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Pnrr: l’ASviS in audizione alla Camera invita a un approccio strutturale e duraturo
Giovannini ha evidenziato criticità legate a siccità, riqualificazione urbana ed energie rinnovabili, chiedendo risorse adeguate e un superamento della frammentazione decisionale. 21/1/2025
“La nostra sensazione è che gli interventi emergenziali o di velocizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dovrebbero essere l’occasione per affrontare in modo più strutturale i temi legati allo sviluppo sostenibile, magari con approfondimenti duraturi da parte del Parlamento, per evitare che le situazioni diventino emergenziali”.
Si tratta di uno dei messaggi lanciati da Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, in occasione dell’audizione alla Camera dei deputati, presso le Commissioni riunite bilancio e ambiente, il 20 gennaio, in merito al Disegno di legge (Ddl) di conversione del decreto 31 dicembre 2024 (numero 208) recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Pnrr.
Durante il suo intervento Giovannini ha ricordato che l’Italia non è ancora su un sentiero di sviluppo sostenibile, come descritto all’interno del Rapporto ASviS 2024. Per esempio, nonostante gli impegni presi a livello internazionale, anche con la firma del Patto sul Futuro, le scelte del Paese risultano insufficienti per raggiungere l’Agenda 2030. Dei 37 obiettivi quantitativi valutati nello studio e legati a impegni europei e nazionali, solo otto appaiono raggiungibili entro la scadenza del 2030, per 22 non sarà invece possibile raggiungerli, per gli altri sette il risultato è incerto. “È urgente e necessario un profondo cambiamento di approccio, mettendo lo sviluppo sostenibile al centro di tutte le politiche – ha continuato Giovannini, facendo poi qualche esempio -. Se parliamo di siccità, è evidente che la situazione sia destinata a peggiorare. Certo, i dissalatori in Sicilia possono essere una soluzione, anche se costosa, ma per risolvere le criticità occorre mettere in campo soluzioni strutturali. Sarebbe poi importante che la Commissione provasse a utilizzare i casi emblematici per valutare quanto i piani di riqualificazione urbana, lotta al dissesto idrogeologico e alla siccità, siano effettivamente coerenti con le necessità”.
Per quanto riguarda il capitolo dei finanziamenti degli interventi, Giovannini ha infine ribadito che “nel piano strutturale di bilancio mancano le risorse, in particolare quelle post 2026, che servono per portare a termine gli interventi interessati dai nuovi regolamenti dell’Unione europea e dagli impegni presi dall’Italia in sede internazionale. Sulla legge sulla riqualificazione urbana, per esempio, non c’è ancora un finanziamento per attuare la direttiva sulle case green, una precondizione per raggiungere una piena riqualificazione urbana. Importante sarà poi la semplificazione prevista per le energie rinnovabili, su cui però non possiamo non segnalare che il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) non dà risposte soddisfacenti, anche per realizzare gli impegni europei. Inoltre, qui le procedure continuano a essere lente e farraginose. Anche su questo c’è bisogno di un intervento strutturale che superi la frammentazione delle decisioni a livello regionale”.
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