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L’Italia e il Goal 4: alle superiori competenze insufficienti per metà 18-19enni
Dopo un trend positivo, la pandemia ha segnato una battuta d’arresto per un’istruzione di qualità: competenze minime inadeguate, criticità preesistenti acuite. Tempo pieno e sicurezza tra i temi delle proposte del Rapporto ASviS. 3/11/21
Le politiche per il Goal 4: a che punto siamo
Il Rapporto ASviS 2021, rispetto al Goal 4 “Istruzione di qualità”, mette in evidenza le perdite di apprendimento e di socialità sofferte dagli studenti a causa della pandemia e di mesi di didattica a distanza, con l’esasperazione di divari e disuguaglianze (sociali, territoriali, di genere) già preesistenti. Criticità croniche e congiunturali non avvicinano quindi l’Italia all’Obiettivo. Nonostante la diminuzione costante dei livelli di dispersione, preoccupa infatti il grave incremento della percentuale di studenti che, pur conseguendo un titolo, non possiedono competenze adeguate.
In particolare, dal 2019 al 2021 è aumentata di circa 9 punti percentuali la quota di studenti di 18-19 anni che non raggiungono il livello di sufficienza nelle competenze numeriche e alfabetiche, mentre dal 2004 al 2020 l’abbandono scolastico si riduce di 10 punti, evidenziando un andamento in linea con il raggiungimento dell’obiettivo quantitativo. Per quanto riguarda invece la partecipazione attiva al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni, si registra dal 2013 al 2019 un calo di 3,9 punti percentuali, comportando un allontanamento dal target europeo.
Il Rapporto richiama quindi la necessità, nel prossimo futuro, di perseguire due grandi linee di azione: la prima – più urgente - riguarda il recupero delle competenze cognitive e socio-emotive dell’attuale generazione di studenti, soprattutto quelli più fragili, fortemente penalizzati dalla pandemia; la seconda deve intervenire su alcuni dei nodi strutturali che da decenni rallentano la crescita della qualità dell’istruzione (tra i temi chiave, ad esempio, l’ampliamento di tempo scuola di qualità per tutti, una migliore e più aggiornata formazione dei docenti, sicurezza e innovazione per l’edilizia scolastica). Molti di essi sono presenti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), anche se non sempre con chiarezza di visione e risorse adeguate.
L’Europa e il Goal 4
L’indicatore composito europeo relativo al Goal 4 registra un trend positivo in tutto il periodo analizzato (2010-2019), trainato dall’aumento della quota di laureati (da 32,2% a 39,5%) e dalla riduzione dell’abbandono scolastico, che passa dal 13,8% al 10,2% avvicinandosi alla quota obiettivo pari al 10% prevista dallo Spazio europeo per l’istruzione, da raggiungere entro il 2030. La quota di laureati, pur in crescita, rimane invece distante di 11,5 punti percentuali dall’obiettivo europeo del 50% previsto al 2030.
Criticità vengono evidenziate per le competenze degli studenti in lettura, matematica e scienze. L’indicatore, unico tra quelli analizzati a peggiorare nell’arco di tempo analizzato, mostra, tra il 2012 e il 2018, un incremento di 3,6 punti percentuali della quota di studenti che non raggiungono le competenze di base, in particolare, quelle in lettura peggiorano di 4,5 punti percentuali, mentre quelle in scienze di 5,5.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 4
A livello nazionale, l’indicatore composito del Goal 4 migliora dal 2010 al 2016 grazie all’andamento positivo registrato dagli indicatori relativi alla formazione continua, all’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione e alla quota di laureati. Dal 2016 al 2019 la tendenza positiva si arresta e il composito si stabilizza, per poi peggiorare tra il 2019 e il 2020: si riduce infatti da 8,1% a 7,2% la quota di persone che ha svolto formazione continua nelle ultime quattro settimane e da 35,1% a 30,8% quella di chi ha praticato attività culturali fuori casa; al contrario sale al 39,2% il numero di persone che leggono abitualmente, agevolato dal periodo di lockdown. I test Invalsi 2021 rivelano che il 44% degli studenti che ha terminato la scuola secondaria di secondo grado non raggiunge il livello minimo nelle competenze di italiano e il 51% quello in matematica.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Le proposte dell’ASviS su “Istruzione di qualità”
- Investire nel superamento dei divari nelle competenze minime, soprattutto per gli studenti provenienti da famiglie svantaggiate dal punto di vista socioeconomico o che vivono in regioni del Sud;
- investire nella lotta alla dispersione scolastica, garantendo il tempo pieno a scuola;
- promuovere una didattica aperta e integrata, nell’ottica dell’implementazione dei Patti Educativi di Comunità;
- garantire l’accesso all’istruzione di qualità, aumentando gli investimenti ordinari sull’istruzione pubblica con l’obiettivo di passare dal 3,9% attuale del Pil al 5%, allineandosi alla media europea;
- valorizzare la formazione delle competenze trasversali e digitali nei programmi di studio attraverso una didattica innovativa e inclusiva;
- attivare forme di contrasto agli stereotipi di genere nell’insegnamento quotidiano e ridurre il divario nell’apprendimento delle materie scientifiche;
- rafforzare l’elaborazione di curricula specifici per l’insegnamento dell’Educazione Civica per le scuole di ogni ordine e grado;
- intervenire per la messa in sicurezza delle strutture scolastiche, favorendo al tempo stesso il raggiungimento di obiettivi di innovazione didattica.
Guarda tutte le proposte sul Goal 4
di Elita Viola
Il Rapporto ASviS 2021 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato il 28 settembre in occasione dell’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |