Rubrica: Europa e Agenda 2030
Garantire il nostro futuro: riduzione dei gas serra del 90% al 2040 in Ue
Settimana 5-11 febbraio. La Commissione fissa gli obiettivi climatici al 2040. Il Parlamento europeo adotta risoluzioni su Omc, parità di genere, Lgbtiq, disinformazione e ingerenze della Russia nei processi democratici.
Il 6 febbraio la Commissione ha adottato un importante Comunicazione quadro per gli obiettivi di decarbonizzazione al 2040 intitolata “Garantire il nostro futuro - L’obiettivo climatico europeo per il 2040 e il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050. Costruire una società sostenibile, giusta e prospera”.
Nel quadro della legge europea per il clima che stabilisce il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, presentando la sua visione oltre gli obiettivi 2030 stabiliti dal pacchetto “pronti per il 55%” e integrati successivamente al rialzo con “RePowerEu”, la Commissione europea esprime fiducia nel fatto che come risultato dalla Cop 28 di Dubai anche il resto del mondo si sta rapidamente muovendo sula strada della decarbonizzazione, accogliendo anche nella dichiarazione finale il livello d’ambizione proposto dall’Ue.
Come evidenzia la Commissione gli obiettivi climatici europei perseguono finalità sociali economiche e geopolitiche molte ampie:
la visione dell'Europa alla fine del prossimo decennio è completa: dovrebbe rimanere una destinazione privilegiata per le opportunità di investimento che portano posti di lavoro stabili e di qualità a prova di futuro, con un forte ecosistema industriale. L'Europa dovrebbe essere leader nello sviluppo dei mercati delle tecnologie pulite del futuro, in cui tutti i principali Paesi e imprese cercano di sfruttare le opportunità di mercato. Diventare un continente con energia pulita, a basse emissioni di carbonio e a prezzi accessibili, nonché con alimenti e materiali sostenibili, lo renderà resiliente alle crisi future, come quelle attualmente causate da interruzioni nella fornitura di combustibili fossili. Rimanendo un leader globale e un partner fidato nell'azione per il clima, l'Europa rafforzerà contemporaneamente la sua autonomia strategica aperta e diversificherà le sue catene di valore globali sostenibili per essere padrona del suo destino in un mondo volatile.
La Commissione europea indica una riduzione netta delle emissioni di gas serra del 90% rispetto ai livelli del 1990 come obiettivo raccomandato per il 2040, e una riduzione del consumo di energia prodotta con fonti fossili dell’80% rispetto al 2021.
L’opzione raccomandata è scelta tra le diverse opzioni presentate nel complesso e articolato documento di lavoro dei servizi della Commissione, base scientifica delle soluzioni prospettate dalla Commissione.
Ponendo l’attenzione sugli effetti dei costi dell’inazione, la Commissione evidenzia che gli eventi estremi legati al clima sono aumentati tra il 1980 e il 2022, causando 220mila morti e 650 miliardi di euro di perdite economiche nello stesso periodo in Ue, di cui circa 170 miliardi di euro solo negli ultimi cinque anni.
La Commissione evidenzia che l'inazione porterebbe a costi molto più grandi e crescenti nei prossimi decenni: la valutazione d'impatto stima in modo prudente, senza tenere conto di possibili punti di non ritorno del sistema climatico-ambientale attuale, che tali costi potrebbero ridurre il Pil di circa il 7% entro la fine del secolo. Nel periodo 2031-2050, il costo aggiuntivo determinato dal riscaldamento globale potrebbe ammontare a 2.400 miliardi di euro nell'Ue, rispetto ai costi di un percorso compatibile con l'obiettivo di 1,5°C dell'Accordo di Parigi.
La Commissione sottolinea che il perseguimento degli obiettivi climatici, per quanto impegnativo, potrà generare nuove importanti opportunità garantendo un futuro sostenibile per tutti. La valutazione d'impatto della Commissione stima che il raggiungimento dell'obiettivo del taglio di emissioni del 90% al 2040, tra gli altri benefici diretti e indiretti, potrebbe ridurre la mortalità prematura dovuta all'inquinamento atmosferico da 466mila persone all'anno (dati 2015) a 196mila all'anno nel 2040, con una relativa riduzione dei costi da circa 1.700 miliardi di euro nel 2015 a 670 miliardi di euro nel 2040.
I blocchi del programma per raggiungere l'obiettivo del 2040 descritti dalla Commissione sono riportati come segue:
- un sistema energetico resiliente e decarbonizzato per edifici, trasporto e industria attraverso un mix energetico e di misure inclusivo di tutte le soluzioni a zero o basse emissioni, con priorità a efficenza energetica e rinnovabili, riduzione dell’80% al 2040 dell’importazione di combustibili fossili rispetto al 2021, elettrificazione al 50% dei consumi finali (dall’attuale 25%);
- una rivoluzione industriale con al centro la competitività basata su ricerca e innovazione, circolarità, efficienza delle risorse, decarbonizzazione industriale e produzione di tecnologie pulite, che attragga investimenti e assicuri la resilienza delle catene di approvvigionamento delle materie critiche primarie e secondarie;
- infrastrutture per la distribuzione, il trasporto e lo stoccaggio di idrogeno e Co2 finanziate da un intervento pubblico che faccia da catalizzatore per accelerare gli investimenti privati, incentrato sull’integrazione intelligente delle infrastrutture;
- riduzione delle emissioni nell’agricoltura con l’adozione di politiche efficaci che premiano le pratiche sostenibili attraverso lo stoccaggio di carbonio nei suoli nelle pratiche agricole e nelle foreste;
- politica climatica come politica di investimento destinando un ulteriore 1,5% del Pil rispetto al decennio 2011-2020 nella transizione;
- equità, solidarietà e politiche sociali al centro della transizione attraverso un forte dialogo sociale e misure adatte alla transizione per le categorie sociali più esposte e vulnerabili;
- diplomazia climatica dell'Ue e partenariati per incoraggiare la decarbonizzazione globale attuando una diplomazia attiva sulla tassazione del carbonio a livello globale in sinergia con altri strumenti di politica climatica dell'Ue come la border carbon tax (o Cbam).
- gestione del rischio e resilienza attraverso l’adattamento ai cambiamenti climatici e l'attuazione del quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal e della Strategia per la biodiversità dell’Ue.
Valutando necessario prevedere nel mix di azioni anche il ricorso alle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, la Commissione ha in parallelo pubblicato una specifica Comunicazione sul tema verso un ambiziosa gestione industriale del carbonio. I risultati dei modelli elaborati dalla Commissione indicano che circa 280 milioni di tonnellate di Co2 dovrebbero essere catturate entro il 2040 e circa 450 milioni di tonnellate entro il 2050. La portata di questo sforzo è grande. A titolo di esempio la Commissione indica che lo stoccaggio di 50 milioni di tonnellate nel 2030 equivale alle emissioni annuali di Co2 della Svezia nel 2022. La Commissione riporta che gli operatori del settore hanno dichiarato che, entro il 2030, potrebbero essere catturate fino a 80 milioni di tonnellate di Co2 all'anno in Europa, se ci saranno le condizioni di investimento necessarie, in incremento rispetto alle 50 tonnellate indicate nella proposta di legge europea per l’industria net-zero.
Sessione plenaria del Parlamento europeo
Il Parlamento europeo si è riunito in sessione plenaria dal 5 all’8 febbraio. Sono stati discussi come argomenti la situazione dei detenuti in Ungheria compreso la detenzione di Ilaria Salis, la crisi idrica e siccità nell'Ue come conseguenza della crisi climatica globale, la responsabilizzazione degli agricoltori e le comunità rurali - un dialogo per un'economia sostenibile ed equamente remunerata.
Importanti le risoluzioni adottate nel quadro dell’impegno dell’Ue nel mondo.
Tra queste la risoluzione sui negoziati multilaterali in vista della tredicesima conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio ad Abu Dhabi, 26-29 febbraio 2024 in cui il Parlamento chiede un'agenda commerciale basata su un commercio equo e fondato su regole a vantaggio di tutti, che contribuisca allo sviluppo economico sostenibile, al di là della mera definizione di crescita del Pil, e alla prosperità, rafforzando così la pace e la sicurezza, sottolineando che l'Omc dovrebbe promuovere il conseguimento degli SDGs e dei diritti sanitari, sociali, ambientali e umani.
Sulla parità di genere il Parlamento ha adottato la risoluzione sulle priorità dell'Ue in vista della 68esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile in cui rivolge al Consiglio dell’Ue una serie di raccomandazioni, chiede che l'Unione dia l'esempio e mostri una forte leadership, adottando una posizione unitaria riguardo all'importanza di emancipare le donne e le ragazze in tutta la loro diversità, per conseguire la parità di genere in tutto il mondo. Alcune raccomandazioni sono rivolte alle azioni interne all’Ue quali la richiesta di garanzie affinché gli Stati membri attuino solidi regimi di sicurezza sociale, anche esaminando la possibilità di introdurre un reddito minimo, al fine di garantire una rete di sicurezza per tutte le donne, in particolare per quelle più esposte al rischio di povertà e di esclusione sociale, facendo seguito alle richieste espresse dai cittadini dell'Ue nella Conferenza sul futuro dell’Europa.
Il Parlamento ha adottato anche una risoluzione relativa alla relazione sull'attuazione della strategia dell'Ue per l'uguaglianza Lgbtiq 2020-2025 in cui deplora che le persone Lgbtiq siano ancora oggetto di discriminazione in alcuni Stati membri per quanto riguarda l'accesso alla protezione sociale, alla sicurezza sociale, alla fornitura di beni e ad altri settori o servizi e che alcune azioni chiave inizialmente previste dalla Commissione non siano state finora attuate. Tra gli altri aspetti denuncia che la direttiva orizzontale antidiscriminazione sia bloccata in seno al Consiglio dal 2008.
Nella risoluzione Russiagate: le accuse di interferenza russa nei processi democratici dell'Unione europea, il Parlamento esprime la sua totale indignazione e profonda preoccupazione per i continui sforzi della Russia volti a minare la democrazia europea; è costernato per le notizie attendibili che gettano luce sugli sforzi della Russia intesi a fomentare le divisioni tra i cittadini europei reclutando deputati al Parlamento europeo come agenti di influenza e sui suoi tentativi volti a creare sistematicamente un sistema di dipendenze tramite partiti politici europei che fungono poi da amplificatori della propaganda del Cremlino e ne servono gli interessi.
Tra i diversi punti della risoluzione condanna fermamente la campagna di disinformazione su vasta scala portata alla luce dal ministero tedesco degli Affari esteri, presumibilmente orchestrata dalla Russia sulla piattaforma X, con l'intenzione di manipolare l'opinione pubblica in Germania e osserva con preoccupazione che X ha cessato di seguire il codice volontario di buone pratiche sulla disinformazione; esprimendo dunque preoccupazione per la diffusione di disinformazione e di contenuti illegali sulla piattaforma.
Altre novità della settimana
La Commissione europea ha adottato il 6 febbraio anche una proposta di direttiva sulla lotta all'abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori e al materiale pedopornografico attuativa in particolare della nuova strategia europea per un internet migliore per i ragazzi (Bik+) e della strategia per i diritti dei minori.
I negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno raggiunto diversi accordi su importanti processi legislativi in corso quali la revisione delle regole di coordinamento economico dell’Unione, la proposta di direttiva per il contrasto alla violenza contro le donne, la proposta di regolamento sull'industria a zero emissioni nette, la proposta di direttiva sulla rete Gigabit, sulla proposta di regolamento sulle attività di rating ambientale, sociale e di governance (Esg), sull'istituzione di un nuovo strumento unico mirato a sostegno della ripresa, della ricostruzione e della modernizzazione dell’Ucraina. Gli Stati membri hanno dato via libera all'accordo con il Parlamento europeo sulla riforma in materia di migrazione e asilo.
Il Consiglio e il Parlamento hanno anche convenuto di posticipare di due anni la rendicontazione di sostenibilità per taluni settori e talune imprese di Paesi terzi da giugno 2024 a giugno 2026, concedendo più tempo alle imprese per prepararsi.
di Luigi Di Marco