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L’Italia e il Goal 5: c’è bisogno di un Piano nazionale e di una Policy di genere
Progressi normativi, ma le donne restano ancora penalizzate sia nella carriera sia tra le mura domestiche. Per molte, pandemia e smart working hanno peggiorato l’equilibrio tra vita e lavoro. [VIDEO] 6/11/20
Le politiche per il Goal 5: a che punto siamo
Nella sua analisi degli interventi legislativi dell’ultimo anno, il Rapporto ASviS esamina gli effetti della Legge di bilancio 2020, approvata a fine 2019, con interventi particolarmente significativi ai fini delle politiche di genere. Si segnala ad esempio: lo stanziamento di quattro milioni di euro per realizzare un Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere; un milione di euro per il potenziamento di corsi universitari di genere in modo da promuovere l’educazione al Goal 5 dell’Agenda 2030; un milione di euro per l’anno 2020 e due milioni di euro annui a decorrere dal 2021 per rafforzare la rete volta all’assistenza delle vittime di reato.
La Legge di Bilancio 2020 ha anche ampliato da cinque a sette giorni il congedo obbligatorio di paternità, anche se sono ancora esclusi i dipendenti del settore pubblico (una incomprensibile disparità di trattamento rispetto a quelli privati) e se l’Italia non si è ancora allineata alla Direttiva Ue 2019/1158 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 che stabilisce un minimo di dieci giorni di congedo di paternità dopo la nascita di un figlio. Inoltre, relativamente alla rappresentanza di genere nelle società quotate, è stata potenziata la normativa preesistente, portando la quota del genere meno rappresentato dal 33% al 40% ed estendendo la durata di tale vincolo per sei mandati.
Importante è poi il provvedimento a tutela dei minori orfani di femminicidio, ma che vale anche per i maggiorenni non economicamente sufficienti, nei confronti dei quali lo Stato non può imputare, sui beni ereditari, il pagamento di crediti vantati nei confronti degli autori del delitto. Tuttavia, si sottolinea come la tutela degli orfani non dovrebbe essere focalizzata solo su aspetti economici ma anche su percorsi educativi e di supporto. Positivo poi l’obbligo di esposizione del numero telefonico nazionale antiviolenza e anti-stalking (il 1522) in diversi locali pubblici; la predisposizione di campagne di sensibilizzazione e informazione su questi temi; e la promozione del professionismo nello sport femminile con la possibilità per le società sportive femminili, che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo, di richiedere l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (con esclusione dei premi per l’assicurazione obbligatoria infortunistica) entro il limite massimo di 8mila euro su base annua.
Il Goal 5 è stato affrontato anche nei decreti varati in risposta alla pandemia. Per quanto riguarda il "Decreto Rilancio", è stato disposto un aumento di tre milioni di euro per il 2020 del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, in modo da contenere gli impatti del Covid-19 sulle donne maggiormente vulnerabili e favorire percorsi di autonomia e di empowerment delle donne vittime di violenza in condizione di povertà; e di quattro milioni di euro per la costruzione di uno speciale programma di assistenza volto a garantire assistenza legale, psicologica, sanitaria e sociale alle vittime di discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
La necessità di garantire la cura dei figli durante il periodo di emergenza determinato dalla pandemia, con la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, è stata invece affrontata dal “Decreto Cura Italia”, prevedendo 15 giorni di congedo straordinario al 50% di retribuzione usufruibile da tutti i lavoratori dipendenti, privati e pubblici, con figli fino a 12 anni di età. Opzione alternativa al congedo straordinario è una sorta di “voucher babysitter” del valore di 600 euro, valido anche per i lavoratori autonomi, innalzato dal Decreto Rilancio a 1200 euro fino al 31 agosto 2020 per la comprovata iscrizione ai centri estivi e ai servizi integrativi per l’infanzia. Decreto che è intervenuto anche per supportare la condivisione del lavoro di cura dei figli per i genitori occupati: fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato che hanno almeno un figlio minore di anni 14 hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile anche in assenza degli accordi individuali (a patto che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia genitore non lavoratore).
Infine, il “Decreto Rilancio” ha sanato una disparità lavorativa dei lavoratori domestici (colf, badanti, babysitter, cuochi, camerieri, governanti), attività nelle quale si riscontra una netta predominanza della componente femminile. Per queste lavoratrici e questi lavoratori, esclusi dalla Cassa integrazione in deroga prevista per attenuare le difficoltà economiche durante l’emergenza Covid-19 per i lavoratori dipendenti, è stata introdotta un’indennità di 500 euro per i mesi di aprile-maggio 2020.
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L’Europa e il Goal 5
A livello europeo[1], le differenze tra i vari Paesi riguardo al Goal 5 sono relativamente meno marcate di quelle rilevate per gli altri Obiettivi: la differenza tra il Paese più virtuoso (Svezia) e quello in fondo alla classifica (Malta) è di 22,9 punti. Tranne la Croazia e la Lituania, tutti i Paesi mostrano un miglioramento dell’indice composito tra il 2010 e il 2018. L’Italia è il Paese che presenta l’aumento più ampio, grazie alla crescita della rappresentanza delle donne in Parlamento e nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa; in questo modo, il nostro Paese si colloca in settima posizione nell’indice composito, nonostante i forti ritardi sulla differenza di genere nel tasso di occupazione, che nel 2018 si attesta a quasi il doppio di quella europea (19,8% rispetto all’11,6%). Per il Goal 5 la quota di donne elette nei parlamenti nazionali è l’indicatore che pesa di più sulla variabilità delle performance dei vari Paesi.
L'Italia e il Goal 5
L’indicatore composito italiano[2] per il Goal 5 mostra un andamento fortemente crescente fino al 2015. Dopo la lieve flessione avvenuta nel 2016, l’indicatore torna a migliorare, ma con una tendenza molto meno decisa.
A sostenere il buon andamento dell’indicatore composito sono gli aumenti della percentuale di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e negli organi decisionali (Autorità della privacy, Agcom, Autorità della concorrenza e del mercato, Corte costituzionale, Consiglio superiore della magistratura, Ambasciatori e Consob), e del rapporto tra il tasso di occupazione femminile e quello maschile. Gli unici indicatori in controtendenza sono quelli relativi al rapporto di femminilizzazione del tasso di immatricolati in corsi universitari scientifici e tecnici (che evidenziano come le donne scelgano sempre di meno i corsi universitari scientifici rispetto agli uomini) e il tasso di part-time involontario, significativamente cresciuto proprio per le donne.
Per quanto riguarda il 2020, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat e che tengono conto dell’influenza della pandemia, il tasso di occupazione femminile nel secondo trimestre 2020 è diminuito di 2,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019, contro i -1,6 punti percentuali degli uomini, evidenziando come la crisi stia svantaggiando le donne nel mondo del lavoro.
Sulla base delle informazioni disponibili, si ritiene che nel 2020 la crisi peggiorerà le disuguaglianze di genere.
Le proposte dell’ASviS sulla “Parità di genere”
- Sviluppare un Piano nazionale per la parità di genere (Pnpg), in linea con la Gender strategy indicata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, diretto a intervenire su quattro aree prioritarie: il contrasto a tutte le forme di violenza di genere, la possibilità di avere accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva e alla maternità, l’accesso e la piena partecipazione al mondo del lavoro con pari trattamento retributivo e il sostegno alla rappresentanza e alla leadership femminile nella società civile come nel mondo produttivo.
- Intensificare le campagne di sensibilizzazione sul fenomeno della violenza sulle donne. Durante il lockdown le chiamate al numero telefonico nazionale antiviolenza e anti-stalking “1522” sono cresciute del 73% rispetto allo stesso periodo del 2019.
- Promuovere il diritto alla salute sessuale e riproduttiva, che ha bisogno di un sistema sanitario presente sul territorio nazionale in maniera capillare, e assicurare ovunque la gratuità dei servizi per garantire questo diritto.
- Migliorare le politiche e le strategie aziendali volte a offrire a tutte le donne, come agli uomini, la possibilità di investire sulle proprie competenze senza essere frenate dagli inevitabili obblighi familiari. C’è bisogno di formazione continua, diffusione di modalità innovative legate alla pratica di smart working per le donne e sostegno alla leadership femminile. Si evidenzia inoltre la necessità di adottare strategie più incisive per favorire la genitorialità condivisa: in modalità smart working, una donna su tre lavora più di prima e non riesce, o fa fatica, a mantenere un equilibrio tra il lavoro e la vita domestica, rispetto al rapporto di uno su cinque per gli uomini[3].
- Introdurre una Policy di genere, atta a fornire linee guida di comportamento utili a garantire in tutte le fasi di carriera un equo trattamento delle donne al lavoro, e una “Valutazione d’impatto di genere” come metodologia di analisi ex ante ed ex post di qualsiasi intervento normativo e di indirizzo strategico.
Guarda tutte le proposte dell’ASviS su “Povertà e disuguaglianze”
[1] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
[2] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
[3] Fonte: ricerca di ValoreD condotta su 1.300 lavoratori/lavoratrici.
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A cura di Ivan Manzo
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