Rubrica: Europa e Agenda 2030
Crisi in Sudan, altri conflitti e minacce: le dichiarazioni dell’Unione europea
Settimana 27 ottobre - 2 novembre. L’attività delle istituzioni Ue in politica estera: crisi umanitaria in Sudan, guerra ibrida ai confini dell’Ue, elezioni in Tanzania. Giornata internazionale per la tutela dei giornalisti.
L’attività delle istituzioni europee è rallentata la scorsa settimana in vista delle festività d’inizio novembre. L’urgenza delle crisi umanitarie e le nuove minacce di conflitto non cedono comunque nell’allertare l’attenzione della politica estera europea, in particolare sul ruolo rivestito dall’Alta rappresentante Kaja Kallas.
Il 28 ottobre è stata rilasciata un dichiarazione congiunta da parte della stessa Kallas e di Hadja Lahibib, commissaria europea per la parità, la preparazione e la gestione delle crisi, sull’acuirsi della crisi umanitaria in Sudan collegata alla presa di El Fasher, capitale del Darfur. La dichiarazione mette in evidenza come ciò segni una svolta pericolosa nella guerra che minaccia di peggiorare ulteriormente la già disastrosa situazione umanitaria. I civili presi di mira in base alla loro etnia sottolineano la brutalità dell’organizzazione paramilitare sudanese “Forze di supporto rapido”.
Le commissarie invocano il rispetto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e l’obbligo delle forze di supporto rapido di protezione dei civili, inclusi i soccorritori e i giornalisti nelle aree sotto il loro controllo, e la possibilità per chi vuole lasciare la regione di poterlo fare in sicurezza.
Nella dichiarazione viene ribadito l’impegno dell’Ue nel supportare gli sforzi internazionali per assicurare che i responsabili rispondano dei loro crimini contro l’umanità, ed è evidenziato il ruolo umanitario dell’Ue, il più grande contributore per gli aiuti in Sudan.
Sulle intimidazioni ai nostri confini, Kaja Kallas ha pubblicato il 29 ottobre un’altra Dichiarazione sulle azioni ibride della Bielorussia alle frontiere esterne dell’Ue rappresentate da incursioni di palloni aerostatici dalla Bielorussia nello spazio aereo lituano che hanno pesantemente perturbato il traffico aereo e comportato considerevoli perdite per gli aeroporti lituani e disagi per migliaia di viaggiatori, rischiano di destabilizzare uno Stato membro dell'UE e rappresentano un tentativo di intimidazione nei confronti dei cittadini europei attraverso minacce dirette all'aviazione civile.
L’alta rappresentante precisa come questa nuova azione rientra in una strategia più ampia di guerra ibrida inclusivo anche del traffico di migranti alle frontiere avallato dal governo del premier bielorusso Alexander Lukashenko. Ricordando che al regime bielorusso sono state imposte sanzioni, nella dichiarazione è precisato che l'Ue è pronta ad adottare ulteriori misure opportune, qualora tali azioni dovessero proseguire.
Kallas ha rilasciato il 2 novembre una Dichiarazione sulle elezioni in Tanzania, rappresentando preoccupazione per gli eventi verificatisi, quali episodi di violenza, il blocco di internet nonché segnalazioni di irregolarità nel processo elettorale in alcuni luoghi preceduti già da violenze, arresti e sparizione che hanno limitato lo spazio civico e democratico, nelle precedenti settimane. L'Alta rappresentante dell’Ue ha invitato il governo della Tanzania a proseguire gli sforzi tesi all'attuazione di un sistema multipartitico a pieno titolo e ad avviare un dialogo aperto e inclusivo con tutti i portatori di interessi, in particolare i partiti di opposizione e la società civile, ai fini della riconciliazione.
L’Alta rappresentate e il Consiglio, perseguendo gli impegni delle loro agende di politica estera, hanno adottato e rinnovato atti relativi al mantenimento dei regimi di sanzioni e misure restrittive contro la proliferazione e l'uso delle armi chimiche, nei confronti di Isil/Da'esh e Al Qaeda in relazione ai conflitti in Guinea coinvolgendo in queste misure anche alcuni degli Stati candidati all’allargamento dell’Ue o con cui l’Ue intrattiene rapporti stabili di collaborazione in politica estera quali la Norvegia.
Il 1 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro l’impunità dei crimini contro i gironalisti, ancora Kaja Kallas con Henna Virkkunen (vicepresidente esecutivo e Commissaria europea per l’agenda digitale) e Michel McGrath (commissario europeo per la democrazia e lo Stato di diritto), ha pubblicato una dichiarazione riportando come l'International Federation of Journalists mette in evidenza come sia fatale il perseguimento della verità, in molte parti del mondo ancora nel 2025. Nella dichiarazione vengono riportati i dati dell’impegno dell’Ue per la difesa dei giornalisti: dal 2015, attraverso il meccanismo ProtectDefender.Eu, l'Ue ha fornito supporto diretto a circa 13.000 giornalisti a rischio in tutto il mondo, di cui 943 solo tra settembre 2024 e agosto 2025.
I commissari segnalano come la promozione del pluralismo e della libertà dei media è stata ed è al centro degli sforzi dell'Ue per rafforzare la democrazia e lo stato di diritto, riportando che la recente legge europea per la libertà dei media ha istituito solide garanzie per i media e i giornalisti, garantendo loro di poter svolgere il proprio lavoro senza indebite pressioni e che l’impegno dell’Ue proseguirà con le azioni di monitoraggio anche rispetto alle condizioni di libertà e sicurezza dei giornalisti anche attraverso i rapporti annuali sullo Stato di diritto (vedi secondo paragrafo della rubrica del 15 luglio 2025).
I temi della pace e della cooperazione sono stati centrali anche negli incontri istituzionali internazionali tenuti dal presidente del Consiglio europeo António Costa. In particolare, dopo l’incontro con Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati arabi, riporta in un comunicato stampa del 28 ottobre di aver condiviso come priorità di restare fermamente concentrati sulla rapida e completa attuazione del piano di pace del presidente Trump a Gaza.
Il giorno prima l’incontro con il premier cinese Li Qiang, ai margini del vertice dell’Asean tenutosi gli scorsi giorni a Kuala Lumpur in Malesia. In questo caso Costa riferisce, che oltre ad aver condiviso comunità d’intenti su argomenti quali la lotta ai cambiamenti climatici in vista della Cop 30 in prossimità della sua apertura, ha espressamente esternato l’aspettativa di un ruolo attivo della Cina nel contribuire a porre fine alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.
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Copertina: Ansa
