media, nel rispetto delle competenze nazionali. Soffermandosi sugli aspetti di sicurezza di sistema, il Consiglio evidenzia la necessità di proteggere l'infrastruttura digitale e la base tecnologica dell’Unione, anche affrontando i rischi derivanti dalle minacce ibride, le sfide in materia di cibersicurezza e le dipendenze strategiche, al fine di evitare una dipendenza eccessiva da fornitori esterni, sviluppando le capacità tecnologiche europee e diversificando le fonti di approvvigionamento delle materie prime critiche.

Gli altri temi trattati nelle conclusioni hanno riguardato in particolare la difesa dell’Ue, riscontrando l’adozione della tabella di marcia per la prontezza alla difesa appena presentata dalla Commissione europea, la situazione in medio-oriente ed in particolare sullo sviluppo degli impegni per la pace nella striscia di Gaza.

Il Consiglio chiede di permettere un accesso immediato e senza ostacoli e una distribuzione continua degli aiuti umanitari su vasta scala e in tutta Gaza, nonché di consentire alle Nazioni Unite e alle relative agenzie, come pure alle organizzazioni umanitarie, di operare in modo indipendente e imparziale. Il Consiglio assume l’impegno di continuare a sostenere l'Autorità palestinese, anche nell'ambito della sua riforma in corso e in vista del suo ritorno a Gaza, invitando Israele a svincolare le entrate fiscali e doganali trattenute che sono necessarie per garantire il corretto funzionamento dell'Autorità palestinese e la fornitura di servizi essenziali alla popolazione. Il Consiglio chiede anche la cessazione della violenza dei coloni israeliani in Cisgiordania, dell'espansione degli insediamenti illegali ai sensi del diritto internazionale, nonché dell'operazione militare di Israele evidenziando come ciò mina la soluzione a due Stati.

Per la situazione in Ucraina, il Consiglio ha adottato altre specifiche conclusioni in cui accogliendo l’adozione del 19esimo pacchetto di sanzioni da parte del Consiglio dell’Ue, rinnova gli impegni al sostegno all’Ucraina incluso le misure per la difesa militare. Il Consiglio indica che i beni della Russia dovrebbero rimanere bloccati fino a quando la Russia non abbia cessato la sua guerra di aggressione nei confronti dell'Ucraina e non abbia risarcito quest'ultima per i danni causati da tale guerra. Il Consiglio condanna ancora il sostegno da parte di Paesi terzi, menzionando specificamente l'Iran, la Bielorussia e la Corea del nord, nonché di attori ed entità al loro interno, che consentono alla Russia di portare avanti la sua guerra di aggressione nei confronti dell’Ucraina esortando tutti i Paesi a porre fine immediatamente a qualsiasi assistenza diretta o indiretta alla Russia nella sua guerra contro l'Ucraina.

Il Consiglio rivolge un appello urgente alla Russia e alla Bielorussia affinché garantiscano immediatamente il rimpatrio in Ucraina, in condizioni di sicurezza, di tutte le bambine e i bambini e degli altri civili ucraini deportati e trasferiti illegalmente nei due Paesi, mantenendo la ferma determinazione a garantire il pieno accertamento delle responsabilità per i crimini di guerra e i crimini di estrema gravità commessi.

 

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