Rubrica: Voci dal territorio
Buone pratiche: il Fai riscopre il giardino della Kolymbethra, tra storia e biodiversità
Nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, si assiste alla rinascita di un’oasi di biodiversità grazie ad attività di recupero. I frutti conquistano chef e gelatieri, diventando simbolo di un’agricoltura sostenibile. 29/10/25
Tra le colline della Sicilia, a pochi passi dalla Valle dei Templi di Agrigento, si nasconde un luogo sospeso tra storia, cultura e biodiversità: il giardino della Kolymbethra. Per secoli dimenticato, inghiottito dall’incuria e dalle macerie, Kolymbethra oggi rivive grazie al Fai – Fondo per l’ambiente italiano e all’impegno di chi ha saputo vedere il valore di quel luogo prima ancora che fosse riaperto al pubblico. “L’idea di salvare Kolymbethra nasce dalla passione di un agronomo locale, Giuseppe Lo Pilato - racconta Costanza Pratesi, responsabile ufficio paesaggio e patrimonio del Fai -. Quando ci ha contattati, il giardino era in stato di totale abbandono. Abbiamo ottenuto la concessione dalla Regione Sicilia in accordo con il parco archeologico della Valle dei Templi e da lì è iniziata questa straordinaria avventura di riqualificazione”.
Il cuore del sito storico è rappresentato da un sistema idraulico millenario, con canali ipogei scavati nella roccia, capaci di catturare l’acqua da una fonte originaria e dall’umidità notturna, per poi essere raccolta. “Questi canali, ormai ostruiti dal tempo, una volta ripuliti hanno cominciato a funzionare - spiega Pratesi -. L’acqua scorre nuovamente dalle piccole sorgenti fino alle radici degli alberi, proprio come avveniva più di 2mila anni fa. È stato uno dei momenti più magici del recupero”. Lo scorrere dell’acqua racconta una storia che affonda le sue radici nella città di Akragas, fondata dai Greci nel VI secolo a.C., oggi nota come Agrigento. Lo storico Diodoro Siculo narra che nel 480 a.C. il tiranno Terone, per approvvigionare d’acqua la città, fece progettare una rete di gallerie che si concludeva in una grande vasca, detta appunto Kolymbethra. Quel bacino, presto adattato a vivaio di pesci e popolato da cigni e volatili, trasformò l’arida terra siciliana in un giardino fiorente di piante mediterranee, dove la natura diventava parte integrante del paesaggio. Le ricerche storico-archeologiche sul sito sono ancora in corso e non smettono di stupire.
Foto Massimo Siragusa © FAI
Oggi quel legame tra acqua, cultura e natura rivive nel progetto del Fai. Il giardino non è soltanto una testimonianza storica, ma un vero e proprio archivio vivente di biodiversità. Alberi di agrumi antichi, alcuni quasi estinti, sono stati catalogati e riportati in vita. La varietà dei frutti recuperati non ha solo valore scientifico: alcuni, come il limone di Kolymbethra, hanno conquistato chef e gelatieri, diventando simbolo di un’agricoltura sostenibile e di qualità.
Foto © Danilo Sguali
“Quando le persone assaggiano questi frutti capiscono che la biodiversità non è un concetto astratto - sottolinea Pratesi -. È qualcosa di tangibile, un patrimonio che intreccia storia, cultura e gusto. Di fianco al lavoro di recupero, dopo la bonifica del sito e il ripristino del sistema idraulico con il restauro di strutture e canali, abbiamo censito gli alberi e studiato le antiche tecniche di irrigazione, integrandole con sistemi moderni di recupero delle acque. In questo modo abbiamo mantenuto viva la tradizione. Oggi Kolymbethra è anche un laboratorio di conoscenze per il futuro: un luogo dove si sperimenta come coltivare senza sprecare acqua, come scegliere specie più resistenti alla crisi climatica, e come coniugare bellezza e funzione agricola”.
Kolymbethra è un luogo aperto al pubblico e alle scuole. I visitatori e le visitatrici possono passeggiare tra gli agrumi, partecipare a laboratori, osservare i canali e scoprire piante antiche. “Vogliamo che chi arriva qui non si limiti a guardare, ma viva il giardino – aggiunge Pratesi -. Che senta il profumo degli agrumi, tocchi la corteccia degli alberi, osservi l’acqua scorrere e comprenda quanto l’essere umano e la natura possano collaborare in armonia”.
Ma il lavoro del Fai non si ferma qui. Le attività del giardino sono integrate in una visione più ampia di sostenibilità e adattamento ai cambiamenti climatici. “Gli eventi climatici estremi, come alluvioni e ondate di calore, ci hanno insegnato a ripensare ogni intervento: dai muri a secco, che oggi rinforziamo e monitoriamo, agli impianti di irrigazione, fino alla scelta delle specie più resilienti. Mi auguro che questi temi non siano più marginali. Il patrimonio culturale e naturale non è separato dal futuro del nostro territorio: va protetto, vissuto, studiato. E luoghi come Kolymbethra dimostrano che è possibile farlo, con rispetto, passione e visione”, conclude Pratesi.
Oggi Kolymbethra non è solo un giardino storico, ma un simbolo di resilienza e conoscenza. È un luogo dove passato e futuro si incontrano, dove la cura del paesaggio si intreccia con la tutela della biodiversità e la sperimentazione agricola. Testimone di una bellezza senza tempo.
Copertina: Foto Massimo Siragusa © FAI
