Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Rubrica: Voci dal territorio

Buone pratiche: il Fai riscopre il giardino della Kolymbethra, tra storia e biodiversità

Nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, si assiste alla rinascita di un’oasi di biodiversità grazie ad attività di recupero. I frutti conquistano chef e gelatieri, diventando simbolo di un’agricoltura sostenibile. 29/10/25

mercoledì 29 ottobre 2025
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Tra le colline della Sicilia, a pochi passi dalla Valle dei Templi di Agrigento, si nasconde un luogo sospeso tra storia, cultura e biodiversità: il giardino della Kolymbethra. Per secoli dimenticato, inghiottito dall’incuria e dalle macerie, Kolymbethra oggi rivive grazie al FaiFondo per l’ambiente italiano e all’impegno di chi ha saputo vedere il valore di quel luogo prima ancora che fosse riaperto al pubblico. “L’idea di salvare Kolymbethra nasce dalla passione di un agronomo locale, Giuseppe Lo Pilato - racconta Costanza Pratesi, responsabile ufficio paesaggio e patrimonio del Fai -. Quando ci ha contattati, il giardino era in stato di totale abbandono. Abbiamo ottenuto la concessione dalla Regione Sicilia in accordo con il parco archeologico della Valle dei Templi e da lì è iniziata questa straordinaria avventura di riqualificazione”.

Il cuore del sito storico è rappresentato da un sistema idraulico millenario, con canali ipogei scavati nella roccia, capaci di catturare l’acqua da una fonte originaria e dall’umidità notturna, per poi essere raccolta. “Questi canali, ormai ostruiti dal tempo, una volta ripuliti hanno cominciato a funzionare - spiega Pratesi -. L’acqua scorre nuovamente dalle piccole sorgenti fino alle radici degli alberi, proprio come avveniva più di 2mila anni fa. È stato uno dei momenti più magici del recupero”. Lo scorrere dell’acqua racconta una storia che affonda le sue radici nella città di Akragas, fondata dai Greci nel VI secolo a.C., oggi nota come Agrigento. Lo storico Diodoro Siculo narra che nel 480 a.C. il tiranno Terone, per approvvigionare d’acqua la città, fece progettare una rete di gallerie che si concludeva in una grande vasca, detta appunto Kolymbethra. Quel bacino, presto adattato a vivaio di pesci e popolato da cigni e volatili, trasformò l’arida terra siciliana in un giardino fiorente di piante mediterranee, dove la natura diventava parte integrante del paesaggio. Le ricerche storico-archeologiche sul sito sono ancora in corso e non smettono di stupire.

Foto Massimo Siragusa © FAI

Oggi quel legame tra acqua, cultura e natura rivive nel progetto del Fai. Il giardino non è soltanto una testimonianza storica, ma un vero e proprio archivio vivente di biodiversità. Alberi di agrumi antichi, alcuni quasi estinti, sono stati catalogati e riportati in vita. La varietà dei frutti recuperati non ha solo valore scientifico: alcuni, come il limone di Kolymbethra, hanno conquistato chef e gelatieri, diventando simbolo di un’agricoltura sostenibile e di qualità.

Foto © Danilo Sguali

Quando le persone assaggiano questi frutti capiscono che la biodiversità non è un concetto astratto - sottolinea Pratesi -. È qualcosa di tangibile, un patrimonio che intreccia storia, cultura e gusto. Di fianco al lavoro di recupero, dopo la bonifica del sito e il ripristino del sistema idraulico con il restauro di strutture e canali, abbiamo censito gli alberi e studiato le antiche tecniche di irrigazione, integrandole con sistemi moderni di recupero delle acque. In questo modo abbiamo mantenuto viva la tradizione. Oggi Kolymbethra è anche un laboratorio di conoscenze per il futuro: un luogo dove si sperimenta come coltivare senza sprecare acqua, come scegliere specie più resistenti alla crisi climatica, e come coniugare bellezza e funzione agricola”.

Kolymbethra è un luogo aperto al pubblico e alle scuole. I visitatori e le visitatrici possono passeggiare tra gli agrumi, partecipare a laboratori, osservare i canali e scoprire piante antiche. “Vogliamo che chi arriva qui non si limiti a guardare, ma viva il giardino – aggiunge Pratesi -. Che senta il profumo degli agrumi, tocchi la corteccia degli alberi, osservi l’acqua scorrere e comprenda quanto l’essere umano e la natura possano collaborare in armonia”.

Ma il lavoro del Fai non si ferma qui. Le attività del giardino sono integrate in una visione più ampia di sostenibilità e adattamento ai cambiamenti climatici. “Gli eventi climatici estremi, come alluvioni e ondate di calore, ci hanno insegnato a ripensare ogni intervento: dai muri a secco, che oggi rinforziamo e monitoriamo, agli impianti di irrigazione, fino alla scelta delle specie più resilienti. Mi auguro che questi temi non siano più marginali. Il patrimonio culturale e naturale non è separato dal futuro del nostro territorio: va protetto, vissuto, studiato. E luoghi come Kolymbethra dimostrano che è possibile farlo, con rispetto, passione e visione”, conclude Pratesi.

Oggi Kolymbethra non è solo un giardino storico, ma un simbolo di resilienza e conoscenza. È un luogo dove passato e futuro si incontrano, dove la cura del paesaggio si intreccia con la tutela della biodiversità e la sperimentazione agricola. Testimone di una bellezza senza tempo.

 

Copertina: Foto Massimo Siragusa © FAI

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