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Gsdr 2019: cambiare drasticamente politiche di sviluppo, incentivi e azioni
Gli scienziati incaricati dall’Onu di fare il punto sugli SDGs chiedono interventi urgenti per non vanificare i risultati ottenuti. Bisogna modificare radicalmente il rapporto uomo-ambiente, pena il declino irreversibile dell’umanità. 23/9/2019
Uno studio, commissionato per la prima volta dagli Stati membri delle Nazioni unite a un gruppo di 15 scienziati indipendenti, fa il punto sui progressi compiuti fino ad oggi per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. "Global sustainable development report 2019 (Gsdr) - The future is now: science for achieving sustainable development", questo il titolo del rapporto, il primo realizzato dagli scienziati per volere del segretario generale delle Nazioni unite, che verrà presentato e discusso nel corso del Summit internazionale sul clima che si terrà presso la sede dell'organizzazione nel palazzo di vetro a New York lunedì 23 settembre, alla presenza anche della giovane attivista per la difesa dell'ambiente Greta Thunberg.
Il lavoro degli scienziati conferma quanto già chiaramente espresso più volte a livello internazionale (si veda, ad esempio, il Rapporto Bertelsmann-Sdsn) e nazionale (si veda il Rapporto ASviS): l'attuale modello di sviluppo non è sostenibile e i progressi compiuti negli ultimi due decenni rischiano di essere vanificati a causa di un aumento delle disuguaglianze sociali e del declino irreversibile dell'ambiente naturale. Secondo gli studiosi, il futuro e la stessa sopravvivenza dell’umanità e del pianeta sono ancora raggiungibili solo se le politiche di sviluppo, gli incentivi e le azioni vengono drasticamente cambiati. Il Rapporto identifica 20 aree su cui intervenire per accelerare le trasformazioni nel prossimo decennio e avvicinare i Paesi ai Sustainable development goals (SDGs). Le politiche individuate si basano sulla più recente letteratura scientifica e riflettono le profonde interconnessioni che esistono tra i diversi Obiettivi e traguardi.
Per esempio, l'accesso universale a servizi di base di qualità come sanità, istruzione, infrastrutture idriche e igieniche, alloggi e protezione sociale è un prerequisito per eliminare la povertà e per promuovere il benessere, e in particolare quella delle persone con disabilità e di altri gruppi vulnerabili. In questo caso, lo studio richiama i governanti a una rinnovata attenzione per porre fine a ogni forma di discriminazione, legale o sociale. Organizzazioni e associazioni spontanee, gruppi di donne e altre istituzioni sono riconosciuti come interlocutori e partner importanti per attuare gli Obiettivi dell'Agenda 2030.
Altre importanti aree di intervento individuate dagli studiosi sono il sistema alimentare e quello energetico. Secondo gli autori, infatti, queste due aree rappresentano aspetti cruciali per la salute e il benessere umano. Tuttavia, allo stato attuale, il modello di sviluppo su cui si basano sta portando verso il collasso irreversibile dell'ambiente, con ovvie conseguenze per la vita umana. Il sistema alimentare dovrà avviare radicali cambiamenti, non solo di natura infrastrutturale. A dover cambiare sono anche le norme delle società produttrici, la cultura dei consumatori e le politiche di settore che, al momento, sono insostenibili. Attualmente, circa due miliardi di persone soffrono di insicurezza alimentare e 820 milioni di individui sono denutriti. Allo stesso tempo, gli individui in sovrappeso stanno crescendo in quasi tutti i Paesi del mondo, e totalizzano attualmente due miliardi di adulti e 40 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni.
Anche il sistema energetico deve trasformarsi. In primo luogo, occorre fornire energia a chi non ne ha. Quasi un miliardo di persone, soprattutto nell'Africa sub-sahariana, non ha accesso all'elettricità mentre circa tre miliardi di persone fanno affidamento su combustibili inquinanti per cucinare e riscaldarsi. Questa abitudine causa ogni anno circa 3,8 milioni di morti premature. È necessario fornire energia alle persone che ne sono prive, ma è ugualmente importante che sia energia pulita. In linea con le indicazioni previste negli accordi di Parigi, occorre aumentare l'efficienza energetica e, contestualmente, eliminare gradualmente la produzione di energia derivata dal carbone.
Segnali positivi però esistono: nel totale dell'approvvigionamento energetico la quantità di energia rinnovabile è aumentata in media del 5,4% all'anno negli ultimi dieci anni. Nel frattempo, dal 2009 ad oggi, il prezzo dell'elettricità rinnovabile è diminuita del 77% per il fotovoltaico solare e del 38% per l'eolico terrestre. Per cinque anni consecutivi, gli investimenti totali per l'energia pulita hanno superato i 300 miliardi di dollari all’anno.
di William Valentini