Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
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The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Rubrica: Europa e Agenda 2030

Pacchetto d’autunno del semestre europeo: competitività, occupazione, competenze

Settimana 24-30 novembre. Priorità della politica economica e occupazionale in Ue e nell’area euro, sostenibilità di bilancio. Vertice con l’Unione africana. Sessione plenaria del Parlamento europeo.

Consulta la rassegna dal 24 al 30 novembre

martedì 2 dicembre 2025
Tempo di lettura: min

La Commissione europea ha adottato il 25 novembre il pacchetto d'autunno del semestre europeo 2026, che definisce le priorità della politica economica e occupazionale.

Il pacchetto richiama le previsioni economiche dell'autunno 2025, che mostrano che l'economia dell'Ue rimane resiliente, con una crescita moderata trainata principalmente dalla robusta domanda interna e dagli investimenti, da un solido mercato del lavoro e da un allentamento dell’inflazione. Come mette in evidenza la Commissione europea incentrando le analisi e le proposte nel quadro strategico della bussola per la competitività adottata a gennaio 2025, l’Ue deve affrontare diverse vulnerabilità strategiche e rispondere a sfide strutturali, tra cui la bassa produttività, le pressioni demografiche e la crescente domanda di finanze pubbliche legate alla difesa e alla transizione verso un'economia decarbonizzata e digitale. Scopo del pacchetto d’autunno è dunque svolgere un ruolo d’indirizzo per rafforzare la competitività individuando le misure per sbloccare il potenziale di crescita dell'Unione e salvaguardare la stabilità finanziaria.

Il pacchetto d'autunno del semestre europeo di quest'anno si compone dei seguenti documenti strategici:

Nello specifico, la raccomandazione per il 2026 sulla politica economica della zona euro invita gli Stati membri a:

  • salvaguardare la sostenibilità di bilancio rispettando i percorsi di spesa netta raccomandati dal Consiglio, compresa, se del caso, la flessibilità concessa per la spesa per la difesa, raccomandando agli Stati membri di ridefinire le priorità di bilancio per far fronte alla spesa necessaria per gli investimenti strategici;
  • affrontare le strozzature dell'industria della difesa e promuovere gli appalti congiunti.
  • completare l'attuazione dei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza entro il 31 agosto 2026, garantendo il pieno assorbimento dei fondi dell'Ue;
  • rafforzare i mercati del lavoro promuovendo le competenze, migliorando i risultati dell'istruzione, aumentando la partecipazione, sostenendo la qualità del lavoro e affrontando la povertà e l'accessibilità economica degli alloggi, garantendo nel contempo che la crescita salariale rimanga in linea con la produttività;
  • promuovere gli investimenti nell'innovazione e nei settori strategici quali la decarbonizzazione industriale e l'energia pulita, la transizione digitale, la riduzione delle dipendenze strategiche lungo le catene del valore, sottolineando l'importanza di eliminare gli ostacoli nel mercato unico, anche attraverso la semplificazione normativa;
  • adottare misure per sviluppare un'Unione europea dei risparmi e degli investimenti al fine di mobilitare capitali, promuovere la creazione di un euro digitale, rafforzare il ruolo internazionale della moneta e monitorare i rischi per la stabilità macrofinanziaria.

Sugli aspetti attinenti ai dati di bilancio, nei pareri sui documenti programmatici per il 2026, per 12 dei 17 Stati membri della zona euro è stata valutata la conformità: oltre che per l’Italia anche per Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia.  Mentre per i nove Stati membri oggetto della procedura per i disavanzi eccessivi (ossia il disavanzo non è stato portato durevolmente al di sotto del 3% del Pil) tra cui l’italia  (oltre ad Austria, Belgio, Francia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia) la procedura è sospesa. Ciò significa che in questa fase non vengono adottate ulteriori misure procedurali, ma che gli Stati membri rimangono vincolati dalla rispettiva raccomandazione del Consiglio e che la Commissione riesaminerà la situazione la prossima primavera sui dati del consuntivo 2025.

La proposta di relazione comune sull'occupazione rileva che, nel complesso, i nostri mercati del lavoro continuano a registrare buoni risultati che hanno portato i tassi di occupazione a nuovi massimi (75,8% al 2024 in linea con il perseguimento dell’obiettivo del 78% al 2030). Ma questo risultato si accompagna con dati specifici che evidenziano debolezze anche strutturali: la produttività del lavoro nell'Ue è stagnante, la carenza di competenze rimane elevata, l'8% dei lavoratori è a rischio di povertà e uno su cinque lavora in posti di lavoro poco retribuiti, oltre 50 milioni di persone che potrebbero lavorare rimangono al di fuori della forza lavoro, soprattutto donne, migranti e giovani. La relazione descrive in maggior dettaglio le performance dei singoli Stati membri. la Commissione individua i rischi per la convergenza sociale verso l'alto in nove Stati membri tra cui l’Italia (oltre a Bulgaria, Grecia, Spagna, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Romania e Finlandia) rispetto ai quali sarà effettuata un'analisi più approfondita nella primavera del 2026.

La raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sul capitale umano, presentata per la prima volta quest’anno nel quadro delle iniziative avviate con l’Unione delle competenze, invita gli Stati membri ad affrontare le sfide strutturali connesse al capitale umano che possono danneggiare la nostra competitività, dando priorità all’istruzione e alle competenze necessarie nei settori strategici per l'economia dell’Ue, rafforzando le competenze di base per costruire basi solide per la competitività europea, migliorando l’educazione terziaria per le competenze Stem, investendo nelle competenze promuovendo il coinvolgimento del settore privato, adottando sistemi di monitoraggio e sviluppando capacità previsionali sul bisogno di competenze in transizione anche con il supporto di big data e AI.

Strategia dell’Ue per la bioeconomia

Il successivo 27 novembre, la Commissione ha adottato un nuovo quadro strategico per una bioeconomia dell'Ue competitiva e sostenibile, con lo scopo di tracciare un percorso per costruire un'economia europea pulita, competitiva e resiliente, utilizzando risorse biologiche rinnovabili terrestri e marine, sviluppando soluzioni pratiche che supportano la prosperità economica e la solidità delle comunità rurali e costiere, aiutando al contempo l'industria a passare a modelli di produzione più circolari, e contribuendo all'autonomia strategica dell'Ue riducendo la dipendenza dai prodotti fossili importati. Nel contempo ciò contribuirà in modo sostanziale al raggiungimento di obiettivi climatici e ambientali come l'efficienza delle risorse, la riduzione delle emissioni di gas serra, la resilienza idrica, l'inquinamento zero e la biodiversità.

La Commissione evidenzia che la bioecomia già attualmente rappresenta un valore di 2.700 miliardi di euro. impiegando 17,1 milioni di persone (circa l'8 % dei posti di lavoro nell’Ue). Dalle stime risulta che ogni posto di lavoro nella bioeconomia crea 2,9 posti di lavoro indiretti nell’Ue.

La strategia mira a liberare il potenziale ancora inutilizzato, definito enorme da parte della Commissione, aumentando l'innovazione e gli investimenti diretti alle soluzioni di mercato, sviluppando mercati guida per i materiali e le tecnologie a base biologica, garantendo un approvvigionamento sostenibile di biomassa e sfruttando le opportunità globali per l’espansione del settore.

La strategia include un programma articolato d’iniziative, con misure anche legislative per la semplificazione, misure per la standardizzazione, il coordinamento delle iniziative attraverso il lancio di un gruppo d’investimento europeo per la bioeconomia e di un’alleanza per i prodotti basati sulle biotecnologie.

Un pacchetto di misure riguarda la sostenibilità nella coltivazione e nell’uso delle biomasse includendo guide e piattaforme per lo scambio di buone pratiche, interconnessioni con la Politica agricola comune (Pac).

Con la strategia l'Ue sosterrà l'industria europea nell'accesso ai mercati globali garantendo una diversificazione dei partner commerciali e delle fonti di approvvigionamento. Come sottolinea la Commissione, nell'attuale fragile clima geopolitico, la sicurezza delle risorse rafforza la competitività e la resilienza dell’Ue.

Come indicato in sintesi dalla vicepresidente esecutiva per una Transizione pulita, giusta e competitiva della Commissione Teresa Ribeirà, alla presentazione della Strategia, la bioeconomia è la risposta per combinare la prosperità con la protezione dell'ambiente. Ripristina gli ecosistemi guidando nel contempo le biotecnologie. È nostra responsabilità nei confronti dei cittadini costruire un'economia competitiva e fiorente. Il futuro non è fossile. Il futuro è vivo, circolare e rigenerativo. Il futuro è la bioeconomia.

Settimo vertice Unione europea e Unione africana

A seguito del G20 di Johannesburg del 22-23 novembre, i leader europei e i leader africani si sono spostati a Luanda, capitale dell’Angola, dove tra il 24 e il 25 novembre si è tenuto il settimo vertice Unione europea e Unione africana (Ua). Con il vertice è stata adottata una nuova Dichiarazione che ha sviluppato diversi punti già contenuti nella dichiarazione del G20 e per una forte collaborazione per un rafforzato impegno al multilateralismo. Facendo seguito al precedente vertice del 2022, ancora una volta  i leader hanno confermato impegni nel collaborare al perseguimento degli obiettivi dei quadri strategici dell’Agenda dell’Ua per il 2063, dell’Agenda Onu 2030 e già prefigurando la prospettiva di un’ambiziosa Agenda post-2030. I leader hanno convenuto l’impegno nel sostenere soluzioni pacifiche e durature di tutti i conflitti in corso nel mondo, nel portare avanti gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi, per la biodiversità di Kunmings-Montreal e per portare avanti un trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica, oltre a nuovi impegni per la sicurezza alimentare, per la transizione digitale, per liberi scambi commerciali basate su regole stabili, per un miglioramento della partnership su migrazione e mobilità delle persone per prevenire migrazione irregolare e tratta di esseri umani. 

Sessione plenaria del Parlamento europeo

Dal 24 al 27 novembre si è tenuta la sessione plenaria del Parlamento europeo. Tra i testi approvati si segnalano gli emendamenti al regolamento del 2023 finalizzato a vietare la commercializzazione in Ue di beni prodotti attraverso deforestazione. Gli emendamenti prevedono in sintesi il rinvio di un ulteriore anno dell’entrata in vigore (al 30 dicembre 2026), e la limitazione della responsabilità al primo anello della catena di approvvigionamento dei beni. Queste modifiche hanno creato una frattura nella maggioranza di sostegno alla presidenza della Commissione affidata a Ursula von der Leyen, con il gruppo dei verdi che ha votato contro e con il Ppe che ha votato con i parlamentari di destra per far approvare gli emendamenti.

Un’altra risoluzione ha riguardato gli aspetti istituzionali della relazione sul futuro della competitività europea. Con riferimento alla relazione sul futuro della competitività presentata da Mario Draghi a settembre 2024 e con specifici  riferimenti anche alla relazione di Enrico letta sul mercato unico, il Parlamento assume una posizione richiedendo di portare avanti le riforme istituzionali richieste nella relazione Draghi, superando alcuni aspetti che ostacolano un rapido processo decisionale a livello di Consiglio rivedendo le regole del veto, e senza attendere i tempi lunghi delle riforme dei Trattati, l’utilizzo delle clausole “passerella” e della cooperazione intergovernativa per sviluppare progetti di comune intesa tra Stati membri che ne convengono l’opportunità. Il Parlamento rilancia le richieste di riforma presentate in esito alla Conferenza sul futuro dell’Europa per il rafforzamento del ruolo del Parlamento in maniera paritaria al Consiglio, e in particolare con il riconoscimento del suo pieno diritto di iniziativa legislativa.

Il Parlamento evidenzia la necessità che l'allargamento vada di pari passo con il rafforzamento della governance dell’Ue, per garantire l’efficacia e l’efficienza dei processi decisionali. Il Parlamento sottolinea inoltre che la cooperazione con i parlamenti nazionali e le autorità di regolamentazione è necessaria per garantire la legittimità democratica; ed evidenzia che il coinvolgimento delle parti sociali e dei portatori di interessi deve essere integrato nella governance dell'Unione al fine di garantire l'inclusività e l'assunzione di responsabilità.

In relazione alla posizione dell’Ue sul piano proposto per la pace in Ucraina, il Parlamento si esprime in una risoluzione  in cui esorta l'Ue e i suoi Stati membri ad assumere maggiore responsabilità per la sicurezza nel continente europeo, a sostenere fermamente l’Ucraina […] una strategia europea per la pace in Ucraina deve fondarsi sul diritto internazionale, rafforzare la sicurezza europea, preservare e ripristinare la sovranità e l'integrità territoriale Ucraina ed essere accettabile per l'Ucraina e il suo popolo, nonché fungere da base per qualsiasi altro negoziato diplomatico; ribadisce che la pace non può essere raggiunta cedendo all'aggressore, bensì fornendo un sostegno risoluto e costante all'Ucraina e dissuadendo in maniera adeguata la Russia dal ripetere tale aggressione in futuro.

Un’altra risoluzione ha riguardato la protezione dei minori online. Esprimendo preoccupazione per gli impatti sulla salute mentale dei minori con la diffusione della dipendenza da internet, videogiochi, utilizzo dello smartphone, sulla base di ricerche e studi richiamati nella risoluzione, il Parlamento chiede, tra le diverse misure, un’età minima armonizzata per l’accesso ai social-media a partire da sedici anni, salva l’autorizzazione dei genitori, e comunque un divieto assoluto al di sotto dei tredici anni.

 

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