Rapporto 2024 Goal 12 "Consumo e produzione responsabili"
Economia circolare: l’Italia eccelle, ma tra i Paesi Ue permangono forti divari
Rapporto ASviS 2024: cresce di molto la raccolta differenziata, cittadini sempre più consapevoli nelle scelte di consumo, serve però coordinare l’applicazione delle direttive Ue e integrare negli appalti pubblici criteri sociali minimi.
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Un Goal al giorno
Nel 2022 lo spreco mondiale di cibo ha raggiunto 1,05 miliardi di tonnellate. A livello globale, si stima che ogni giorno vengano sprecati un miliardo di pasti di cibo commestibile, pari a 1,3 pasti al giorno per persona colpita dalla fame (783 milioni nel 2022). Solo nove Paesi su 193 hanno incluso azioni per ridurre lo spreco di cibo nei loro impegni per il clima, nonostante questo incida per l’8-10% delle emissioni globali di gas serra e causi perdita di biodiversità e degrado degli ecosistemi. Inoltre, la rapida crescita dei rifiuti elettronici globali (da 6,3 a 7,8 chilogrammi pro capite dal 2015 al 2022) rimane in gran parte irrisolta, con solo il 22% di essi raccolto e gestito in modo sostenibile.
Secondo il Global resources outlook pubblicato a marzo 2024 dall’International resource panel (Irp) del Programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep), l’uso delle risorse è aumentato di circa tre volte negli ultimi cinquant’anni e continua a crescere di circa il 2,3% l’anno. Nei Paesi ad alto reddito un individuo usa in media sei volte più risorse che nel resto del mondo ed è responsabile in misura dieci volte maggiore del cambiamento climatico rispetto a un cittadino dei Paesi a basso reddito.
È questo il quadro internazionale descritto nel Rapporto ASviS 2024 per quanto riguarda il Goal 12 “Consumo e produzione responsabili”.
La buona notizia è che sul Goal 12 il nostro Paese si sta muovendo molto bene: l’Obiettivo di garantire modelli sostenibili di produzione e consumo è l’unico dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile esaminati nel Rapporto ASviS ad aver registrato tra il 2010 e il 2023 un miglioramento molto consistente. Inoltre, secondo il sondaggio realizzato da Ipsos per Legambiente e pubblicato a luglio 2024, in Italia sta crescendo l’interesse dei cittadini verso l’economia circolare, tanto che il 54% degli intervistati considera la transizione verso questo modello una priorità. Per quasi due italiani su tre promuovere l’economia circolare attraverso la riduzione dei rifiuti e il riutilizzo o riciclaggio dei prodotti è l’azione più efficace per affrontare i problemi ambientali. Un italiano su due sarebbe disposto – quando acquista prodotti come mobili, indumenti o dispositivi elettronici - a pagare di più per prodotti più facili da riparare, riciclabili o realizzati in modo ecosostenibile.
Inoltre, secondo l’Osservatorio “Immagino” di GS1 Italy condotto a febbraio del 2024, il 94% degli italiani legge le etichette durante la spesa e il 75% dichiara di aver rinunciato almeno una volta all’acquisto di un prodotto dopo aver letto le informazioni sulle confezioni. Anche secondo l’Osservatorio “Packaging del Largo Consumo” di Nomisma di gennaio 2024, il 59% degli intervistati dichiara di tenere conto della sostenibilità nelle scelte di comportamento e di acquisto e un italiano su due afferma di adottare scelte di consumo più sostenibili rispetto a cinque anni fa.
Andando a esaminare più in dettaglio l’indice composito italiano del Goal 12, gli aspetti che hanno più di altri contribuito al netto miglioramento registrato tra il 2010 e il 2023 sono: la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, che è aumentata di circa 30 punti percentuali, e il riciclaggio dei rifiuti urbani, che è cresciuto di circa 21 punti percentuali e questo potrebbe consentirci di raggiungere entro il 2030 l’obiettivo europeo del 60%. Bene anche la percentuale di materiale recuperato e restituito all’economia, che ha segnato un incremento di +7,2 punti percentuali dal 2010 al 2022.
Tuttavia, il Rapporto ASviS segnala per due obiettivi quantitativi al 2030 un andamento discordante tra il breve e il lungo periodo: l’impegno di raggiungere il 30% della circolarità della materia e quello di ridurre la quota di rifiuti urbani prodotti pro-capite del 20% rispetto al 2010 mostrano un trend positivo nel lungo periodo, ma l’allontanamento registrato tra il 2017 e il 2022 rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi entro la scadenza.
Tra il 2010 e il 2022* il Goal 12
migliora nettamente grazie all'aumento
della raccolta differenziata, del riciclo dei rifiuti urbani e
della circolarità delle risorse.
Calano le disuguaglianze tra Regioni.
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*il dato per il 2023 non è disponibile
Da un punto di vista legislativo, le novità più rilevanti in tema di consumo e produzione responsabili sono l’approvazione della Direttiva sul dovere di diligenza delle imprese da parte di Parlamento e Consiglio europeo, e il recepimento della Direttiva di rendicontazione sulla sostenibilità. Altrettanto importanti sono anche il nuovo Regolamento sulla tutela delle indicazioni geografiche nell’Unione europea e l’Artificial intelligence act, approvato il 21 maggio 2024, che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale (anche in ottica di protezione dei dati personali) e norme sulla sicurezza dei prodotti venduti online. Inoltre, il Regolamento sull’ecodesign, approvato ad aprile 2024, promuove il Green public procurement, prevedendo l’introduzione di criteri ambientali e sociali, una proposta avanzata da tempo dall’ASviS.
LE PROPOSTE
Rendere più efficaci le direttive europee sulla Corporate sustainability reporting, sul greenwashing e sulla Due diligence,
coordinandone l’applicazione e accelerando la definizione della tassonomia sociale europea, oltre a chiederne l’estensione al settore finanziario.
Anticipare il recepimento della diretta sulla Due diligence
favorendo, grazie a una normativa pienamente definita, la preparazione delle imprese (soprattutto delle Pmi) anche rispetto ai nuovi parametri “concorrenziali”.
Adottare pratiche sostenibili nell’ambito dell’Industria 5.0,
ponendo al centro dei sistemi di rendicontazione i dati e i sistemi di AI sui temi della sostenibilità, al cui sviluppo il Governo ha destinato importanti risorse del Pnrr.
Porre grande attenzione alle condizioni del lavoro agricolo,
incentivando l’iscrizione delle aziende del settore alla Rete del lavoro agricolo di qualità, sviluppando un marchio etico riconoscibile e ufficiale, e offrendo ai soggetti iscritti sgravi fiscali e decontribuzione.
Sostenere a livello europeo la proposta di un Buy european sustainable act, ovvero del principio “acquistare europeo e sostenibile”,
sia per accelerare la transizione a basse emissioni di carbonio nell’Ue, sia per offrire nuove opportunità all’Italia.
Definire e integrare nel Sustainable public procurement, ovvero negli appalti pubblici, criteri sociali minimi
coerenti con una tassonomia sociale europea, creando anche una Task force nazionale o regionale per la tutela dei diritti sociali e umani negli appalti.
E IN EUROPA?
A livello europeo, tra il 2010 e il 2022, l’indice composito del Goal 12 mostra un leggero ma costante miglioramento, raggiungendo nel 2022 il massimo storico. In particolare, aumentano il tasso di riciclo dei rifiuti urbani (+10,6 punti percentuali), mantenendo un trend positivo in linea con l’obiettivo europeo, e la produttività delle risorse materiali (+18,9%). In generale, le differenze tra i Paesi appaiono molto forti, con la maggior parte di essi che registra un miglioramento tra il 2010 e il 2022. L’Italia conferma la sua posizione di eccellenza, classificandosi al secondo posto rispetto ai 27 Paesi dell’Unione.
Guardando più strettamente agli aspetti normativi europei approvati nell’ultimo anno della Commissione Von der Leyen, nell’ambito della Strategia per l’economia circolare sono stati approvati il nuovo Regolamento sull’ecodesign, la Direttiva sul diritto alla riparazione, mentre restano ancora in attesa d’approvazione finale da parte del Consiglio (dopo il voto favorevole del Parlamento), il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti d’imballaggio, quello sui prodotti da costruzione, le Direttive sulla riduzione dei rifiuti tessili e alimentari, sulla protezione dei consumatori dal greenwashing, sulle asserzioni ambientali. Particolarmente importante è stata l’approvazione finale della Direttiva sul dovere di diligenza delle imprese, seppur ridotta nell’ambito di applicazione. Infine, Ursula von der Leyen nell’illustrazione delle sue linee programmatiche per il nuovo mandato, ha proposto una revisione della Direttiva sugli appalti pubblici che permetta di privilegiare i prodotti europei nelle gare d’appalto bandite in determinati settori strategici e concorra a garantire ai cittadini un valore aggiunto dell’Ue.
a cura di Elita Viola