Rapporto 2024 Goal 16 "Pace, giustizia e istituzioni solide"
Stop all’inaccettabile sovraffollamento carceri, in aumento negli ultimi anni
Rapporto ASviS 2024: in Italia aumentano truffe e frodi informatiche. La prevenzione multilaterale delle crisi va rafforzata e il voto ai fuori sede istituzionalizzato. Con l’attuale ddl “sicurezza” a rischio le libertà civili.
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Un Goal al giorno
Da un punto di vista globale, la corruzione continua a distogliere risorse dallo sviluppo sostenibile, con una persona su cinque che ha dichiarato di essere stata invitata a pagare o di aver pagato una tangente a un funzionario pubblico negli ultimi 12 mesi. Questo è quanto emerge dal Rapporto ASviS 2024 per quanto riguarda il Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide”. Inoltre, metà dei Paesi ha carceri sovraffollate: tra il 2015 e il 2022 la popolazione carceraria è aumentata da 11,1 milioni a 11,5 milioni, con effetti preoccupanti per la salute e il rispetto dei diritti umani. Tra il 2022 e il 2023, le vittime civili nei conflitti armati sono aumentate del 72%, dato più alto dal 2015, con la concentrazione più elevata (sette su 10) in Israele e nei territori palestinesi occupati. Nel 2023, per ogni 10 vittime civili, quattro sono state donne e tre sono state bambine/i.
Dal punto di vista italiano, l’indice composito del Goal 16 risulta caratterizzato tra il 2010 e il 2023 da oscillazioni di limitata entità, che nell’ultimo anno lo portano a registrare comunque un valore inferiore a quello del 2010. Tra le componenti che influiscono in modo negativo si segnala l’aumento di truffe e frodi informatiche, che nel 2022 arrivano a 4,6 ogni mille abitanti, rispetto all’1,6 del 2010.
Contribuiscono positivamente, invece, il calo del numero di detenuti in attesa di primo giudizio (-5,8 punti percentuali) e quello dell’affollamento degli istituti di pena, passato dal 151% al 117,6%, ma che presenta un andamento discordante verso l’obiettivo di azzerare il sovraffollamento entro il 2030 (Target 16.3): se nel lungo periodo si rileva un trend positivo, nel breve periodo si nota invece una diminuzione di soli 0,3 punti percentuali tra il 2018 e il 2023, con un forte aumento registrato nell’ultimo anno che potrebbe compromettere il raggiungimento dell’obiettivo.
Per i procedimenti civili, l’obiettivo prevede che, entro il 2026, si riduca del 40% rispetto al 2019 la loro durata (Target 16.7), il che significa raggiungere il valore di 253 giorni. In questo caso le valutazioni di breve e lungo periodo coincidono nell’affermare che non sarà possibile raggiungere l’obiettivo: dal 2010 al 2023 si è registrata, infatti, una diminuzione di soli 22 giorni, mentre tra il 2018 e il 2023 la durata media è aumentata di 31 giorni, arrivando nel 2023 a 460 giorni, ben lontani dall’obiettivo.
Le disuguaglianze tra le regioni diminuiscono grazie soprattutto al miglioramento di quelle con le performance peggiori, ma anche a causa del leggero peggioramento di quelle con le performance migliori.
Con riferimento all’Obiettivo 16 si evidenzia una serie di novità di segno contrastante. Preoccupa, per esempio, la progressiva riduzione della dimensione del Servizio civile universale (Scu), con un -26,8% delle posizioni messe a bando e il ritardo cronico della stabilizzazione delle risorse umane, comprese quelle destinate ai progetti umanitari di cittadinanza globale (quali ad esempio i “Corpi civili Pace”), una scelta che appare in contrasto con l’obiettivo del pieno coinvolgimento della popolazione giovanile alla vita sociale e civile del Paese.
Rispetto ai diritti civili, si è registrata per la prima volta, in occasione delle elezioni europee del 2024, la concessione del voto a distanza ai “fuori sede”, ovvero i giovani studenti domiciliati in un comune di una regione diversa da quella del comune di iscrizione elettorale. L’iniziativa, di per sé positiva, ha però riguardato un numero piuttosto limitato di persone (circa 24mila). Per potenziare il coinvolgimento e la capacità di partecipazione democratica ed elettorale giovanile, ma non solo, va ora approvata una normativa organica, anche in vista delle prossime elezioni amministrative.
Inoltre, è da tenere in considerazione la proposta del Governo di introdurre la Valutazione di impatto generazionale (Vig) per l’analisi ex ante dei progetti di legge governativi, guardando agli effetti sociali e ambientali sulle giovani generazioni dei provvedimenti, in linea con il principio di equità intergenerazionale ora sancito in Costituzione e le proposte dell’ASviS.
Nell’ambito della governance dell’intelligenza artificiale, per la quale l’ASviS ha proposto una cabina di regia finalizzata anche a stimolare un rapido recepimento dell’AI act europeo, si segnala l’istituzione di un Comitato di esperti presso l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) della presidenza del Consiglio dei ministri. Inoltre, il 23 aprile 2024 il Governo ha approvato un ddl per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale.
Infine, desta preoccupazione il “ddl sicurezza” approvato dalla Camera dei Deputati il 19 settembre 2024 e ora all’attenzione del Senato, che introduce, tra l’altro, il reato di “rivolta all’interno di un istituto penitenziario”, criminalizzando e sanzionando severamente gli “atti di resistenza” passiva che ostacolino il mantenimento dell’ordine nel carcere o l’attuazione di atti d’ufficio. Su questo e su altri aspetti del ddl che vanno a ridurre le libertà individuali è necessaria un’attenta analisi per bilanciare le diverse esigenze, in linea con quanto prevede la Costituzione, e non rischiare di radicalizzare lo scontro politico e sociale.
Il Rapporto ASviS segnala, infine, che il Piano strutturale di bilancio di medio termine non considera in maniera adeguata le raccomandazioni sullo stato di diritto formulate dalla Commissione europea, pur insistendo sulla riforma e l’efficientamento della giustizia. A tale riguardo, si evidenzia l’assenza di un impegno a costituire un’istituzione nazionale per i diritti umani, più volte raccomandata dalle istituzioni internazionali, soprattutto dal momento che il sovraffollamento delle carceri rende il Paese passibile di sanzioni per negligenza umanitaria.
Tra il 2010 e il 2023 il Goal 16 risulta stabile:
aumentano le frodi informatiche,
ma cala il numero di detenuti in attesa di primo giudizio;
si riduce anche l'indice di sovraffollamento delle carceri,
sebbene nel 2023 sia cresciuto fortemente rispetto al 2022.
Si riducono le disuguaglianze tra Regioni.
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LE PROPOSTE
Rafforzare l’azione di prevenzione multilaterale delle crisi, dando assoluta priorità alla negoziazione diplomatica
come principale strumento di risoluzione delle crisi prima che sfocino in conflitti.
Adottare le proposte legislative in sospeso sui conflitti di interessi
e adottare norme complessive sul lobbying e l’attività dei rappresentanti di interessi.
Rivedere il progetto di riforma sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche,
superando le criticità negative che incidono sulla libertà di stampa e sull’indipendenza delle emittenti pubbliche.
Ridurre l’inaccettabile sovraffollamento cronico degli istituti di detenzione e dare rapida attuazione al recente Decreto-legge finalizzato ad arginare l’aumento dei suicidi in carcere,
garantendo misure di giustizia riparativa, l’umanizzazione della pena e il reinserimento sociale.
Ribilanciare il “ddl sicurezza” negli aspetti che riducono le libertà individuali,
in linea con quanto prevede la Costituzione.
E IN EUROPA?
L’indicatore composito europeo del Goal 16 mostra una leggera tendenza all’aumento, con una sostanziale stabilità delle differenze tra i Paesi. Dal 2010, a fronte di un incremento dei tempi dei procedimenti civili, si segnala una crescita di 23,8 punti percentuali della quota di persone che interagiscono con le pubbliche amministrazioni tramite canali web e una riduzione di 2,4 punti della quota di chi percepisce la presenza di criminalità, violenza o vandalismo nella propria area di residenza.
Confrontando i dati del 2010 con quelli del 2022, si osserva un miglioramento, se pur di lieve entità, in tutti i Paesi europei, ad eccezione di tre (Slovenia, Francia, Cipro), che non solo si posizionano tra le ultime posizioni, ma ottengono risultati peggiori rispetto a 13 anni fa. L’Estonia, che ottiene i migliori risultati assoluti, insieme agli altri due Paesi baltici (Lituania e Lettonia), registra i miglioramenti più significativi rispetto al 2010. L’Italia mostra ancora un valore piuttosto basso, inferiore alla media europea.
In merito agli Orientamenti politici 2024-2029 della Commissione von der Leyen, si segnala l’impegno a rafforzare la capacità di difesa europea, prevedendo in particolare la predisposizione di un Libro bianco sul futuro della difesa europea e la nomina di un Commissario alla Difesa, l’elaborazione della “Strategia dell’Unione della preparazione” e di una Strategia per il contrasto alla criminalità organizzata, la realizzazione di una nuova agenda antiterrorismo e di un “nuovo Scudo europeo per la democrazia” per contrastare la manipolazione delle informazioni, nonché IL rafforzamento di alcune misure di sostegno al rispetto dello Stato di diritto.
a cura di Milos Skakal