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Un’intera generazione da non perdere: sfide, diritti e opportunità dei minorenni
Crc denuncia il malessere dei giovani tra povertà educativa, abitativa e alimentare. Allarmanti i dati sugli omicidi e l’emergere di nuove forme di abuso. Insufficiente e disorganizzata l’offerta dei servizi sociali e sanitari. 29/11/23
I giovani del nostro Paese manifestano un evidente e diffuso malessere che coinvolge tutte le sfere della vita. Pesa la sensazione di un futuro incerto: crisi economiche ricorrenti, crescenti disuguaglianze, pandemia e conflitti ai confini dell'Europa.
Questo è lo scenario descritto dall’aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, il 13° Rapporto Crc - Comitato per i diritti dell'infanzia delle Nazioni Unite, reso pubblico in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Il Rapporto presenta una valutazione dettagliata della situazione dei diritti di bambine e bambini, inclusi l'accesso all'istruzione, la salute, la protezione dai maltrattamenti e dall'abuso, la loro partecipazione alla società e i progressi compiuti nel garantirne i diritti. L'obiettivo principale è quello di monitorare, riflettere e sensibilizzare opinione pubblica e governo sullo stato dei diritti dei bambini, sulle sfide e le opportunità, e promuovere un impegno concreto per migliorare la loro situazione. L’intero documento fa riferimento sia agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), grazie anche alla collaborazione con l’ASviS, evidenziando lo stretto legame tra lo sviluppo inclusivo, equo e sostenibile promosso dall'Agenda 2030 e la realizzazione dei diritti dei minori, che alla Strategia dell'Unione europea sui diritti dei minorenni 2021-2024, confermando l'importanza di un lavoro sinergico a livello europeo e a più livelli.
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Povertà minorile
Il report sottolinea la necessità di affrontare la questione della povertà minorile con un approccio multidimensionale: un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle organizzazioni non governative, delle comunità locali e della società nel suo complesso. Per fornire sostegno economico alle famiglie, ma anche affrontare le sfide legate all'alimentazione, all'abitazione e all'istruzione dei minorenni. I dati evidenziano la grave situazione di povertà e deprivazione di molti minorenni che vivono in Italia: il 13,4% vive in condizione di povertà assoluta (l’incidenza più alta nella popolazione, che registra una media nazionale del 9,7%); il 5,2% dei giovani tra 1 e 15 anni nel 2021 non consumava un pasto proteico al giorno; il 7,5% dei minorenni viveva in condizioni di grave deprivazione abitativa.
Violenza e maltrattamenti
La mancanza di dati precisi su abuso e maltrattamento dei minorenni in Italia rende difficile una visione completa del fenomeno e l’adozione di misure efficaci di contrasto, ma quelli disponibili mettono in luce una situazione allarmante. È dal 2010 che ogni due settimane si registra l’omicidio di un minorenne all'interno delle famiglie. Per quanto riguarda le punizioni corporali, non è ancora stato avviato un percorso per una riforma normativa che vieti esplicitamente ogni forma di punizione corporale e violenta, anche all'interno delle famiglie.
Emergono anche nuovi fenomeni legati all'abuso sessuale online, come la diffusione di materiale pedopornografico prodotto artificialmente e la presenza di minorenni tra gli autori di abusi sessuali online. Fatti che sottolineano l’urgenza di rafforzare la prevenzione e la protezione dei minori nell'ambiente digitale. Urgenza data anche dalla necessità di garantire l’accesso a un tipo di informazione chiara, sicura e rispettosa che contrasti la sovrabbondanza incoerente ed equivoca di informazioni derivanti da rete e sociale media, di cui si nutrono bambini e adolescenti.
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La salute dei minorenni in Italia
La crisi climatica attuale ha un impatto significativo sull'ambiente di vita dei bambini e dei ragazzi in Italia. L'inquinamento atmosferico supera i limiti raccomandati dall'Oms in molte città, le temperature estreme sono sempre più frequenti e si riducono gli spazi verdi e alberati. Aumentano i bambini con patologie croniche complesse, ma si riducono progressivamente personale e competenze specialistiche pediatriche. Oltre il 25% dei bambini tra 0 e 17 anni viene ricoverato in reparti per adulti e l'85% dei degenti tra 15 e 17 anni viene gestito da personale non specializzato nell'assistenza ai soggetti in età evolutiva insieme a pazienti adulti e anziani. Disomogeneità territoriali dei servizi di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza e discontinuità tra i servizi ospedalieri e le Case della comunità come interlocutori locali, impediscono di fornire risposte univoche ed equilibrate per tutte tutti.
Educazione e istruzione
L'offerta di servizi educativi per l'infanzia è ancora lontana dagli obiettivi e l'abbandono scolastico, per quanto in diminuzione, resta un fenomeno significativo. Vi è anche una dispersione implicita tra i giovani che completano il ciclo scolastico senza raggiungere i livelli di competenza richiesti. Le scuole medie mostrano una preparazione soddisfacente, ma nelle superiori vi sono carenze in matematica e italiano. Nonostante la riduzione degli alunni, aumentano le classi sovraffollate. La presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane è significativa, ma la seconda generazione rimane esclusa dalla cittadinanza italiana. Ci sono criticità riguardanti l'inclusione delle persone con disabilità nelle scuole, con problemi di formazione e presenza di personale di supporto. La situazione dell'edilizia scolastica è critica, con pochi edifici conformi alle normative antisismiche. Il bullismo è ancora diffuso, coinvolgendo un alto numero di studentesse e studenti (ad aprile/maggio 2022, il 25,3% degli alunni delle scuole superiori ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo), in particolare a causa di diversità etniche, orientamento sessuale e disabilità.
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Sport e tempo libero
Lo sport è salutare e contribuisce a combattere le disuguaglianze sociali, ma per motivi economici sono molti a non praticarlo. Già tra i 6 e i 10 anni, un bambino su cinque non pratica sport, dopo la scuola primaria aumenta il numero di giovani sedentari e l'abbandono sportivo in età precoce. Il tempo libero e la socializzazione sono sempre più dominati dal web. Il lavoro minorile interessa un giovane su 15 (tra i 7 e i 15 anni), si tratta dunque di un fenomeno ampiamente diffuso e consistente anche nel nostro Paese, correlato alla dispersione scolastica e al rischio di entrare nel mercato del lavoro in modo precario o di rimanere disoccupati senza una formazione adeguata.
Che cosa fare dunque?
Di fronte alle criticità, è cresciuta anche nei giovani sia la consapevolezza delle sfide che il mondo attraversa, sia la volontà di impegnarsi personalmente e collettivamente per affrontarle. “Su queste grandi risorse, di coscienza e di solidarietà, si può e si deve far leva per rendere bambini e ragazzi più protagonisti del loro presente e del loro futuro”, sottolinea il Rapporto. Se non si vuole perdere di vista un’intera generazione, è necessario avviare un ripensamento complessivo delle politiche, adottando un orizzonte temporale di lungo periodo e un approccio integrato che coinvolga tutta la comunità educante e tutti i settori.
Per far questo, sottolinea ancora il documento, è centrale ascoltare le ragazze e i ragazzi per tenere conto delle loro esigenze (si pensi ad esempio all’educazione all’affettività, ancora assente nelle scuole), supportare la genitorialità, sostenere economicamente le famiglie in difficoltà, creare dei meccanismi di partecipazione dei giovani ai processi decisionali, colmare le lacune informative e attuare subito l’Agenda per l’infanzia e l’adolescenza.
di Monica Sozzi