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L'Italia e il Goal 3: contro le pandemie creare un ecosistema globale del benessere
Il Rapporto ASviS sottolinea le interconnessioni tra salute umana e ambientale e ribadisce l’urgenza dell’attuazione del principio della “Salute in tutte le politiche” e del superamento delle disuguaglianze regionali. [VIDEO] 11/11/20
Le politiche per il Goal 3: a che punto siamo
Il Rapporto ASviS 2020 ricorda innanzitutto come la Legge di Bilancio 2020, approvata alla fine del 2019, abbia confermato la tendenza all’aumento del finanziamento del Servizio sanitario nazionale e dell’impegno per gli interventi preventivi.
A partire da gennaio 2020, poi, l’attività normativa relativa al Goal 3 si dispiega attraverso i numerosi provvedimenti legati alla pandemia da Covid-19, che il Governo ha emanato per fronteggiare l’emergenza sanitaria e sociale. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza il 31 gennaio 2020, e le prime restrizioni in alcuni Comuni, a marzo vengono emanati due Decreti per l’attuazione di misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria, miranti ad attivare un modello di cooperazione inter-regionale, a incrementare la disponibilità di posti letto (+50% in terapia intensiva e +100% in pneumologia e malattie infettive), a coordinare il sistema dei trasporti regionali e interregionali e ad indentificare gli “ospedali Covid”. Tra marzo e aprile vengono messe in atto le azioni che vanno sotto il nome di ”lockdown”, consistenti nella chiusura di attività produttive e commerciali (Dpcm 11 marzo 2020); nella limitazione della circolazione di persone tra Comuni (Dpcm 22 marzo 2020); nel contenimento degli assembramenti e relative sanzioni (Decreto-Legge del 25 marzo 2020 n.19); nella sospensione di eventi e competizioni sportive e di allenamenti di atleti, professionisti e non professionisti all’interno di impianti sportivi (Dpcm 1 aprile 2020); nella limitazione degli spostamenti e nelle restrizioni domiciliari per soggetti con infezioni delle vie respiratorie (Dpcm 10 aprile 2020 e Dpcm 26 aprile 2020).
Inoltre con il DL 9 marzo 2020 n. 14 vengono introdotte norme per il potenziamento delle risorse umane nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) e sono stati introdotti incentivi per il potenziamento della produzione di dispositivi medici. Con il DL 17 marzo 2020 n. 18 (Decreto “Cura Italia”), oltre ad integrare le misure di rafforzamento del Ssn, viene nominato un Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica.
Con il DL 8 aprile 2020 n. 23 (Decreto “Liquidità”) si introducono misure urgenti per l’avvio di specifiche funzioni assistenziali legate all’emergenza Covid e per l’adeguamento dei criteri di remunerazione dei Medici di medicina generale (Mmg), dei Pediatri di libera scelta (Pls) e degli specialisti ambulatoriali. Inoltre, vengono introdotte procedure semplificate per la gestione delle dotazioni di attrezzature medico-radiologiche e disposizioni urgenti in materia di sperimentazione dei medicinali per l’emergenza epidemiologica. Con il DL 10 maggio 2020 n. 30 viene autorizzata l’indagine di sieroprevalenza sul SARS-COV-2 condotta dal Ministero della Salute e dall’Istat, finalizzata all’elaborazione di statistiche affidabili e complete sullo stato immunitario della popolazione.
Il DL 19 maggio 2020 n. 34 (Decreto “Rilancio”) introduce ulteriori misure di rafforzamento e potenziamento dei servizi di prevenzione e di assistenza territoriale per quanto riguarda il controllo dei contagi e dei focolai epidemici, tra cui l’incremento delle borse di studio degli specializzandi in medicina; finanziamenti aggiuntivi per le analisi dell’Istat connesse all’emergenza epidemiologica; il rifinanziamento del Fondo per le emergenze nazionali; l’incremento di circa il 70% del numero di posti letto di terapia intensiva; la riduzione al 5% dell’aliquota Iva per le cessioni di beni necessari per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica (apparecchiature medicali, device, dpi, materiale di medicazione, sanificanti); l’applicazione di una sospensione temporanea delle azioni esecutive nei confronti degli enti sanitari fino al 31 dicembre 2020.
Successivamente alla pubblicazione del Rapporto sono state emanate nuove misure per il rafforzamento del sistema sanitario, tuttavia si prevede che la seconda ondata pandemica avrà impatti ulteriormente peggiorativi sul Goal 3.
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L’Europa e il Goal 3
Per quanto riguarda il trend relativo al perseguimento del Goal 3 in Europa, l’analisi dell’ASviS di quest’anno mostra il permanere di forti differenze tra Paesi [1] nel valore dell’indice composito. In particolare, i Paesi baltici si si collocano in posizione arretrata rispetto agli altri, principalmente a causa di una minore aspettativa di vita. Tra i 28 Paesi che facevano parte della Ue nel 2018, la distanza tra il Paese migliore (Svezia) e quello peggiore (Lettonia) è pari a 37,3 punti. L’Italia si colloca in nona posizione, con un aumento significativo del valore dell’indice composito rispetto al 2010.
L'Italia e il Goal 3
L’indicatore composito del Goal 3 per l’Italia[2] evidenzia dal 2010 al 2019 un andamento positivo grazie al miglioramento della maggior parte degli indicatori elementari analizzati. Aumenta la speranza di vita in buona salute alla nascita, attestandosi a 58,6 anni; diminuiscono i feriti per incidente stradale, da 51,5 per 10mila abitanti nel 2010 a 40,0 nel 2019; si riducono alcuni comportamenti a rischio, quali il consumo di alcol e il fumo. Appaiono in controtendenza la copertura vaccinale per le persone di 65 anni e oltre (che si riduce di circa 8 punti percentuali dal 2010, attestandosi al 54,6% nel 2019) e il trend del numero di posti letto per 10mila abitanti, che diminuiscono di oltre il 14% nell’arco di tempo considerato.
Per quanto riguarda l’anno 2020 il Rapporto ASviS segnala come, sia per gli effetti diretti del Covid sia per le ripercussioni sulle strutture sanitarie che curano altre malattie importanti, a inizio anno si registri un drammatico aumento dei decessi (90.946), con elevate differenze territoriali, per il complesso delle cause rispetto alla media del periodo 2015-2019 (65.592), che corrisponde ad una variazione del 49%. Il 91% dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia. Nel mese di maggio, grazie alle misure di prevenzione, si osserva invece una riduzione della mortalità pari al 2,2%. Secondo l’ultima analisi dell’Istat, sono 1 milione 482 mila le persone (il 2,5% della popolazione residente in famiglia) con IgG positivo, che hanno sviluppato gli anticorpi per il SARS-CoV-2. Anche in questo caso le differenze territoriali sono molto accentuate.
Relativamente ai traguardi fissati dall’Agenda 2030 anche gli Stati membri dell’Onu devono raggiungere entro quest’anno, si segnala il Target 3.6 - “Entro il 2020 dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali”. In base all’ultimo Rapporto Istat sugli Incidenti stradali del 2019, in Italia il numero dei morti è in diminuzione rispetto al 2018 (-4,8%), valore minimo raggiunto nell’ultima decade. Nei primi sei mesi del 2020, grazie anche agli effetti del lockdown, il numero di morti è diminuito del 36% rispetto allo stesso periodo del 2019, motivo per cui l’Italia potrebbe avvicinarsi al raggiungimento del Target. Tuttavia, anche se questa tendenza dovesse confermarsi per il resto del 2020, l’Italia non riuscirebbe a raggiungere l’obiettivo, in quanto nell’anno in corso il numero di vittime in Italia dovrebbe ridursi di circa il 46% rispetto al 2019. Inoltre, si prevede al termine della pandemia un ritorno a numeri elevati a causa delle persistenti cause strutturali che ancora non sono state rimosse.
Le proposte dell’ASviS su “Salute e benessere”
- Aumentare la consapevolezza sulle interconnessioni tra malattie infettive e degrado dell’ambiente e del territorio per favorire la prevenzione del rischio e della diffusione di malattie infettive emergenti a potenziale pandemico.
- Potenziare la sinergia tra operatori ambientali e di sanità umana e veterinaria in ottica One-Health, al fine di favorire l’individuazione precoce di patogeni emergenti, di focolai epidemici, di malattie infettive, a supporto di piani nazionali di prevenzione e di contrasto alle pandemie.
- Superare le difformità di applicazione a livello regionale del piano di rientro per la gestione per il recupero delle prestazioni sospese durante l’emergenza e la ripresa ordinaria dei servizi.
- Accelerare il processo di rafforzamento della prevenzione e della medicina del territorio in termini di prevenzione, assistenza extraospedaliera e a domicilio, monitoraggio epidemiologico e cura delle fragilità.
- Attuare programmi di alfabetizzazione sanitaria (health literacy) che forniscano alla popolazione strumenti sia per il contrasto alla diffusione di fake news in materia di salute sia per diminuire il divario causale tra livello di istruzione e condizioni di salute.
- Incoraggiare l’attuazione del principio della “Salute in tutte le politiche”, tenendo conto dell’impatto delle politiche economiche, ambientali e sociali su salute e benessere, in piena armonia e coordinamento tra diversi livelli di governo e senza che la dimensione regionalistica della sanità del Paese costituisca un ostacolo in tal senso.
- Orientare i finanziamenti messi a disposizione per fronteggiare la crisi sanitaria in un’ottica di sviluppo sostenibile (si legga il documento “Salute e non solo sanità. Come orientare gli investimenti in un’ottica di sviluppo sostenibile”).
Guarda tutte le proposte dell’ASviS su “Capitale umano, salute, educazione”
Leggi il Documento “Salute e non solo sanità. Come orientare gli investimenti in un’ottica di sviluppo sostenibile”
[1] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
[2] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
a cura di Mariaflavia Cascelli
Il Rapporto ASviS 2020 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato l’8 ottobre in occasione dell’evento di chiusura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle 270 organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |
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