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Policy brief ASviS: analisi e proposte per la partecipazione democratica giovanile
Politica distante e inaccessibile per molti giovani. Per avvicinarli alle istituzioni voto a distanza, potenziamento del Servizio civile e valutazione dell’impatto generazionale delle leggi. Le raccomandazioni del documento. 22/2/24
Nel 2022, il 42% di giovani tra i 18 e i 34 anni non ha votato alle elezioni politiche (sei punti percentuali in più rispetto al tasso medio nazionale), con un picco del 50% per quelli che vivono in condizioni di marginalità socio-economica. Dati che sottolineano l’esigenza di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sul tema della partecipazione democratica giovanile, considerando che il 77% dei giovani giudica “insufficiente” l’operato dei partiti politici.
Analizzare il contesto attuale e fornire raccomandazioni per rispondere a questa necessità è l’obiettivo del Policy brief ASviS “La partecipazione democratica giovanile: problemi attuali e possibili soluzioni”, elaborato su impulso del Gruppo di lavoro sul Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide”, d’intesa con il Gruppo di lavoro trasversale “Organizzazioni giovanili”. Il documento è stato presentato il 22 febbraio in occasione dell’evento “La giustizia tra generazioni: dalla modifica della Costituzione alla pratica”, durante il quale è stato celebrato il secondo anniversario della riforma costituzionale che ha inserito, con la modifica degli articoli 9 e 41, il concetto di giustizia intergenerazionale, traguardo per cui l’Alleanza si è mobilitata fin dalla sua nascita.
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Lontani dal voto, ma non dalla cittadinanza
Il fatto che i giovani siano il gruppo sociale che più si astiene dal voto non vuol dire che si sentano lontani dalla politica. Secondo quanto riportato dal Policy brief, infatti, la considerano come uno strumento fondamentale per cambiare il Paese e vorrebbero votare, ma si trovano in difficoltà a farlo e il 74% di essi sostiene che parteciperebbe più volentieri se ci fossero più giovani tra i protagonisti politici. Tuttavia, esistono delle barriere strutturali nella partecipazione elettorale dei giovani: il limite anagrafico per essere eletti alla Camera dei deputati è di 25 anni, al Senato di 40. A questo si aggiungono altre barriere che ostacolano la partecipazione, come il fatto che il voto ai fuorisede non sia ancora garantito e che non sia stata ancora attivata la piattaforma digitale per la raccolta delle firme per i referendum e per i progetti di legge di iniziativa popolare, disattendendo molte aspettative generate tra le giovani generazioni.
ASviS Live Costituzione: dare ai giovani formazione, fiducia e responsabilità
Valore delle nuove generazioni non riconosciuto, gli effetti raccontati nel Policy brief presentato all’evento. Pisani (Cng): abbassare età minima per elezione. Ministro Abodi: c’è sfiducia nella politica, dobbiamo mostrarci affidabili. [VIDEO] 23/2/24
Nonostante queste criticità, ricorda il documento ASviS, i giovani sono il gruppo sociale più attivo nelle mobilitazioni e nelle azioni volte a costruire un futuro migliore per il Paese e la società. Per esempio, nel campo del volontariato l’attivismo giovanile è molto vivace, infatti la classe di età tra i 18 e i 19 anni è quella che più spesso svolge attività gratuite nelle associazioni. Inoltre, secondo i dati Istat del Rapporto “Benessere equo e sostenibile”, nel 2022 quasi il 40% dei giovani in età compresa tra i 14 e i 19 anni era impegnato in un’attività a servizio della collettività, a fronte del 27-30% di chi aveva tra i 20 e i 54 anni. Il protagonismo giovanile è stato ben visibile anche nelle mobilitazioni spontanee nate nel 2023 per prestare soccorso alle popolazioni colpite dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana.
Inoltre, i giovani sembrano essere più inclini ad attivarsi per cause che toccano l’ambiente, i diritti civili e la promozione della Pace, tutti temi strettamente connessi con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Questo maggiore attivismo, spiega il Policy brief, è anche dovuto al traino che ha svolto il movimento Fridays for future nell’attivazione delle giovani generazioni. Infatti, il 4,4% dei giovani tra 18 e 19 anni ha partecipato a riunioni in associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace, una percentuale più che doppia rispetto a quella media della popolazione (1,7%).
“Occorre, quindi, tenere conto che spesso non si tratta di apatia o disaffezione giovanile alla vita pubblica, ma di una diversa articolazione da parte dei giovani alla partecipazione democratica”, sottolinea il Policy brief.
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Il Servizio civile universale
Un altro elemento che dimostra la portata dell’attivazione dei giovani è il divario strutturale tra il numero di domande di partecipazione al Servizio civile universale (Scu) e il numero di progetti effettivamente realizzati. Nel 2023, per esempio, sono state presentate 105.098 domande da parte di giovani tra i 18 e i 28 anni, a fronte di 71.550 posti messi a bando, mentre nel decennio 2010-2020 viene stimato che le domande sono state mediamente quattro volte superiori rispetto ai posti messi a disposizione, per un totale di circa 800mila giovani esclusi dal Scu.
Le raccomandazioni dell’ASviS al governo
Per migliorare il rapporto tra i giovani e le istituzioni pubbliche e per incrementare la partecipazione giovanile al voto e alla vita politica del Paese, l’Alleanza ha elaborato delle proposte, divise in cinque tematiche diverse, qui riportate in sintesi.
- Educazione civica: sviluppare iniziative che avvicinino i giovani alla conoscenza delle istituzioni sia nazionali sia europee e del loro funzionamento; integrare l’insegnamento dell’educazione civica con programmi e attività pratiche; potenziare la formazione rivolta a docenti ed educatori.
- Servizio civile universale: consolidare in termini finanziari il Piano triennale 2023-2025 e prevedere un approccio integrato con il sistema scolastico e universitario sia a livello di tempi di programmazione che di supporto informativo.
- Rappresentanza e rappresentatività giovanile nella governance multilivello: promuovere la rappresentanza giovanile a tutti i livelli di governo; introdurre la valutazione dell’impatto intergenerazionale delle nuove norme (youth test).
- Diritto al futuro: creazione di un Istituto di Studi sul Futuro che analizzi gli scenari presenti e ne individui i rischi e le opportunità.
- Partecipazione politica ed elettorale: abbassare la soglia di età prevista per poter essere eletti in Parlamento; attivare la piattaforma prevista ex lege per la mobilitazione referendaria in modalità digitale e online.