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All’evento sulla dimensione sociale dell’Agenda 2030, le criticità del Servizio sanitario nazionale e i dati inquietanti sulla povertà assoluta, anche minorile. Confronto tra politica, attori sociali, aziende e istituzioni finanziarie. 11/11/25
Investire nella sanità pubblica per non condannare milioni di persone a rinunciare al diritto alla salute. Affrontare con misure strutturali l’emergenza della povertà in Italia, che rischia di ampliarsi coinvolgendo sempre più minori. Sono i temi che hanno animato l’ASviS Live sulla dimensione sociale dello sviluppo sostenibile, che si è tenuto il 10 novembre presso la Club House di CeoForLife a Roma. È stato il secondo dei quattro eventi organizzati dall’Alleanza per discutere dei risultati del Rapporto 2025, pubblicato a fine ottobre.
“Non lasciare nessuno indietro è lo slogan dell’Agenda 2030: facile da dirsi, molto più difficile da realizzarsi”, ha sottolineato in apertura Enrico Giovannini, rilevando come il mondo non sia su un sentiero di sviluppo sostenibile, “con situazioni particolarmente negative proprio sui temi della povertà, della salute, dell’educazione, delle disuguaglianze di genere e dell’occupazione. Pandemia, guerre e inflazione hanno spinto gli investimenti nella direzione sbagliata. Rispetto alla povertà l’Italia è più indietro del resto d’Europa. Lo stesso accade per l’istruzione di qualità, per le disuguaglianze e per il lavoro, dove siamo sostanzialmente al penultimo posto”. Nella sua presentazione, Giovannini ha richiamato la necessità per l’Italia di definire il Piano per l’accelerazione trasformativa (Pat), impegno assunto in sede Onu nel 2023, e ha salutato l’introduzione della valutazione di impatto intergenerazionale delle nuove leggi (Vig), da rendere presto operativa: “Pensate ad applicarla alla legge di bilancio: è l’obbligo di pensare al futuro”. Sulla salute, il direttore scientifico dell’ASviS ha evidenziato la necessità di rafforzare il Servizio sanitario nazionale: “Il ministero ha istituito un dipartimento dedicato a One Health, con l’idea di coniugare la salute delle persone con quella del pianeta, ma abbiamo bisogno di portare la salute in tutte le politiche. Pensate alla mobilità sostenibile: in Europa abbiamo 300mila morti premature all’anno per malattie legate all’inquinamento. E non riguarda soltanto i trasporti, ma anche il riscaldamento e altri aspetti. Dobbiamo fare di più, potenziare le iniziative che riducono i rischi ambientali”.
Grazia Francescato, ambientalista e membro del comitato scientifico di Alleanza verdi e sinistra (Avs), ha posto l’accento sulla dimensione culturale della sostenibilità: “Avete ancora una volta affermato con dati impeccabili che la sostenibilità o sarà quadruplice – sociale, economica, ambientale e istituzionale – o non sarà. Aggiungo la dimensione culturale e spirituale. Eppure, il processo di conversione ecologica avanza a un passo troppo lento. Siamo pieni di speranza per la Cop 30, ma purtroppo c’è quest’abitudine a dire una cosa e poi farne un’altra. Abbiamo un groviglio di crisi intrecciate: la cura della memoria è lo strumento principe del nuovo kit di strumenti da adottare in futuro. Per questo Avs si è dotata di un comitato scientifico indipendente per fondare le attività su basi solide”.
In collegamento da remoto, il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha richiamato l’esigenza di porre al centro la persona: “La sostenibilità non è solo un fine ma un mezzo: uno strumento per trasformare la comunità in cui viviamo in una società più equa, inclusiva, capace di crescere generando valore condiviso. Gli obiettivi non possono essere letti separatamente: la crescita può avvenire solo facendo leva su ciascuno di questi ambiti”. Sulla sanità, Cappellacci ha rivendicato il lavoro del governo: “Quando ci siamo insediati il Servizio sanitario nazionale era in grande difficoltà. Abbiamo completato l’assetto introducendo trasparenza a tutti i livelli. Se la prestazione non viene garantita nei tempi, il cittadino può ottenerla nel privato convenzionato senza costi aggiuntivi”.

È stata poi la volta di Guido Romano, responsabile monitoraggio e analisi di impatto di Cassa Depositi e Prestiti, che ha ricordato il ruolo storico dell’istituto nella prospettiva intergenerazionale: “Cassa Depositi e Prestiti trasforma risparmio in investimenti da 175 anni, è nel nostro Dna. Abbiamo introdotto il modello rischio-rendimento-impatto: oltre a minimizzare il rischio e massimizzare il rendimento, abbiamo la responsabilità di massimizzare l’impatto e la sostenibilità”. Sul metodo, Romano ha spiegato: “Valutiamo l’impatto ex ante e monitoriamo nel tempo per vedere se i risultati attesi si realizzano. Questo ci permette di capire cosa determina il successo negli aspetti sociali, economici, ambientali. Cdp ha una propria tassonomia che poi ha una doppia lettura con gli SDGs (Obiettivi di sviluppo sostenibile, ndr). La finanza d’impatto sarà il modo in cui funzionerà la finanza nei prossimi anni”.
Simone Targetti Ferri, direttore sostenibilità di L’Oréal Italia, ha sottolineato come la sostenibilità sociale sia radicata nella multinazionale della cosmetica: “È nel nostro Dna fin dal 1909, quando l’azienda nacque con l’idea di valorizzare il ruolo della donna. Negli investimenti sociali non può essere pura filantropia: per un’azienda privata la sostenibilità deve generare un impatto reale per la società e, allo stesso tempo, rafforzare il nostro modello industriale”. Targetti Ferri ha sottolineato come questo approccio sia oggi decisivo anche per attrarre talenti e rafforzare le relazioni lungo la filiera, coinvolgendo clienti e fornitori in programmi comuni perché, ha detto, senza una logica collaborativa “l’impatto rischia di essere limitato, una piccola goccia nello stagno”. Stimolato da Giovannini sul rischio di una marcia indietro di una parte del mondo imprenditoriale, l’ospite ha detto di non vedere arretramenti nelle strategie aziendali, ma anzi si stanno cercando “nuovi modi di creare valore per la società e integrare la sostenibilità nel cuore del business”.
Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la Povertà, ha richiamato il quadro drammatico sulla povertà in Italia: “Cinque milioni e 700mila persone sono in povertà assoluta, di cui un milione e 300mila minori: è una ferita aperta nel cuore della democrazia, non possiamo più sottovalutarlo. Da 12 anni diciamo a chi si alterna al governo che questo Paese ha un problema molto serio con la povertà relativa e assoluta”. Poi un riferimento ai tempi della sanità: “Non è possibile aspettare anni, o anche mesi, per una Tac: quel diritto non è più esigibile. Se servono 15 mesi, altro che prevenzione: parliamo di vite e di dignità. Se in Italia si vive più a lungo rispetto al passato è anche per quella sanità pubblica che fino a un certo punto è stata all’altezza del compito. Oggi dobbiamo capire come riprendere quella rotta”. Giovannini ha chiosato: “La Legge di bilancio non offre risposte adeguate a questi problemi enormi”.
La diretta streaming dell'incontro, trasmessa sul sito e i canali social dell’ASviS, oltre che sul sito ansa.it, sulla pagina Facebook Ansa e sulla pagina Facebook Rai per la sostenibilità, ha raggiunto oltre 136mila persone con più di 55mila visualizzazioni della diretta.
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di Andrea De Tommasi
