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Occorre non fare passi indietro su Agenda 2030 e Green deal, mentre serve un salto legislativo, secondo quanto emerso all’evento dedicato alle istituzioni. L’impegno dell’Intergruppo parlamentare sviluppo sostenibile sul Rapporto 2024. 20/11/24
Un invito alle istituzioni europee a rinnovare l’impegno sull’Agenda 2030 e il Green deal, mantenendo la leadership globale sia in termini di strategie che di normative. Ma anche un richiamo alla politica nazionale, affinché rafforzi la coerenza dei provvedimenti con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), in primis con lo strumento della valutazione ex ante. Questi i temi principali dell’ASviS Live “L’Europa che verrà e le implicazioni per l’Italia: i prossimi passi della legislatura europea 2024-2029”, il primo di quattro appuntamenti organizzati dall’Alleanza per approfondire il Rapporto 2024, dedicato ad approfondire la dimensione istituzionale dello sviluppo sostenibile. L’incontro, che si è svolto il 19 novembre a Roma, presso la CEOForLife Clubhouse Montecitorio, e in diretta streaming, ha raggiunto più di 148mila persone con oltre 45mila visualizzazioni della diretta attraverso Vimeo, il sito asvis.it e i canali Facebook e YouTube ASviS, grazie anche alla collaborazione con Ansa e Rai per la sostenibilità - Esg.
In apertura, il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini, ha inquadrato l’evento nel delicato contesto internazionale, citando il Patto sul futuro approvato all’Onu, che “si fonda sull’idea del rilancio del multilateralismo” e richiede “un salto di qualità” da parte dell’Europa e dell’Italia.
Guardando all’Unione europea, Giovannini ha evidenziato le sfide della nuova legislatura: “Ursula von der Leyen, nelle lettere ai commissari, ha detto che ciascuno di loro è responsabile del raggiungimento degli SDGs. Negli Orientamenti politici si trovano molte proposte che mirano a questa accelerazione: competitività sostenibile, mantenimento del Green deal al centro delle politiche, rafforzamento della capacità di difesa europea e trasformazione del settore industriale, per prepararsi alla decarbonizzazione”. Nonostante le divisioni tra i gruppi politici, l’Ue deve, secondo Giovannini, “esercitare la propria capacità di leadership per l’Agenda 2030”.
Passando all’Italia, il direttore scientifico dell’ASviS ha richiamato alcune proposte centrali del Rapporto, come l’adozione di un Piano di accelerazione sullo sviluppo sostenibile, impegno già preso dal governo, una legge nazionale sul clima, la territorializzazione degli SDGs e l’applicazione della Dichiarazione sulle future generazioni. Ha anche ricordato che “con il Patto sul futuro, l’Italia si è impegnata a pianificare a lungo termine”.
“Abbiamo perso l'abitudine a fare politiche, ci siamo adagiati nella politica. Rapporti come questi sono uno stimolo per tornare alle politiche e alla programmazione”. Così ha aperto il suo intervento Federico Freni, sottosegretario all’Economia e le finanze. L’esponente leghista ha sottolineato che programmare per raggiungere i Goal è “ancora più ambizioso”, data l’impossibilità di raggiungere i risultati in un anno o due. Tuttavia, si è chiesto se gli sforzi richiesti al 2030 non siano troppo impegnativi: “Siamo stati lenti noi o sono gli Obiettivi a essere troppo ambiziosi?”. Un’ulteriore riflessione è stata dedicata al rapporto tra dimensione nazionale ed europea: “Se restiamo ancorati all’ottica nazionale, senza entrare in una dimensione di politiche europee, non saremo in grado di affrontare le crisi future”.
A Giovannini che ha chiesto se la valutazione ex ante dei provvedimenti, funzionale a comprenderne gli impatti sullo sviluppo sostenibile, potrà essere rafforzata nel nuovo ciclo di bilancio, Freni ha risposto così: “La valutazione d'impatto è essenziale, ma in passato i risultati sono stati pessimi, i legislatori si sono attardati sulla contingenza trascurando l'analisi di impatto. Oggi abbiamo un alleato in più, il Piano strutturale di bilancio di medio termine e la riforma della 196 (legge di contabilità e finanza pubblica, ndr), che andrà in questa direzione”.
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha affrontato in videocollegamento i temi dell’agroalimentare: “Il settore deve aumentare la produzione di alimenti del 30% entro il 2050. Abbiamo un vantaggio competitivo grazie alle misure adottate per la sostenibilità, ma ci troviamo di fronte a un bivio: inseguire gli Usa o inserire il tema della reciprocità negli accordi internazionali. Da una parte c’è l'Europa che cerca di proteggere le risorse, dall'altra un pezzo di mondo in cui il tema della sostenibilità non viene considerato”.
Rispondendo a una domanda sulla Nature restoration law, Giansanti ha sottolineato che “gli agricoltori si sono schierati contro a causa di un mancato dialogo” con le istituzioni europee. “Con un contributo al tavolo da parte degli agricoltori, questa legge potrebbe diventare una grande opportunità”.
In foto: Enrico Giovannini e Alessandro Colucci
Chiara Braga, deputata del Partito democratico e membro della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, ha evidenziato le carenze del dibattito parlamentare, legandole ai temi del Rapporto ASviS: “Nella discussione sulla Legge di bilancio manca la percezione dell'urgenza. Siamo distanti da ogni ipotesi di accelerazione e accumuliamo ritardi in ambiti come il contrasto ai cambiamenti climatici. Sulle politiche industriali dovremmo implementare strumenti e risorse per le transizioni gemelle, in cui ci siamo impegnati anche con il Pnrr. Sulla trasformazione del patrimonio edilizio non c’è la consapevolezza sugli strumenti di programmazione, da costruire con investimenti pubblici e privati”. Braga ha anche espresso preoccupazione per la legge sull’autonomia differenziata, che potrebbe ampliare i divari territoriali e indebolire il coordinamento delle politiche per l’Agenda 2030.
Intanto, salvo imprevisti, la Commissione von der Leyen II dovrebbe entrare in carica il 1 dicembre. Tuttavia, il percorso è stato tortuoso, segnato da veti incrociati tra Popolari e Socialisti. Durante l’ASviS Live Monica Frassoni, ex europarlamentare e ora presidente di European alliance to save Energy, ha osservato che per una volta i contrasti a Bruxelles non sono stati personali, ma politici: “C’è in gioco una Commissione che deve rispettare le linee guida o, al contrario, cambiare direzione a seconda della maggioranza”. Secondo Frassoni, il rischio che il pacchetto Fit for 55 venga riconsiderato è alto, senza i necessari chiarimenti a monte nella nuova Commissione.
Angela Mauro, inviata speciale dell’Huffpost, ha invitato a considerare il lato positivo: “La contestazione del Green Deal obbliga la Commissione a un bagno di realtà su come è stato costruito, creando un vuoto che le forze euroscettiche hanno riempito. Ora è il momento di instradare le varie proposte su binari più realistici e programmatici”.
Alessandro Colucci, deputato di Noi con l’Italia e presidente dell’Intergruppo parlamentare sullo sviluppo sostenibile, ha parlato di un equilibrio difficile per il futuro dell’Ue: “Sono un profondo europeista, anche sui temi della transizione ecologica. Credo però che l'approccio dell'Europa sia stato a volte troppo ideologico e regolatorio, e questo non piace alla popolazione”. In chiusura dell’evento, Colucci ha assunto l’impegno di discutere il Rapporto ASviS in una delle prossime riunioni dell’Intergruppo: “È un lavoro interessante che porterebbe la politica a ragionare e confrontarsi, e potremmo anche individuare dei traguardi intermedi per le vostre proposte”.
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