Rubrica: Europa e Agenda 2030
Vertice di La Hulpe: futuro dell’Europa sociale e dell’Europa competitiva
Settimana 15-21 aprile. Dichiarazione di La Hulpe sul futuro delle politiche sociali. Anticipazioni di Mario Draghi sul rapporto per la competitività dell’Ue. Consiglio: verso un nuovo accordo europeo per la competitività.
Di particolare rilevanza nella chiusura della legislatura europea 2019-2024 e incontro cardine del semestre di presidenza del Consiglio dell’Ue da parte del Belgio, il 15 e 16 aprile si è tenuto a La Hulpe vicino a Bruxelles un vertice europeo in cui è stata adottata da parte delle nostre istituzioni (Commissione europea, Parlamento europeo, Consiglio dell’Ue) e dai leader delle organizzazioni rappresentative delle parti sociali europee una dichiarazione sul futuro dell’Europa sociale. Al vertice di La Hulpe ha tenuto un discorso anche Mario Draghi incaricato dalla presidente von der Leyen di redigere un fondamentale rapporto sul futuro della competitività dell’Ue. Tra gli intervenuti in programma anche Enrico Letta, che ha relazionato in merito all’incarico ricevuto per un rapporto sul futuro del mercato unico anche al Consiglio europeo del 17-18 aprile, menzionato espressamente nelle conclusioni del Consiglio.
Dichiarazione di La Hulpe: il futuro delle politiche sociali dell’Ue
La Dichiarazione rimarca la coerenza con i principi dei Trattati che impegnano l’Ue ad attuare un’economia competitiva e innovativa, che miri alla piena occupazione e a un alto livello di protezione sociale. Il quadro di riferimento e la guida è confermato nel Pilastro europeo dei diritti sociali del 2017 e nel relativo Piano d’azione al 2030 adottato con la vertice sociale di Porto nel maggio 2021.
Le premesse mettono in chiara evidenza come gli investimenti nello Stato sociale rappresentano una garanzia per la resilienza economica a fronte delle avversità. La Dichiarazione di fatto rimarca come mercati del lavoro ben funzionanti in un contesto attrattivo per gli investimenti, sistemi sanitari solidi, sistemi di protezione sociale inclusivi e l'accesso a servizi pubblici e di interesse generale di qualità e a prezzi accessibili, hanno svolto un ruolo essenziale nel mitigare l'impatto delle crisi senza precedenti che ha dovuto affrontare l’UE negli ultimi anni (in particolare a partire dal COVID-19), proteggendo milioni di persone, imprese e posti di lavoro e rafforzando la resilienza della nostra economia, consentendo una rapida ripresa.
Sulla base di queste premesse, i sottoscrittori mettono in evidenza come riforme e investimenti sociali ben concepiti possono avere un impatto positivo sulla crescita economica, potenziando il capitale umano e aumentando gli incrementi di produttività e l'offerta di lavoro, contribuendo al progresso sociale. Richiamano la centralità e l’importanza fondamentale di un dialogo sociale efficace come sottoscritto dalle parti sociali nella recente dichiarazione tripartita di Val Duchesse di febbraio 2024, sottolineando come ciò rappresenti lo strumento fondamentale, attraverso la contrattazione collettiva, per dare forma alle transizioni in corso nel mondo del lavoro, con ciò impegnandosi a sostenere pienamente il ruolo sociale svolto dai sindacati e dalle organizzazioni dei datori di lavoro.
Allo stesso tempo, la dichiarazione mette in luce l’importanza del ruolo della società civile in generale, in particolare per quanto riguarda le politiche che contribuiscono all’inclusione sociale ed economica e al contrasto alle disuguaglianze, dando voce anche ai gruppi sottorappresentati e vulnerabili. A tal fine viene evidenziata l’importanza di salvaguardare l’apertura degli spazi civici per rispondere alle esigenze di questi gruppi e garantire un'attuazione efficace delle politiche a loro rivolte. Nel contesto viene rimarcato la necessità di rinnovare i relativi quadri strategici europei per tutte le strategie antidiscriminazione (inclusa la strategia per la parità di genere) considerando la necessità dell’approccio intersezionale.
La dichiarazione prende atto del recente Piano d'azione sulla carenza di manodopera e di competenze nell’Ue e invita a una visione integrata con le misure previste per affrontare i cambiamenti demografici valorizzando appieno il potenziale umano non sfruttato, favorendo l'accesso e la permanenza nel mercato del lavoro, con l’inclusione degli immigrati, dei disoccupati di lunga durata, dei lavoratori anziani, richiamando la relativa recente comunicazione della Commissione.
La dichiarazione riconferma la "visione zero" decessi legati al lavoro, chiedendo di integrare meglio nella regolamentazione europea le misure di prevenzione nei confronti dei rischi psicosociali legati anche alla transizione digitale, così come i rischi specifici derivanti dai cambiamenti climatici, quali lo stress da caldo e la protezione da eventi meteorologici estremi.
Per la lotta alla povertà, è evidenziata la necessità di adottare un approccio integrato affrontando la questione multidimensionale dell'esclusione sociale, rilanciando come primo strumento l'attuazione della raccomandazione del Consiglio su un reddito minimo adeguato che garantisca l'inclusione attiva, ricordando l'importanza di rafforzare l'uso delle valutazioni d’impatto distributivo di tutte le politiche quale misura di garanzia anche preventiva.
Il ciclo del Semestre europeo viene confermato come quadro fondamentale per monitorare il Pilastro europeo dei diritti sociali e i suoi strumenti attuativi sia a livello di Ue che di Stati membri. La dichiarazione guarda anche all’azione esterna dell’Ue, indicando che il rispetto dello stesso Pilastro in coerenza con gli standard internazionali del lavoro dell’Ilo (oragnizzazione internazionale del lavoro) dovrebbero essere presi in considerazione, anche attraverso la politica commerciale. In vista dell'allargamento dell'Ue, è evidenziata come fondamentale una cooperazione rafforzata con i Paesi candidati, assistendoli nell'attuazione delle stesse politiche per promuovere una convergenza sociale verso l’alto per la futura Ue.
Discorso di Mario Draghi sul futuro della competitività dell’Ue
Draghi ha messo in evidenza il concetto che la crescita a lungo termine deriva dall'aumento della produttività, che va a vantaggio di tutti, piuttosto che dal tentativo di migliorare la propria posizione relativa rispetto agli altri e catturare la loro quota di crescita, citando e idee espresse dell'economista premio Nobel Paul Krugman nel 1994.
Sul punto, Draghi non considera che la competitività sia un concetto sbagliato ma che l’Europa abbia assunto la visone sbagliata. E così critica le passate politiche europee: abbiamo perseguito una strategia deliberata per cercare di abbassare i costi salariali combinata con una politica fiscale prociclica, l'effetto netto è stato solo quello di indebolire la nostra domanda interna e di minare il nostro modello sociale.
La stessa mancanza di un contesto internazionale basato su regole comuni rispettate da tutti rappresenta per l’Europa un fattore di estrema criticità. Valutando le azioni intraprese in particolare da Cina e Stati Uniti, Draghi evidenzia come le loro politiche sono progettate per reindirizzare investimenti verso le loro economie a scapito delle nostre; e, cosa peggiore, sono state pensate per renderci permanentemente dipendenti da loro.
Rispetto alla situazione, Draghi evidenzia la mancanza di una capacità strategica per l’Ue, annunciando che quello che propongo nella relazione che la presidente della Commissione mi ha chiesto di preparare è un cambiamento radicale, perché è questo ciò che è necessario.
E anticipando alcuni dei contenuti della relazione nel suo discorso, indica come priorità necessaria un’immediata azione nei settori maggiormente esposti alle sfide delle transizioni verde e digitale e per la sicurezza, con l’adozione di adeguate riforme e strumenti.
Draghi identifica e illustra inoltre tre ostacoli da superare affinché l’Europa riesca a colmare la sua condizione strutturale di svantaggio rispetto agli altri concorrenti internazionali, e precisamente: a) superare la frammentazione tra Paesi Ue realizzando economie di scala, b) capacità di fornire beni pubblici europei in maniera coordinata tra Stati membri, c) assicurare la fornitura di risorse e input essenziali quali ad esempio le materie prime critiche, come anche un flusso di lavoratori con adeguate competenze.
Le conclusioni rimarcano che: il ripristino della nostra competitività non è qualcosa che possiamo ottenere da soli o battendoci a vicenda. Dobbiamo agire come Unione europea come non abbiamo mai fatto prima. I nostri rivali ci stanno battendo perché possono agire come un unico Paese con un'unica strategia e allineare tutti gli strumenti e le politiche necessarie.
Se vogliamo essere alla loro altezza, avremo bisogno di un partenariato rinnovato tra gli Stati membri, una ridefinizione della nostra Unione che non sia meno ambiziosa di quella che i padri fondatori fecero 70 anni fa con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio.
Conclusioni del Consiglio europeo
Il Consiglio europeo in principio alle conclusioni adottate con la riunione straordinaria del 17-18 aprile, mette in chiara evidenza la seguente dichiarazione:
Nel contesto delle prossime elezioni europee, il Consiglio europeo sottolinea la determinazione dell'Unione e dei suoi Stati membri a monitorare da vicino e a contenere qualsiasi rischio derivante dalla disinformazione, anche attraverso l'intelligenza artificiale, nonché dalla manipolazione delle informazioni da parte di stranieri e dall'interferenza nei processi elettorali. Il Consiglio europeo invita le istituzioni dell'UE e le autorità nazionali a cooperare su tali questioni.
Le conclusioni adottate dal Consiglio trattano gli argomenti Ucraina, conflitto in Medio Oriente, rapporti Ue-Turchia, mentre ampia parte delle conclusioni sono dedicate ad illustrare la prospettiva di un nuovo accordo europeo per la competitività. In proposito, il Consiglio espressamente accoglie il rapporto di Enrico Letta sul mercato unico, citandone il titolo “Molto più di un mercato” e invita i presidenti attuale e prossimo del Consiglio dell’Ue a tenere conto delle relative raccomandazioni. In attesa della presentazione del prossimo rapporto sulla competitività dell’Europa affidato a Mario Draghi, il Consiglio concorda sulla necessità che le politiche dell’Ue e degli Stati membri siano al servizio del potenziamento della base economica, manifatturiera, industriale e tecnologica dell'Europa. Indica la necessità di creare le condizioni per il sistema produttivo europeo di cogliere le opportunità di un’economia climaticamente neutra, digitale e circolare, ritenendo che il rafforzamento del mercato unico dei capitali sia una delle condizioni per favorire gli investimenti necessari facendo lavorare insieme finanza pubblica e privata, per realizzare le necessarie infrastrutture e per rendere più facile l’accesso a finanziamenti da parte di Pmi e start-up.
Il Consiglio evidenzia la necessità d’investire maggiormente in innovazione e ricerca ricordando il target del 3% del Pil già fissato dall’Ue in passato. Il Consiglio offre anche indicazioni di sintesi sui temi industria, energia, economia circolare, digitale, agricoltura, sociale con particolare riferimento allo sviluppo delle competenze e alle eque opportunità, commercio con la promozione di parità di regole tra i diversi attori globali da stabilire in sede multilaterale, armonizzazione dei quadri normativi europei e riduzione della burocrazia.
di Luigi Di Marco
Consulta la rassegna dal 15 al 21 aprile
Fonte copertina: Luigi Di Marco (2024)