Rapporto 2024 Goal 9 "Imprese, innovazione e infrastrutture"
Italia promossa sulla rete ultraveloce, male gli investimenti in ricerca e sviluppo
Rapporto ASviS 2024: cala il numero di persone che utilizzano i mezzi pubblici, lontano l’obiettivo Ue per la quota merci su ferrovia. Necessario investire nella realizzazione e manutenzione di infrastrutture sostenibili e resilienti.
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Un Goal al giorno
A livello globale si registrano ostacoli, ma anche progressi, per il raggiungimento del Goal 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture”. In particolare, il Rapporto ASviS 2024 sottolinea la crescita lenta della produzione globale manifatturiera e il calo delle persone occupate nel settore manifatturiero. Le emissioni di CO2 derivanti dalla combustione di energia e dai processi industriali, inoltre, sono aumentate dell’1,1%. La buona notizia è che l’incremento registrato è inferiore rispetto a quello del 2022, che era stato dell’1,3%. Grazie allo sviluppo e alla diffusione dell’energia rinnovabile, inoltre, l’intensità di emissioni per unità di Pil prodotta è diminuita. Ottimi risultati sono stati ottenuti nell’accesso a internet, aumentato di circa il 70% in soli otto anni.
In Italia l’indicatore composito per il Goal 9 mostra un lieve miglioramento tra il 2010 e il 2023, in particolare grazie all’incremento della copertura della rete fissa di accesso ultraveloce a Internet (+ 35,7% tra il 2018 e il 2022). Continuando così entro il 2030 tutte le famiglie potrebbero usufruire della rete fissa ultraveloce. Positivo anche l’aumento della percentuale di persone occupate con istruzione universitaria in professioni Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sul totale degli occupati. Rimane ancora troppo bassa, invece, la quota di Prodotto interno lordo (Pil) investita in ricerca e sviluppo, che si è ridotta negli ultimi due anni, attestandosi all’1,3% nel 2022, una percentuale lontana dall’obiettivo del 3% entro il 2030.
Per quanto riguarda le infrastrutture, dal 2010 al 2022 la quota di merci trasportate su ferrovia è aumentata di oltre 3 punti percentuali arrivando a 12,4%, nonostante il calo tra il 2017 e il 2022 anche a causa della pandemia. L’andamento registrato negli ultimi anni rende comunque difficile raggiungere l’obiettivo del 26,8% entro il 2050. Tra il 2010 e il 2023 è diminuita anche la percentuale di persone che utilizzano frequentemente i mezzi pubblici (-3,4 punti percentuali).
Il Rapporto ASviS nota positivamente la pubblicazione dei Criteri ambientali minimi per le infrastrutture stradali, che contengono indicazioni obbligatorie per le imprese appaltanti per rendere più sostenibili le infrastrutture. Rilevante, in particolare, la decisione di mettere al centro del sistema il life cycle assesment (analisi del ciclo di vita) - che potrebbe incentivare l’utilizzo di materiali sostenibili -, le verifiche sui criteri di sostenibilità per le opere pubbliche (si veda in merito anche il nostro editoriale sugli investimenti pubblici) e il riferimento alla critical review, che sottolinea l’importanza di utilizzare piattaforme e tecnologie digitali. Inoltre, il documento sollecita l’applicazione di criteri premiali nelle gare di appalto per chi progetta e costruisce in linea con i principi Esg (Environmental, social and governance).
Nel 2024 è stata inoltre adottata la Strategia italiana per l’intelligenza artificiale 2024-2026 che intende promuovere l’uso dell’intelligenza artificiale (Ia) nel tessuto produttivo, imprenditoriale, formativo e sociale, nonché nella Pubblica amministrazione (l’Italia era rimasta tra i pochi Paesi membri dell’Unione europea a non disporre di una strategia nazionale sull’argomento). L’importanza e l’impatto che la Strategia potrebbe avere sul sistema economico e sullo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture richiede una forte integrazione tra ricerca, Pa e settore privato. Come sottolinea il Rapporto ASviS, preoccupa l’assenza nella strategia di un focus dedicato all’impatto sociale, civico e sui diritti e la carenza di competenze digitali nella popolazione italiana (siamo ultimi in Ue per numero di laureati nei settori Ict).
Tra il 2010 e il 2023 il Goal 9 migliora trainato dalla forta crescita
della copertura Internet ultraveloce e dal maggior numero
di occupati con formazione universitaria scientifica.
Di contro, calano gli utenti che usano i mezzi pubblici.
Restano inalterate le disuguaglianze tra Regioni.
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Per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza, come già evidenziato dal Rapporto dell’ASviS “Scenari per l’Italia al 2030 e al 2050”, la sua rimodulazione ha ridotto i fondi destinati alle infrastrutture e, invece, ha aumentato gli incentivi per le imprese, che beneficeranno del nuovo piano Transizione 5.0 volto a favorire la sostenibilità dei processi produttivi. Il Rapporto ASviS sottolinea tuttavia che gli incentivi, distribuiti automaticamente e concentrati nelle aree con maggiore densità imprenditoriale, rischiano di accentuare le disuguaglianze territoriali.
Dal rapporto sullo stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie nella programmazione del Pnrr-Pnc, presentato dal Servizio studi della Camera dei Deputati, emerge come le disponibilità finanziarie per le opere strategiche, quali ferrovie, sicurezza su strade e autostrade e mobilità sostenibile in città, abbiano raggiunto i 75,8 miliardi di euro, pari al 91,5% del costo totale, un livello di copertura mai raggiunto prima, reso possibile grazie al contributo dei fondi europei. Inoltre, il Rapporto ASviS nota come, grazie anche alla riduzione dei tempi di affidamento per le gare di importo superiore a un milione di euro secondo le procedure definite nel 2021-2022, l’81% dei lavori per le infrastrutture strategiche finanziate dal Pnrr è in corso di esecuzione. Si tratta, dunque, di un’accelerazione senza precedenti per gli investimenti in infrastrutture strategiche, su cui è necessario continuare a investire per non rischiare che la spinta si esaurisca.
Investire nella realizzazione e manutenzione di infrastrutture sostenibili,
introducendo anche meccanismi premiali.
Rafforzare la resilienza delle infrastrutture al cambiamento climatico,
includendo una analisi di resilienza ai fattori climatici nella Relazione di sostenibilità.
Orientare il sistema produttivo verso l’industria 5.0
per accelerare la transizione digitale ed ecologica.
Potenziare la ricerca e l’innovazione
per adottare processi produttivi sostenibili e circolari.
E IN EUROPA?
In Europa si continuano a registrare miglioramenti per il raggiungimento del Goal 9 in quasi tutti i Paesi, anche se l’Italia si allontana dalla media europea. Particolarmente positivo è l’aumento della copertura della rete Internet ad alta velocità, passata dal 16% del 2010 al 73% del 2022. Cresce anche il numero di persone occupate in Ricerca e sviluppo. Tuttavia, anche per l’Europa, come per l’Italia, l’obiettivo del 3% del Pil dedicato a Ricerca e sviluppo risulta irraggiungibile: nel 2021 la percentuale era pari a 2,24%. Si riducono la quota di passeggeri che utilizzano mezzi pubblici (dal 17% nel 2010 al 13,7% nel 2021) e il traffico di merci trasportato su ferrovia.
Per rendere l’Unione europea più competitiva, negli Orientamenti politici per il 2024-2029 è stato incluso un Piano per la prosperità che permetta, tra i vari obiettivi, di approfondire il mercato unico, costruire un patto industriale per la decarbonizzazione e mettere la ricerca e l’innovazione al centro dell’economia. Il Piano prevede l’avvio di un nuovo Patto per l’industria pulita da adottare nei primi cento giorni del mandato e la presentazione di una “legge europea sull’acceleratore della decarbonizzazione industriale”. Fondamentale anche il ruolo che l’Ue avrà nello sviluppo e nella diffusione dell’intelligenza artificiale: l’Unione prevede di incentivare l’utilizzo delle tecnologie digitali per potenziare la produttività e di attuare il quadro europeo di norme adottate recentemente, inclusa la legge europea sull’AI.