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Educare alla sostenibilità: Italia ed Europa a confronto
Lo sviluppo sostenibile è entrato nelle scuole, seppur con livelli diversi. Assente nel nostro Paese l’alfabetizzazione al futuro, bene invece sulla formazione dei docenti. L’indagine di Eurydice su 39 sistemi educativi europei. 24/4/24
Lo sviluppo sostenibile ha compiuto importanti passi avanti nel guadagnarsi spazio nelle scuole europee. Ma servono azioni più incisive per renderlo un tema centrale dei sistemi educativi, che va integrato con politiche globali. Questa è una condizione necessaria per garantire a ogni cittadina e cittadino l’acquisizione delle competenze chiave per affrontare le attuali sfide ambientali, sociali, economiche, e per costruire società ed economie più giuste.
È quanto emerge dall’indagine condotta da Eurydice, la rete di informazione sull’istruzione in Europa, che ha coinvolto 39 sistemi educativi di 37 Paesi, tra cui i 27 dell’Unione europea, i cui risultati sono nel rapporto “Learning for sustainability in Europe: building competences and supporting teachers and schools” pubblicato il 16 aprile. Attraverso i documenti ufficiali relativi all’anno scolastico 2022-2023 nelle scuole dell’istruzione primaria e secondaria, Eurydice è andata a verificare l’attuazione della “Raccomandazione sull’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile” adottata dal Consiglio dell’Ue il 16 giugno 2022, in cui i Paesi vengono esortati a integrare e rafforzare il tema della sostenibilità nei propri sistemi educativi con misure multisettoriali.
Cultura dello sviluppo sostenibile: firmato protocollo ministero Istruzione-ASviS
Al centro dell’impegno per il prossimo triennio l’educazione delle giovani generazioni alla sostenibilità economica, sociale e ambientale attraverso la scuola. Stefanini: “decisivo per il futuro del Paese”. 27/7/23
Vediamo i dati salienti dell’indagine e come si posiziona l’Italia nel contesto europeo, fermo restando che nel nostro Paese è in atto l’attuazione del protocollo rinnovato nel 2023 dal ministero dell’Istruzione e del merito e l’ASviS, il cui obiettivo principale è diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile nel sistema educativo nazionale.
La sostenibilità nei programmi scolastici e le competenze chiave
Tutti sistemi educativi analizzati incluso quello italiano affrontano il tema della sostenibilità e, nella gran parte dei casi, lo fanno in modo interdisciplinare. Nel nostro Paese è uno dei tre temi principali dell’educazione civica. In nove sistemi educativi, tra cui l’Italia non figura, è una materia separata, ma solo in un caso è obbligatoria (Cipro). Oltre la metà ha incluso nei curriculi scolastici, almeno a un livello educativo, tutte e sette le competenze in sostenibilità prese in esame, selezionate tra le 12 delineate nel quadro Ue “GreenComp”. Si tratta di: promozione della natura, pensiero sistemico, azione individuale e collettiva, adattabilità, azione politica e alfabetizzazione sul futuro. Quest’ultima, con cui si intende la capacità di immaginare possibili scenari sostenibili, valutandone le differenze e le opportunità, i limiti e i rischi, oltre a essere la competenza meno diffusa, in Italia è assente a tutti i livelli educativi.
EDITORIALE
DOBBIAMO ACCOMPAGNARE I GIOVANI NELLA RIVOLUZIONE DELLE COMPETENZE
La formazione dei docenti in sostenibilità
Il sistema educativo italiano è tra i pochi (17 su 39) che prevedono obiettivi di apprendimento legati alla sostenibilità nella formazione iniziale dei futuri docenti. Su cinque analizzati, l’obiettivo più diffuso, nonché l’unico rilevato in Italia, è relativo alla conoscenza dei concetti chiave degli ecosistemi, dei processi dei sistemi terrestri, degli impatti delle azioni umane sull’ambiente e della perdita della biodiversità. I restanti quattro obiettivi riguardano aspetti come stimolare il pensiero critico, la responsabilità individuale e collettiva, la partecipazione attiva nelle sfide sociali e ambientali e lo sviluppo di partneriati. Per gli insegnanti in servizio e i dirigenti scolastici, invece, la grande maggioranza dei sistemi educativi (32), compreso il nostro, include l’educazione alla sostenibilità nei regolamenti e/o nei programmi di sviluppo professionale continuo, anche se la partecipazione alle attività legate alla sostenibilità è solitamente su base volontaria. L’Italia è tra i Paesi che forniscono risorse didattiche e sostengono la nascita di reti per la condivisione di buone pratiche su come facilitare l’integrazione dei temi della sostenibilità nell’insegnamento.
Quaderno ASviS: nessuna transizione possibile senza educazione alla sostenibilità
Il documento è dedicato al Target 4.7 dell’Agenda 2030, spina dorsale dell’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale. Nel volume una panoramica internazionale e italiana, proposte e strumenti concreti. 17/10/22
Il supporto alle scuole per una sostenibilità a 360 gradi
La maggior parte dei sistemi educativi fornisce un aiuto alle scuole per sviluppare un approccio alla sostenibilità anche fuori dall’area dell’insegnamento, attraverso la pubblicazione di linee guida, siti web ed eventi virtuali. Tuttavia, il sostegno finanziario per le attività volte a realizzare ambienti che promuovano l’apprendimento della sostenibilità è poco diffuso e, quando c’è, raramente viene concesso automaticamente.
L’Italia non compare fra i 13 sistemi che contribuiscono alla creazione di orti botanici o alle gite didattiche, né tra i 12 che investono in infrastrutture per la raccolta differenziata. Su richiesta, però, si possono ricevere finanziamenti per altre infrastrutture e attività. Solo 18 sistemi (su 39) forniscono sostegno a progetti scolastici che coinvolgono il pubblico (famiglie, comunità locali, istituzioni), in Italia sono segnalati solo quelli con le Organizzazioni non governative (Ong).
Dall’indagine emerge che meno di un terzo dei sistemi educativi analizzati monitora il modo in cui le scuole integrano la sostenibilità nelle proprie attività. E tra questi l’Italia non c’è.Ad ogni modo, questa prima mappatura dei sistemi educativi europei attesta complessivamente sviluppi positivi nell’integrazione della sostenibilità nell’istruzione, offrendo al contempo un prezioso contributo per attuare interventi mirati alle aree più critiche.
Di Antonella Zisa