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Quaderno ASviS: siamo interconnessi, la salute globale sia una priorità politica
Il documento, realizzato dal Gruppo di lavoro su “Salute e benessere” con esperti e il supporto incondizionato di Viatris, raccoglie riflessioni su sfide e opportunità per la salute globale emerse dalla pandemia. 10/10/22
Quali le sfide da affrontare e le possibili soluzioni per raggiungere e garantire una salute globale equa e sostenibile che tenga conto del benessere della popolazione, della globalizzazione e della salute ambientale e animale? A queste domande ha voluto rispondere il Quaderno “Salute globale e determinanti sociali, ambientali, economici. Una nuova consapevolezza dopo la pandemia da Covid-19”, un progetto del Gruppo di lavoro dell’ASviS sul Goal 3 “Salute e benessere”, realizzato con la collaborazione di esperte ed esperti e con il supporto incondizionato di Viatris, diffuso il 10 ottobre durante l’evento nazionale del Festival dello Sviluppo Sostenibile dedicato alla salute.
Il documento, attraverso i contributi di medici, sociologi, economisti, epidemiologi, ambientalisti ed esperti di sanità pubblica, delinea la complessità del concetto di salute globale, offrendo riflessioni e spunti sulle strette interconnessioni economiche, ambientali, sociali e sanitarie, secondo il concetto di “One health”, rese maggiormente evidenti dalla pandemia da Covid-19.
Sfide e criticità. Tra i punti che necessitano di particolare attenzione, il Quaderno sottolinea la lotta alle disuguaglianze in ambito sanitario: la pandemia ha dimostrato che un cambio di paradigma nell’attuale modello socio-economico è necessario per garantire ricchezza e benessere in modo equo. L’accesso ai vaccini anti Covid-19, ma anche a medicinali, terapie e diagnostica per tutte e tutti, è uno degli esempi principali delle disuguaglianze in ambito sanitario ed è al centro del lavoro di iniziative come la “People’s vaccine alliance” e i negoziati sul Trattato pandemico globale per la prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie future.
Il Quaderno mette in luce anche le criticità del sistema sanitario italiano, accentuate dalla pandemia, come la carenza di personale sanitario e la scarsa valorizzazione del capitale umano. Infatti, nonostante il personale sanitario sia notevolmente inferiore in Italia rispetto alla media europea, e con livelli retributivi molto più bassi rispetto ai grandi Paesi europei, “la tenuta del sistema sanitario durante le ondate pandemiche è stata positiva, e ciò è avvenuto proprio grazie alla competenza e all’impegno dei professionisti sanitari. Il che rimanda alla scarsa considerazione che in Italia persiste rispetto al capitale umano in generale e specialmente al personale sanitario”, secondo il volume.
In Italia, anche il progressivo invecchiamento della popolazione e lo scarso tasso di natalità pongono importanti sfide al sistema sanitario e sociale. Il nostro Paese, infatti, è tra le nazioni con il numero medio di figli per donna più basso al mondo e le previsioni dell’Istat al 2070 sono chiarissime nel descrivere un Paese sempre più vecchio, che necessita di un cambiamento nelle politiche a sostegno delle donne.
E ancora, in merito all’impatto psicologico della pandemia, viene sottolineato come le azioni di coordinamento e di concreto intervento durante la pandemia abbiano presentato notevoli criticità sia a livello nazionale che regionale, specie per ciò che riguarda la salute mentale, rispetto alla quale le disuguaglianze inter-regionali sono notevoli.
Possibili soluzioni. Tra le risposte alle criticità del sistema sanitario nazionale e internazionale evidenziate dal Quaderno, si sottolinea la necessità di rilanciare la cooperazione e la solidarietà. A livello locale è importante, ad esempio, ripensare a modelli assistenziali incentrati sulla prossimità, con particolare attenzione alla parte di popolazione che si trova in situazioni di vulnerabilità. Il ruolo delle comunità diventa, quindi, centrale per un approccio volto a contrastare isolamento e fragilità.
Il documento sottolinea anche l’importanza di riconsiderare il rapporto fra economia e salute in un’ottica di “economia del benessere” (una disciplina economica che prende spunto dall’equilibrio economico generale di stampo keynesiano), il cui obiettivo ultimo è la tutela del benessere umano e dell’ambiente, garantendo equità e dignità personale.
Il diritto alla salute, presente nella “Dichiarazione universale dei diritti umani” dell’Assemblea Generale dell’Onu, “è nella pratica spesso disatteso, non solo nei Paesi martoriati da guerra e povertà, ma anche in Paesi a reddito medio alto come l’Italia”, evidenzia il Quaderno. Nonostante l’Italia possa contare su leggi evolute e lungimiranti per la tutela della salute, molti importanti obiettivi aspettano ancora di essere attuati. Da questo punto di vista, i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresentano un’opportunità di rilancio e anche di ripensamento dell’offerta sanitaria alla luce di quanto appreso dall’esperienza del Covid-19. Fondamentali, in Italia, sono poi le politiche sociali, per garantire un welfare più robusto e una migliore occupazione femminile: “il lavoro delle donne è un investimento sul futuro”, si legge nel testo.
Il documento conclude affermando che la pandemia “ci ha reso più insicuri e fragili aprendoci gli occhi di fronte al fatto che, in un’epoca globalizzata, siamo tutti interconnessi e interdipendenti ed è assolutamente necessario porre la salute globale come priorità nelle politiche locali, nazionali e globali, come previsto dall’Agenda 2030 dell’Onu”.
di Maddalena Binda