Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
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The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Rubrica: Europa e Agenda 2030

Conseguire gli obiettivi ambientali europei semplificando le regole

Settimana 8-14 dicembre. Semplificazioni delle normative e accelerazione delle procedure per la valutazione d’impatto ambientale. Iniziative per le reti energetiche e i collegamenti transeuropei. Stato dell’Unione della salute. 16/12/25

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martedì 16 dicembre 2025
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Con l’adozione del pacchetto di semplificazione delle normative ambientali europee presentato dalla Commissione europea il 10 dicembre (denominato “ottavo omnibus”), prosegue l’attività della Commissione europea di semplificazione nel quadro della bussola per la competitività che spinge alla messa in pratica di sforzi senza precedenti per semplificare le leggi dell'Unione, in modo da rendere più facile e veloce fare impresa senza compromettere gli obiettivi politici. Le proposte presentate concorrono dunque a ridurre il carico burocratico con l’obiettivo prefissato del taglio degli oneri del 25% sulle grandi imprese e del 35% sulle Pmi.

Il nuovo pacchetto prevede misure relative alla modifica di adempimenti amministrativi relativi alle emissioni industriali, alla valutazione d’impatto ambientale, all’economia circolare (in particolare su rifiuti e responsabilità estesa del produttore), indicando prossime iniziative per la semplificazione della legislazione ambientale europea.

Nelle premesse della Comunicazione quadro, la Commissione dichiara che le misure di semplificazione non intendono mettere in discussione i livelli d’ambizione delle politiche ambientali europee  precisando che il degrado ambientale e la perdita di risorse causano danni all’economia, alle infrastrutture,   alla stabilità finanziaria, mentre un economia positiva per la natura, circolare può creare crescita e lavoro. Le stesse imprese europee dipendono direttamente dall’ambiente. La Commissione europea, citando un recente studio del Jrc, riporta il dato che 19 dei 23 settori economici dell'Ue hanno una dipendenza sostanziale dalla natura.

Guardando nella specifica proposta di regolamento europeo per accelerare le procedure di valutazione d’impatto ambientale inclusa nel pacchetto, come nei precedenti omnibus di semplificazione, la Commissione riporta nel testo che l’adozione della proposta non è accompagnata da una valutazione d'impatto formale a causa dell'urgenza di agire.

Vengono ad ogni modo riferiti gli esiti della consultazione degli stakeholder esperita ai fini della selezione delle proposte. L’atto ricorda inoltre nelle premesse che in linea con il principio di precauzione sancito dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, le valutazioni ambientali garantiscono sistematicamente un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuiscono all'integrazione di considerazioni ambientali nella preparazione di piani, programmi e progetti, al fine di ridurne l'impatto ambientale e renderli più sostenibili, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Le proposte prevedono in particolare adempimenti organizzativi a carico degli Stati membri quali l’identificazione di un singolo punto di contatto nazionale per facilitare e coordinare l'intero processo di rilascio dei permessi, l’unificazione di procedure che possono riguardare le verifiche di diversi quadri legislativi europei e di collaborazione tra Stati membri in caso d’impatti transfrontalieri, la fissazione di durate massime per le procedure, specifiche su danni occasionali a specie protette prevedendo misure di mitigazione compensative, digitalizzazione dei processi.

Le nuove norme incoraggiano gli Stati membri ad assumersi gli oneri economici della valutazione d’impatto e in particolare ad assicurare che il punto di contatto unico per l’ambiente e le autorità competenti coinvolte nello screening e nelle valutazioni ambientali siano adeguatamente dotati di personale e risorse, valutando le necessità di aggiornamento e riqualificazione professionale, rafforzando la capacità amministrativa e tecnica della pubblica amministrazione.

In parallelo all’adozione di questo nuovo omnibus sulla semplificazione, il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un intesa finale sulle semplificazioni relative all’omnibus sulle direttive europee relative al reporting di sostenibilità e al dovere di diligenza delle imprese.

Il Comitato delle regioni (Cdr), riunito in sessione plenaria negli stessi giorni, ha adottato un parere sul contributo delle città e delle regioni all'agenda per la semplificazione esprimendo preoccupazione per alcune delle misure in corso d’adozione. In particolare, sottolinea i rischi della centralizzazione e di una possibile limitazione della trasparenza del processo decisionale, osservando anche che la semplificazione non deve necessariamente tradursi in una deregolamentazione ma può consistere anche solo in un cambiamento della forma di regolamentazione – da una granulare a una basata su principi, norme generali o clausole. E sottolinea con forza la necessità di garantire il tenore e la qualità di vita dei cittadini dell'Unione, specie in rapporto all'accesso ai servizi pubblici e ai servizi ecosistemici. La semplificazione non deve comportare una riduzione delle politiche dell'Unione europea o un abbassamento degli standard imposti dalla normativa in vigore.  

Il CdR indica avanza inoltre alcune proposte per la semplificazione in particolare l’armonizzazione degli strumenti digitali a livello di Unione, la definizione di un unico corpus normativo (single rulebook) che disciplini tutti i fondi e i programmi dell'Unione europea, la creazione di uno sportello unico europeo per gli appalti pubblici.

Pacchetto reti energetiche

In pari data, la Commissione europea ha adottato anche un pacchetto di misure per lo sviluppo delle reti energetiche europee e un’iniziativa sulle autostrade energetiche. Lo scopo è di raggiungere un livello di interconnettività transnazionale che nell’ottica di un’effettiva Unione dell’energia con ulteriore spinta alla decarbonizzazione e alla riduzione dei costi dell’energia.

La Commissione evidenzia che l’Europa paga l’energia a un livello molto più alto delle altre potenze mondiali: nel 2024 i prezzi dell'energia elettrica per uso industriale nell'Ue hanno raggiunto 0,199 euro/kWh, contro a 0,082 euro in Cina e 0,075 euro negli Stati Uniti. Allo stesso tempo esiste un’ampia variabilità di costi anche all’interno dell’Unione dovuto anche al livello insufficiente di investimenti nelle infrastrutture e nella loro integrazione: nel primo semestre del 2025 il prezzo medio dell'energia elettrica per i consumatori dell'Ue variava da 0,3835 euro/kWh in Germania a 0,1040 euro/kWh in Ungheria, mentre i prezzi dell'energia elettrica per usi non domestici variavano da 0,2726 euro/kWh in Irlanda a 0,0804 euro/kWh in Finlandia.

Evidenziando che i costi dell’inazione sono più alti dei costi dell’azione, la Commissione evidenzia i dati di stima, che un investimento di 5 miliardi di euro nelle reti riduce i costi di sistema di 8 miliardi di euro, generando un guadagno economico netto di 3 miliardi di euro e che l’interconnessione delle reti porterà benefici ai consumatori al 2030 per 40-43 miliardi di euro/anno (rispetto ai 34 miliardi di euro stimati ad oggi).

Il pacchetto adottato include una Comunicazione quadro, una proposta di regolamento con linee guida per reti energetiche transeuropee, una proposta di modifiche alle direttive vigenti per accelerare le procedure di rilascio dei permessi.

Stato dell’Unione della salute

L’11 dicembre la Commissione europea con la presentazione dello Stato dell'Unione della salute e delle relazioni per Paese (tra cui l’Italia), ha evidenziato la necessità di investire nella prevenzione delle malattie non trasmissibili in particolare programmando l’adozione di un piano europeo per la prevenzione del rischio cardio-vascolare rilevando il dato che 62 milioni di persone in Europa soffrono di malattie al sistema cardio-vascolare. Gli altri punti evidenziati dalla Commissione riguardano la necessità d’investire nei servizi sanitari considerando la prospettiva dell’invecchiamento della popolazione, nell’utilizzo delle tecnologie per migliorare le capacità di cura, supportare la competitività europea attraverso l’accessibilità economica ai prodotti farmaceutici e all’innovazione.

In pari data il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo sull’adozione del “pacchetto farmaceutico” che prevede nuove norme volte a rendere il settore farmaceutico dell'Ue più equo e competitivo.

 

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